volo emirates falso allarme terrorismo

COME MAI L’AEREO EMIRATES PARTITO DA ATENE E DIRETTO A NEW YORK E' STATO COSTRETTO A UN ATTERRAGGIO DI EMERGENZA LO SCORSO 10 NOVEMBRE? SI SOSPETTAVA CHE A BORDO CI FOSSE UN  TERRORISTA – L’AMBASCIATA STATUNITENSE IN GRECIA AVEVA RICEVUTO UNA MAIL DAL COINQUILINO DI UNO DEI PASSEGGERI IN CUI SI AVVERTIVA CHE L’UOMO, UN TURCO, AVEVA INTENZIONE DI COMMETTERE UN ATTENTATO – LA FRANCIA HA VIETATO IL SUO SPAZIO AEREO AL VOLO CHE È TORNATO IN GRECIA – DOPO LE INDAGINI PERÒ…

Leonard Berberi per www.corriere.it

 

volo emirates

Sono passate da poco le cinque del pomeriggio di giovedì 10 novembre. Al Centro di controllo d’area di Brindisi, l’unità che supervisiona il traffico di una buona porzione dei cieli del Sud Italia, fino a quel momento è una giornata come le altre. Dalla Grecia sta arrivando un solo velivolo, un Boeing 777 di Emirates, con 228 passeggeri e 18 membri dell’equipaggio. 

 

falso allarme terrorismo voli emirates

Poco prima ai piloti è stato ricordato di cambiare la frequenza radio, inserendo quella della stazione radar pugliese per proseguire il viaggio con destinazione Newark, l’aeroporto di New York. A un certo punto un controllore ellenico contatta sulla linea dedicata il suo collega italiano. Non è una conversazione classica. 

 

«Buon pomeriggio Brindisi qui è Atene — esordisce in inglese —. Sta arrivando da voi un volo, l’Emirates 209. C’è un allarme specifico collegato all’aereo: ci è stato notificato che a bordo ci sarebbe un passeggero sospettato di essere un terrorista». Nei cieli italiani ed europei scatta ufficialmente l’allarme. A ricostruire al Corriere quanto successo sono fonti italiane e greche.

 

falso allarme terrorismo voli emirates

Ma prima un passo indietro. Verso l’ora di pranzo l’ambasciata statunitense di Atene riceve una email, spiega la polizia greca. Il messaggio sostiene che una persona, un turco da anni residente nel Paese balcanico, si sta imbarcando su uno dei due voli Emirates in partenza per Dubai e New York e ha intenzione di compiere un attentato. 

 

I funzionari dell’ambasciata avvertono i servizi segreti statunitensi che iniziano a indagare sulla credibilità della minaccia. Gli 007 ritengono che le informazioni fornite non siano «particolarmente affidabili», ma decidono di avvertire le autorità greche che danno l’ordine di ispezionare ciascun viaggiatore previsto sui due voli. 

falso allarme terrorismo voli emirates 2

 

Ma mentre l’aereo diretto a Dubai non è ancora decollato, quello per New York è già in volo e ormai a pochi chilometri dallo spazio aereo italiano. Ed è a questo punto che le autorità greche informano i controllori di volo di Brindisi: «C’è un allarme terrorismo».

 

Una volta nei cieli italiani dal Centro di controllo d’area di Brindisi contattano l’EK209. Sono le 17.03. Usano un tono di voce normale, salutano come da prassi, forniscono le informazioni necessarie per quel tratto di rotta. A bordo, infatti, non sanno nulla. Né i passeggeri né gli assistenti di volo né comandante e primo ufficiale. 

 

volo emirates 2

In parallelo il supervisore di Brindisi che ha ricevuto l’informativa dal collega greco attiva tutte le procedure previste per la gestione di un volo «problematico». La prima: applica una separazione doppia, rispetto allo standard, da tutti gli altri velivoli. Insomma: tiene alla larga gli aerei. La seconda: allerta lo «Sscam», il reparto gestito dall’Aeronautica militare che si trova in ogni centro di controllo d’area d’Italia per gestire i voli dei jet militari, le emergenze o quando bisogna intercettare un velivolo. Lo «Sscam» attiva le sue proprie procedure di sicurezza che di solito non sono note nemmeno ai controllori dei voli civili.

falso allarme terrorismo voli emirates 3

 

Da subito, però, gli italiani notano alcune «stranezze» rispetto a un tipico volo a rischio. L’aereo, per esempio, non devia dalla rotta stabilita dal piano di viaggio ricevuto e approvato da Eurocontrol per il segmento europeo. Non solo. I piloti non inseriscono il codice «7500» sul transponder per denunciare un atto illegale a bordo. 

Due piloti spiegano al Corriere che appena si ha il sentore di una situazione di pericolo a bordo la prima cosa che si fa è inserire proprio quelle quattro cifre perché vengano «catturate» dai radar di terra e perché scatti l’allarme. 

 

volo emirates 3

Questi due aspetti sono utili a far capire al controllo del traffico aereo di Brindisi che forse non si è in presenza di un atto terroristico. A comandante e primo ufficiale di Emirates in ogni caso — come da protocollo — non viene rivolta alcuna domanda perché non si può sapere se in cabina di pilotaggio ci sia un terrorista o meno.

 

emirates

Alle 17.23 — quando il Boeing è sopra la Calabria — i controllori di Brindisi «consegnano» l’aereo ai colleghi del centro di Roma che gestiscono la parte tirrenica, dalla Toscana fino alla Sicilia, Sardegna compresa. Ed è proprio quando il velivolo si trova sopra la Sardegna che la struttura della Capitale inizia il coordinamento con quella di Marsiglia che sovrintende anche lo spazio aereo della Corsica dov’è previsto transiti il velivolo emiratino. 

 

Verso le 18 gli italiani informano i transalpini che c’è un allarme terrorismo a bordo. Dieci minuti dopo Marsiglia comunica a Roma che la Francia ha deciso di non accettare quel volo nei propri cieli. I piloti vengono informati del blocco e il Boeing di Emirates gira per 25 minuti tra Sassari, Alghero e Olbia perché intanto cerca di avere dall’Italia l’ok ad atterrare in uno scalo del Paese.

 

emirates 16

Ma le autorità italiane avrebbero fatto capire di non volere l’aereo nello spazio nazionale. Per questo alle 18.36 il Boeing decide di tornare indietro, ad Atene. Il tragitto autorizzato, però, è quello che corre su acque internazionali — Tirreno, Mediterraneo — evitando che sorvoli la terraferma e soprattutto i centri abitati. Così fino a quando entra nello spazio aereo greco, alle 20 (ora italiana). 

emirates

 

Il centro radar di Atene invita i piloti a proseguire a sud del Paese, sempre in mare aperto, fino a destinazione. Alle 20.08 (le 21.08 in Grecia) il commando Nato autorizza due F-16 a decollare dalla base militare nell’isola di Creta per affiancare il velivolo Emirates fino alla capitale. Alle 20.56 (le 21.56 in Grecia) il Boeing 777 atterra allo scalo «Eleftherios Venizelos» e si ferma in un parcheggio lontano dal terminal principale. I passeggeri vengono fatti scendere, i loro bagagli vengono scaricati e si procede all’ispezione di ciascuno. Il cittadino turco oggetto dell’email viene fermato per accertamenti.

 

aerei da caccia militari

Verso le 23 (ora italiana) i controlli danno esito negativo. L’antiterrorismo greco rilascia il passeggero turco e la polizia conferma che «a seguito di un’indagine approfondita e dettagliata non sono state mosse accuse penali contro il sospettato». L’email che ha allarmato l’Europa, si scopre poi, è stata inviata dal compagno di stanza del viaggiatore finito nel mirino. 

 

«Emirates conferma che il volo EK209 del 10 novembre è rientrato in modo imprevisto ad Atene per essere sottoposto a controlli di sicurezza richiesti dalle autorità greche», dice un portavoce del vettore mediorientale che si scusa per i disagi e sottolinea che tutti i clienti sono stati fatti pernottare in hotel. 

 

I 228 passeggeri hanno aspettato un giorno prima di ripartire. L’aereo che doveva portarli a New York è tornato a Dubai e loro sono stati imbarcati su un altro Boeing 777 decollato venerdì 11 novembre alle 17.37 ora italiana per New York.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?