MAZZETTE DO BRASIL - DOPO SAIPEM ANCHE LA MULTINAZIONALE TECHINT È INDAGATA DALLA PROCURA DI MILANO PER CORRUZIONE NELLO SCANDALO PETROBRAS

TECHINTTECHINT

(ANSA) - Anche la multinazionale Techint è indagata nell'inchiesta della Procura di Milano che già coinvolge Saipem e con al centro una presunta corruzione internazionale e la società brasiliana Petrobras. Techint è stata perquisita a metà agosto e ha ricevuto un'informazione di garanzia.

 

Da quanto si è saputo, infatti, il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, a metà agosto, oltre a perquisire gli uffici di Saipem con contestuale informazione di garanzia, è entrato anche negli uffici milanesi del gruppo ingegneristico Techint, presieduto da Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda. Anche in questo caso si è trattato di una perquisizione con contestuale informazione di garanzia in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

 

SAIPEM ALGERIA SAIPEM ALGERIA

Lo scorso 13 agosto, Saipem aveva comunicato con una nota di aver ricevuto un'informazione di garanzia e una richiesta di documentazione nell'ambito della nuova inchiesta dei pm di Milano Fabio De Pasquale e Isidoro Palma per il presunto reato di corruzione internazionale, in relazione ad un contratto assegnato nel 2011 dalla società brasiliana Petrobras a Saipem SA (Francia) e Saipem do Brasil (Brasile).

 

Secondo quanto riportato da indiscrezioni di stampa, come era stato spiegato, "tale contratto è oggetto da parte delle autorità giudiziarie del Brasile di indagini nei confronti di alcuni cittadini brasiliani tra i quali anche un ex collaboratore di Saipem do Brasil". Petrobras, infatti, è dal 2014 al centro di una maxi inchiesta brasiliana, denominata 'Lava jato' (autolavaggio), che ha ad oggetto ipotesi di corruzione in cambio di appalti miliardari e pagamento di tangenti a politici locali.

 

Gianfelice Rocca Paolo Scaroni Gianfelice Rocca Paolo Scaroni

A fine luglio scorso, gli investigatori brasiliani hanno ipotizzato il pagamento di tangenti anche da parte di intermediari di Saipem per assicurasi dei contratti con Petrobras. Tra le cinque persone accusate di corruzione e riciclaggio dalle autorità brasiliane figurano l'ex rappresentante di Saipem in Brasile, Joao Antonio Bernardi Filho, e il precedente capo dell'engineering di Petrobras, Renato Duque (finito in carcere).

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