equifax hackeraggio

UN PECHINO DI SPIONAGGIO – IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DEGLI STATI UNITI HA INCRIMINATO QUATTRO SPIE DELL'ESERCITO CINESE PER IL MAXI-ATTACCO HACKER ALLA SOCIETÀ EQUIFAX – IL PROCURATORE GENERALE BARR: “È STATA UNA DELIBERATA E VASTA INTRUSIONE NELL’INFORMAZIONE PRIVATA DEL POPOLO AMERICANO”. GLI AGENTI CINESI HANNO SOTTRATTO I DATI DI 143 MILIONI DI CONSUMATORI STATUNITENSI E…

 

 

 

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

l'hackeraggio di equifax

Quattro ufficiali dell’Esercito di liberazione popolare (Pla) cinese sono stati incriminati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per l’attacco informatico che nel 2017 ha colpito la società americana di rating del credito Equifax sottraendo i dati personali di 143 milioni di consumatori statunitensi, compresi codice fiscale, data di nascita, indirizzi e numero della patente.

 

A dare l’annuncio il procuratore generale William Barr: “È stata una deliberata e vasta intrusione nell’informazione privata del popolo americano”. Il Dipartimento ha già diffuso i nomi e le foto dei quattro ufficiali dell’esercito cinese (Wu Zhiyong, Wang Qian, Xu Kei, Liu Kei).

 

WILLIAM BARR

Sui militari pende l’accusa di essersi infiltrati nel software Apache Struts Web Framework, portale di Equifax per gestire le dispute online, dopo settimane spese a studiare le vulnerabilità del sistema per poi rubare, oltre alle informazioni personali dei consumatori, una lunga lista di “segreti di mercato” dell’azienda.

 

donald trump william barr

Gli incriminati farebbero parte del 54esimo istituto di ricerca del Pla. Si tratta di un’unità della Ssf (Strategic support force), la forza di hackers istituita nel 2015 all’interno dell’esercito su disposizione del presidente Xi Jinping e considerata il fiore all’occhiello della guerriglia cibernetica di Pechino. Al suo interno, secondo l’intelligence americana, opera il collettivo hacker conosciuto con il nome di Apt10 e responsabile di dozzine di attacchi ad aziende e agenzie federali americane, come Ibm o laboratori per i jet a propulsione della Nasa.

xi jinping con la mascherina 5equifax

 

Per sfuggire ai controlli, gli ufficiali avrebbero dirottato il traffico online su 34 servers situati in 20 diversi Paesi e spiato le conversazioni criptate dei dipendenti di Equifax. “In breve, è stata un notevole, sconsiderato, criminale furto di informazioni di quasi la metà degli americani, così come del duro lavoro e della proprietà intellettuale di un’azienda americana, da parte di un’unità dell’esercito cinese”, ha detto Barr.

 

L’incriminazione del Dipartimento di Giustizia è quasi senza precedenti. Raramente infatti vengono incriminati ufficiali o agenti segreti di un esercito straniero per timore di ritorsioni. Ma il passo era dovuto, ha dichiarato in un comunicato il vice-direttore dell’Fbi David Bowdich, perché si tratta del “più grande furto di informazioni sensibili da parte di attori statali mai scoperto”.

l'hackeraggio di equifax 3l'hackeraggio di equifax 2

 

Venerdì scorso il direttore del Bureau Cristopher Wray, intervenendo a una conferenza, aveva parlato della strategia perseguita dal governo cinese per sottrarre informazioni in mano alle aziende americane utili a sviluppare i più svariati settori industriali, dall’agricolo a quello sanitario fino all’intelligenza artificiale. “Hanno mostrato che sono intenzionati a risalire la scala economica un furto alla volta a nostre spese” ha detto Wray.

 

equifax hackeraggio

L’attacco hacker a Interfax del 2017 è ancora oggi annoverato nella top-list delle più pericolose offensive cibernetiche che hanno mietuto vittime nel settore privato americano, preceduto solo dai due attacchi a Yahoo del 2016 che avevano sottratto complessivamente i dati di un miliardo e mezzo di utenti. Un’indagine del Congresso aveva concluso nel 2018 che la vulnerabilità del sistema di Equifax era “largamente prevedibile”. Alla compagnia era stata quindi comminata una salatissima multa di 575 milioni di dollari dalla Federal Trade Commission, parte dei quali è andata a rimborsare gli utenti rimasti vittime dell’attacco.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)