treno operai morti brandizzo

CRONACA DI UNA STRAGE ANNUNCIATA: QUATTRO DEI CINQUE OPERAI TRAVOLTI DAL TRENO IN CORSA ALLA STAZIONE DI BRANDIZZO NON ERANO QUALIFICATI PER LAVORARE SUI BINARI DELLA FERROVIA - ALLA SIGIFER, L'AZIENDA IN SUBAPPALTO INCARICATA DEI LAVORI, SOLO 18 DEI 73 DIPENDENTI AVEVANO I TITOLI PER OPERARE NEL CANTIERE - LA RABBIA DEI SINDACATI: "MAI COME IN QUESTI CASI PER EVITARE GLI INCIDENTI SONO UTILI LA FORMAZIONE…"

Estratto dell'articolo di Claudia Luise per la Stampa

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 10

 

È bastata una verifica in cassa edile per scoprire quello che era un sospetto […]: alla Si.gi.fer. quasi tutti i lavoratori (ben 73) hanno la qualifica di operai comuni. Appena 18 sono operai qualificati e 35 sono gli operai specializzati. «Questo vuol dire che hanno il livello più basso - spiega Claudio Papa segretario generale della Feneal Uil Torino - invece sono chiamati a svolgere mansioni per cui non si può essere operai comuni. Avere 73 operai comuni vuol dire che c'è già un problema».

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 4

 

E nella squadra travolta dal treno sembrerebbe - secondo gli investigatori - che quattro fossero proprio operai comuni. In linea di principio dunque non avrebbero potuto essere mandati a lavorare sui binari della ferrovia di Brandizzo: un cantiere ad alta specializzazione, non un cantiere di routine e che, perciò, richiedeva la presenza di addetti con determinate qualifiche. […]

 

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[…] aggiunge Massimo Cogliandro, segretario generale della Fillea Cgil Piemonte. «Mai come in questi casi per evitare gli incidenti sono utili la formazione, l'adozione di strumenti preventivi grazie ad un utilizzo virtuoso delle innovazioni tecnologiche, il potenziamento dei controlli nei cantieri. Solo così è possibile garantire la sicurezza, la regolarità e la legalità nei cantieri» aggiunge Mario De Lellis, segretario generale Filca-Cisl Torino.

 

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In procura a Ivrea il lavoro dei magistrati continua a concentrarsi su due aspetti: la piena ricostruzione della notte della tragedia (e a questo scopo l'audizione fiume di Vincenza Repaci, la dirigente della stazione di Chivasso che aveva negato l'autorizzazione ad avviare i lavori, potrebbe essere stata determinante) e la necessità di far luce sul fatto che entrare sui binari prima del via libera fosse una prassi o un fatto occasionale. In questo senso la testimonianza di Tonino Laganà, il fratello di Kevin, la più giovane delle vittime, potrebbe essere rilevante: anche il ragazzo è un dipendente della Si.gi.fer. e questa mattina verrà ascoltato dai magistrati come persona informata sui fatti.

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Tra gli elementi da approfondire, pure il certificato di sicurezza che sarebbe scaduto 28 luglio, quindi un mese prima dell'incidente. […] Come per altre certificazioni che erano scadute a luglio e che l'azienda ha rinnovato in tempo, si sta cercando di capire se anche in questo caso c'è il rinnovo e, magari solo per lungaggini burocratiche, non sia stato inserito nell'Attestazione. Nel caso non fosse così, spiegano i sindacati, l'azienda non avrebbe proprio potuto lavorare e sarebbe dovuta essere l'azienda committente, quindi Rfi, a controllare.

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