BANG! BANG! - CONFESSIONI DI UN KILLER A PAGAMENTO: “LA MIA ERA UNA GUERRA SOLITARIA. NESSUNO AVREBBE RETTO IL RITMO CHE AVEVO IO. PER RESISTERE LEGGEVO DI NUMEROLOGIA E MI DROGAVO. AVEVO PURE LE ALLUCINAZIONI”

giancarlo orsinigiancarlo orsini

Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

«C’erano sempre due parti in me, c’era quello che guardava la cosa a distanza e quello che voleva restare umano». Sentimenti di un killer professionista. Di Giancarlo Orsini, 48 anni, di Primavalle, in carcere lontano da Roma, inserito in un programma di protezione per collaboratori di giustizia: per motivi di sicurezza non può stare in cella con altri detenuti.

 

Anche grazie alle sue rivelazioni i carabinieri del Nucleo investigativo hanno ricostruito omicidi e ferimenti che hanno insanguinato la Capitale tra fine 2013 e inizio 2014. Delitti di malavita — vendette e regolamenti di conti — che Orsini ha confessato incastrando mandanti e complici. Chi lo pagava dai 3 ai 25 mila euro per premere il grilletto e chi lo ha accompagnato o gli ha procurato armi e moto. Sotto protezione c’è anche la sua famiglia. 
 

«La mia compagna era la vittima mia — racconta in uno dei tanti interrogatori —, nel senso che mi vedeva... mi chiudevo in camera, studiavo. Tutte cose assolutamente... dal cambiamento del clima alla numerologia, mi davo le mie ragioni. Ero appassionato di tante cose agli antipodi di quello che facevo. Il cialtrone con quello che ancora riuscivo a fare. Ma era sempre una scusante per tenermi in piedi. Perché in verità, droga o no, nessuno fisicamente normale avrebbe retto il ritmo che avevo io».

 

killer orsinikiller orsini

Orsini, arrestato nel marzo 2014, è accusato degli omicidi di Federico Di Meo (Velletri, 24 settembre 2013), Sesto Corvini (Casal Palocco, 9 ottobre 2013) e Roberto Musci (21 gennaio 2014, Casalotti). Per uccidere ha sempre sparato cinque colpi di pistola — «il volume di fuoco era quello», ha ammesso con il pm — l’ultimo alla testa, con la vittima già a terra.

 

Ma ricorda che quando uccise Musci aveva «una borsa a tracolla, che è stata un po’ la firma delle cose che ho fatto. La tracolla perché nell’immaginario, mettendomi nella testa di uno che sta ai domiciliari, dico il fatto già che ti avvisano che è arrivato un ufficiale giudiziario, ti prende quel nodo alla pancia che era quel vantaggio che io mi prendevo sulla persona».

 

capitale criminalecapitale criminale

Con quel travestimento ha giustiziato sia Musci («Quando ci so’ andato ho capito che era una persona... mi è venuto avanti e uno che ti viene addosso quando tiri fuori un’arma, vestito com’ero io, freddo com’ero io, non era uno scemo, era uno che sapeva il fatto suo») sia Di Meo («Arrivò con una Uno, una macchina bianca. Dice: “Gli serve il documento?”. Dico: “Sì”. Mandai via il padre, gli dissi: “Guarda che è una cosa privata”. Non volevo assolutamente che rimanesse coinvolto. Fu un omicidio fotocopia di quello di Musci»). 
 

Ricordi nitidi, riportati nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri il 4 marzo scorso proprio nei confronti di chi si era rivolto a Orsini. Fra loro manca ancora, perché latitante, Carlo Gentile, 49 anni, che secondo il killer, suo amico, ha ucciso davanti a lui Sesto Corvini, accusato di essere un usuraio. «Ce l’aveva in giacenza, quella persona stava taglieggiando un dottore che, a quanto ho capito, ha pagato l’omicidio. Come si dice: era il committente», rivela ancora Orsini.

 

«Dopo l’omicidio mi sono drogato, l’ultimo anno mi sono drogato pesantemente, avevo pure le allucinazioni. Bevevo solo centrifughe, facevo quattro-cinque giorni senza dormire». Perché? «Dovevo coprire buffi (debiti ndr ), venivo dallo sfratto. E comunque la mia era una guerra solitaria». 
 

capitale criminale 2capitale criminale 2

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

luca zaia matteo salvini giorgia meloni

PRONTI? VIA: LE GRANDI MANOVRE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO SONO PARTITE. MATTEO SALVINI SOSTIENE CHE IL VERTICE DI OGGI A PALAZZO CHIGI SULLE CANDIDATURE SIA “ANDATO BENISSIMO”. MA A ZAIA FRULLANO I CABASISI E STA PENSANDO DI APPOGGIARE UN CANDIDATO DELLA LIGA VENETA. SE MELONI E SALVINI METTONO IN CAMPO IL FRATELLO D’ITALIA LUCA DE CARLO, IL “DOGE” LO ASFALTA ALLE URNE – CAOS PD: NELLA ROSSA TOSCANA ELLY SCHLEIN FA UNA FIGURACCIA ED È COSTRETTA A FARE PIPPA DI FRONTE AL CONSENSO DI EUGENIO GIANI – PER CHI SUONA LA CAMPANIA? IL SINDACO DI NAPOLI, MANFREDI, TRATTA CON DE LUCA E CONTE. E ELLY È FUORI DAI GIOCHI…