raul gardini sergio cusani serafino ferruzzi

"LA GARANZIA DI GARDINI PER LA SCALATA A MONTEDISON FU L’IMPERO DI SERAFINO FERRUZZI" – IL RACCONTO DI SERGIO CUSANI, CONSULENTE FINANZIARIO DI RAUL, CHE FINI’ IN CARCERE LO STESSO GIORNO (23 LUGLIO 1993) IN CUI IL CAPITANO D’IMPRESA DI RAVENNA SI SUICIDO’ – "QUANDO GARDINI DIVENTO’ L’AZIONISTA PIÙ IMPORTANTE DI MONTEDISON, CHIESERO ALLA BANCA DUEMILA MILIARDI DI LIRE. OVVIAMENTE LASCIANDO IN GARANZIA LE AZIONI MONTEDISON. PER QUALSIASI ALTRA PERSONA AVREBBERO CHIAMATO LA NEURODELIRI, IN QUEL CASO LE BANCHE SAPEVANO BENISSIMO CHE C’ERANO PIÙ DI 1.200 MILIARDI DI LIQUIDITÀ LASCIATI DA SERAFINO FERRUZZI ALL’ESTERO..."

sergio cusani 4

Trent’anni fa Raul Gardini si toglieva la vita con un colpo di pistola nella sua casa di Milano. Era il 23 luglio del 1993, un venerdì. Il capitano d’industria sentiva che gli inquirenti stavano arrivando a lui e si suicidò il giorno dei funerali di Gabriele Cagliari, il presidente dell’Eni a sua volta in carcere su richiesta dei magistrati di Mani Pulite. Anche Cagliari, disperato, aveva deciso di farla finita soffocandosi in cella.

 

Quel giorno finiva a San Vittore anche Sergio Cusani, il consulente finanziario che collaborava da anni con la famiglia Ferruzzi. Gardini aveva potuto portare a termine la scalata della Montedison grazie alle garanzie economiche che l’impero creato dal nulla da Serafino Ferruzzi gli aveva messo a disposizione. Il ruolo di questo grande imprenditore è stato fondamentale.

 

serafino ferruzzi

Perché partendo da Ravenna aveva costruito una realtà dalle fondamenta solidissime, un gigante di grande affidabilità economica. Ferruzzi fu tra i primi a costruire un sistema logistico e di trasporto privato per gestire in autonomia tutta la filiera delle sue attività industriali.

 

Estratto dell'articolo di Piero Fachin per “QN – Quotidiano Nazionale”

 

"Accidenti: abbiamo il 14%", disse Raul Gardini. Era lunedì, il 6 ottobre del 1986, Gardini era insieme a Carlo Sama e parlava al telefono con Umberto Maiocchi, il responsabile Borsa della Banca di Suez Milano a cui aveva affidato il compito di comprare, senza definire né il prezzo né la quantità, le azioni del colosso chimico. Di fatto dava avvio alla scalata non programmata, non studiata, non preparata.

 

raul gardini

La telefonata, quella telefonata che tanto cambiò di molte storie personali e di un pezzo della storia d’Italia, partiva dall’ufficio di Milano di un giovane manager. Partiva dall’ufficio di Sergio Cusani, proprio quel Sergio Cusani: il dirigente destinato a diventare l’uomo simbolo di Mani Pulite, il principale imputato del processo per la maxi-tangente Enimont, quello che tenne testa ad Antonio Di Pietro e a tutto il pool, il consulente condannato a 5 anni e 10 mesi scontati a San Vittore fino all’affidamento in prova, alla piena libertà, alla completa riabilitazione. L’uomo a cui tutti riconoscono tenacia e coerenza. "Ho le mie colpe, e le colpe restano", disse una volta davanti a una platea di magistrati.

 

“Sta iniziando male - sostiene Cusani, con voce pacata ma decisa - perché io non voglio partire da questo. Io sono qui solo per ricordare Serafino Ferruzzi, uno dei più grandi imprenditori italiani". Perché senza di lui, senza Ferruzzi, nessuna cosa sarebbe andata come è andata: Gardini non avrebbe mai scalato Montedison e nemmeno Enimont sarebbe mai nata. Parla piano, Cusani. E misura le parole, una a una. Riannoda i pensieri, mette in fila i ricordi fino a commuoversi.

 

sergio cusani 5

Serafino Ferruzzi, allora. Partiamo da lui, dall’imprenditore di Ravenna. Come vi siete conosciuti?

"Facevo apprendistato da Aldo Ravelli, uno dei più importanti commissionari della Borsa di Milano. Serafino veniva nello stabile dove lavoravo per incontrare un broker navale che aveva l’ufficio vicino a noi e che ci presentò Ferruzzi, che nessuno di noi conosceva".

 

Prima impressione?

PAUL CAYARD E RAUL GARDINI

"Bella. Una persona gentile. Garbata. Un bel sorriso. Quei due occhietti con uno sguardo al laser. Soprattutto, una persona curiosa di quello che avveniva nel mondo della finanza. Iniziai ad andare a trovarlo il mercoledì nel suo bugigattolo alla Borsa Merci di Milano, e a dargli la mia opinione sui mercati finanziari".

 

(...)

 

Il primo incarico?

"Mi chiama dal Brasile e mi dice: ‘Ho sorvolato (aveva un Bombardier Learjet transoceanico) in Veneto la Torviscosa, una tenuta di 4.500 ettari. I sentieri interpoderali dell’azienda sono asfaltati! Mai vista una cosa così in vita mia in tutto il mondo. Costa 42,5 miliardi di lire, se la rivendessi frazionata ne prenderei minimo 90. Ma non la venderei mai’".

 

Voleva comprarla?

serafino ferruzzi

"Ci sto arrivando: ‘Per domani mattina - mi disse - ti ho fissato un incontro con Enrico Cuccia a Mediobanca. Occupati tu della Torviscosa’. Io per tutta la notte studiai le carte che Ferruzzi mi aveva fatto avere, elaborai una scheda molto sintetica, una paginetta, con cui la mattina alle 11 mi presentai in banca.

 

Cuccia mi disse: cosa ha preparato per me? Io gli diedi la scheda. Lui commentò: bene, sintetica e chiara. Dica al dottor Ferruzzi che domani avrà a disposizione 42,5 miliardi. Ma lei domani mi farà avere tutta la documentazione alla base di questa scheda. Se ci sarà qualcosa che non corrisponde non dovrà più farsi vedere in questa banca, sarà il portiere a non farla entrare".

 

(...)

Chi era allora Ferruzzi per l’Italia?

"Uno sconosciuto. Anche se era ritenuto il maggior commerciante privato del mondo di prodotti cerealicoli. Alla borsa merci di Chicago quando entrava suonavano la campanella in segno di omaggio".

 

Commerciante o industriale?

"Allora commerciava. Ma la sua logica era industriale".

 

gardini agnelli berlusconi

Cosa vuol dire, nel concreto?

"Oggi si esternalizza tutto. A quei tempi, Serafino invece aveva un progetto diverso, allora all’avanguardia. Puntava su logistica, trasporti, silos di stoccaggio. Negli Usa alla foce del Mississippi aveva una enorme struttura di silos, 170 chiatte da mille tonnellate per il trasporto fluviale. Aveva una sua flotta di 16 navi per 752mila tonnellate di carico secco. Il più grande armatore privato d’Europa. Serafino voleva il totale controllo della filiera produttiva. Una visione quasi profetica: oggi, in un mondo di guerre e di tensioni, sta ritornando di grande attualità".

 

(...)

L’ultima volta che lo ha visto?

"Due giorni prima della morte, l’8 dicembre del 1979 a Roma. E per la prima volta con lui c’era il genero, Raul Gardini. Avevo invitato in Italia il più grande produttore di caffè del mondo, un brasiliano di origine turca: Atallà".

RAUL GARDINI1

 

Quanto valeva l’impero di Ferruzzi alla sua morte?

"Le stime dicono tre, quattromila miliardi di lire in proprietà. E in più 1.200 miliardi in liquidità, soprattutto all’estero dato che le sue grandi operazioni di trader internazionale erano estero su estero".

 

Quando entrò in scena Gardini?

"A metà degli anni Ottanta la finanza italiana, e in particolare Mediobanca, premeva affinché il gruppo Ferruzzi – che aveva Gardini come leader assoluto nella gestione – entrasse nel cosiddetto ‘salotto buono’, con una partecipazione del 2 e 3% in Montedison. C’era pressione su Gardini, anche dai giornali. Ricorda i titoli?".

idina ferruzzi e raul gardini

 

Li ricordi lei.

"Il Corsaro entra in Montedison. L’ora di Raul. Il pirata in azione. Insomma, lo tiravano da tutte le parti perché entrasse. Gardini venne a parlarne con me".

 

E lei che gli disse?

"Raul, se devi entrare, tu rappresenti il gruppo Ferruzzi. Il mio consiglio è di distinguerti per ciò che rappresenti. Prendi il 4, 5 per cento. Primus inter pares".

 

Come reagì?

"Mi fece una domanda: tu mi sai spiegare cosa c’è in Montedison? Fammi per favore una scheda, una fotografia della situazione. Io mi misi a lavorare due o tre giorni, gli feci una bella sintesi. Nella nota finale gli dissi: escluso il patrimonio immobiliare, comunque notevole, ha un valore molto superiore a quello di Borsa".

 

GARDINI AGNELLI

E arriviamo a quel lunedì del 1986, il 6 ottobre.

"Gardini venne da me verso le 11. Aveva appena dato incarico, un ordine aperto non circoscritto, di comprare azioni Montedison alla banca di Suez. Gli chiesi: che ordine hai dato, a che prezzo? Lui disse: ho detto di comprare tutto quello che viene. Poi alzò il telefono, e si mise a dire, con un mezzo sorriso che era anche un mezzo ghigno: "Accidenti". Gli chiesi: "Accidenti cosa?" E lui: "Abbiamo il 14%". Era diventato l’azionista più importante. E non penso assolutamente che i soci Ferruzzi ne fossero informati".

raul gardini

 

Fine della storia?

"Macché. Andava pagata l’operazione di acquisto. Subito mi attivai con Carlo Sama per fissare un incontro martedì mattina presto con Nerio Nesi, presidente della Banca nazionale del lavoro, con Raul Gardini e Carlo Sama. Chiesero alla banca duemila miliardi di lire. Ovviamente lasciando in garanzia le azioni Montedison".

 

Ma se la stessa garanzia l’avessimo proposta lei o io?

(Cusani sorride)

"Ci avrebbero cacciato o avrebbero chiamato la neurodeliri perché ci ritenevano pazzi. Ma in quel caso l’impegno era preso da Raul per il gruppo Ferruzzi. Cioè, il patrimonio di Serafino Ferruzzi è stato la migliore garanzia per l’affare Montedison. Le banche sapevano benissimo quale fosse il patrimonio del Gruppo e che c’erano più di 1.200 miliardi di liquidità lasciati da Serafino Ferruzzi all’estero".

GARDINI MORO 11sergio cusani 3GABRIELE CAGLIARI RAUL GARDINIsergio cusani 2idina ferruzzi raul gardini 1GARDINI MORO

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...