
“UNA STRANIERA VALEVA PIÙ PUNTI NELLA CLASSIFICA DEI RUBACUORI. UNA VOLTA AL LARGO, C'ERA ABBASTANZA INTIMITÀ PER LASCIARSI ANDARE” – FAUSTO RAVAGLIA STORICO BAGNINO DI RICCIONE, RACCONTA IL MITO DELLA RIVIERA ROMAGNOLA CHE FU: “ALL'EPOCA SI PRENDEVA IL MOSCONE CON IL PRENDISOLE, COSÌ LA STRANIERA SI METTEVA SUBITO COMODA E TU,AVEVI MODO DI FARE I TUOI TENTATIVI D'APPROCCIO” – “DAGLI ANNI 60 FINO AI '90, VENIRE QUI ERA UNA QUESTIONE DI STATUS. OGGI, C'È UN TURISMO MORDI E FUGGI” – “IL POTENZIALE DELLE FAMIGLIE È LIMITATO. È AUMENTATO TUTTO TRANNE STIPENDI E PENSIONI. GIUGNO È ANDATO BENE, LUGLIO MENO. MENTRE AGOSTO…” – I “VITELLONI” DI FELLINI, LA “RIVALITÀ” DEI PAESI STRANIERI E LA BOLKENSTEIN…
Estratto dell’articolo di Filippo Fiorini per “La Stampa”
Sono vitelloni, latin lover, rubacuori, «birri» di Romagna. Fieri di essere bagnini. Anche se il tempo scorre, loro restano gli stessi. […] Fausto Ravaglia, mezzo secolo in servizio alla sua Marano Beach di Riccione, racconta quel che è stata la Riviera, che cosa è cambiato, perché tanti sempre tornano e perché altri invece vanno altrove. Per il futuro, questi piccoli imprenditori che conservano nella conduzione famigliare il segreto della loro rinomata accoglienza, si sentono minacciati dai grandi capitali esteri a cui la direttiva Bolkenstein ha aperto le concessioni sulle spiagge. […]
Da quanto fa il bagnino?
«Sono 53 anni quest'anno».
Come è cambiata la Riviera?
«Strutturalmente, e nel modo d'uso. Oggi, c'è un turismo mordi e fuggi. Una volta, si facevano le vacanze lunghe. Ferie di 15 giorni o un mese. Dagli Anni 60 fino ai '90, venire qui era una questione di status e noi a Riccione, in questo siamo sempre stati un punto di riferimento».
[…] Che cosa ha causato il cambiamento?
«Un trauma notevole c'è stato nel 1989 e nel '90, per le mucillagini. Lì, hanno preso vigore le località balneari concorrenti, come quelle in Spagna. Poi, c'è stata una rivalità sempre più aggressiva dai Paesi emergenti. Sia chiaro, l'offerta in stile romagnolo non si trova da nessuna altra parte, ma anche altrove hanno ammodernato le strutture».
Come si è adeguato?
«Ho già fatto tre ristrutturazioni radicali. Dall'ombrellone e lettino, che c'era una volta, con i mosconi a remi, si è passati ai mosconi a pedali. Poi, le moto d'acqua. Dalla mucillagine in poi, abbiamo un po' girato le spalle al mare. Abbiamo iniziato a offrire servizi a terra, anche se la qualità dell'acqua migliorava.
C'è stata la deindustralizzazione del porto. Sono stati installati depuratori d'avanguardia. Il nostro Adriatico non è mai stato bello come oggi. Ora, ci concentriamo sui servizi: prima i campi da beach volley e tennis, le aree giochi per bambini e l'animazione. Abbiamo fatto gli idromassaggi e le piscine. C'è stato il periodo delle motonavi, che adesso vanno scomparendo, ora, ci sono i chioschetti per gli aperitivi».
E il mito del vitellone, sopravvive?
«Siamo parte della storia, la tradizione resta. Fellini ha immortalato per sempre il fenomeno com'era negli Anni 50, ma ci sono tante generazioni successive che ne hanno fatto parte, tenendo vivo questo spirito pieno di leggerezza e libertà».
Può svelare qualche trucco?
«Per esempio, all'epoca si prendeva il moscone per andare a fare il bagno. Ce n'erano di tre tipi e bisognava scegliere quello con il prendisole, così la straniera si metteva subito comoda e tu, al momento giusto, avevi modo di fare i tuoi tentativi d'approccio».
Per forza una straniera?
«No, ma con le italiane eravamo più impegnati durante la settimana, perché nei week-end arrivavano mariti e fidanzati. Poi, scherzando tra ragazzi, dicevamo che una straniera valeva più punti nella classifica dei rubacuori. Comunque, una volta al largo, c'era abbastanza intimità per lasciarsi andare. Però, mentre tu eri indaffarato, la corrente ti portava verso riva e finiva che ti vedevano i bagnanti, allora dovevi subito riprendere i remi e tornare al largo».
Che cosa vede nel futuro della Romagna?
«C'è la grossa incognita della Bolkenstein, per cui chiunque può partecipare al bando per le spiagge. Anche le multinazionali. Questo è un pericolo per la nostra identità, la storia, la gestione famigliare fatta di microimprese accoglienti. Lo abbiamo visto succedere a Jesolo, dove la Geox ha acquistato sei bagni. Su questo, c'è una grossa responsabilità politica, in cui vedo poche idee e molto confuse. La nostra categoria, poi, non ho mai capito perché, gode di poca simpatia, ma è un lavoro di grande impegno, umano ed economico, che comincia da marzo».
[…] La stagione, come va?
«Non tutte le ciambelle riescono con il buco, e questa sta venendo col buco storto: il potenziale delle famiglie è limitato. È aumentato tutto tranne stipendi e pensioni. Il meteo è imprevedibile e, se le previsioni mettono pioggia, molti disdicono all'ultimo momento. Non dimentichiamoci che noi qui vendiamo soprattutto l'ombra. Giugno è andato bene, anche grazie agli eventi prima dell'alta stagione. Luglio, meno. Agosto promette sold-out, almeno nelle settimane centrali. Comunque, i conti li facciamo quando chiudiamo gli ombrelloni».