
FINALMENTE SPUNTA IL NOME DEL PRESUNTO AMMINISTRATORE DEL SITO "PHICA.NET": SI CHIAMA VITTORIO VITIELLO, HA 45 ANNI E VIVE A FIRENZE - SAREBBE LUI L'UOMO MISTERIOSO CHE SI CELAVA DIETRO IL NICKNAME DI "BOSS MIAO" E "PHICAMASTER". CON QUEI NOMIGNOLI, ESTORCEVA DENARO ALLE DONNE CHE CHIEDEVANO LA RIMOZIONE DELLE LORO FOTO DAL SITO: IL PREZZO PER TOGLIERLE ANDAVA TRA I 350 E I 2 MILA EURO - UNA SHOWGIRL, CHE VUOLE RIMANERE ANONIMA, RACCONTA DI AVER VISTO SU "PHICA.NET" ALCUNI SCATTI DI LEI SENZA REGGISENO, RUBATI DURANTE UN SET FOTOGRAFICO - I SERVER DELLA PIATTAFORMA SONO "NASCOSTI" IN CINA E RUSSIA: PAESI CHE DIFFICILMENTE COLLABORERANNO CON L'ITALIA...
ECCO CHI C’È DIETRO AL SITO SESSISTA PHICA. ACCUSE DI ESTORSIONE DOPO IL FURTO DELLE FOTO
Estratto dell'articolo di Stefano Vergine per “Domani”
pacchetti rimozione foto phica.net
Si chiama Vittorio Vitiello, ha 45 anni e risiede a Firenze l'uomo che, secondo gli investigatori italiani, starebbe attualmente dietro il sito Phica, finito al centro delle denunce di decine di donne italiane. Nato a Pompei e titolare dal 2023 di una piccola società in Italia, Vitiello sarebbe dunque oggi l'amministratore del sito www.phica.eu.
Online dal 2005, il sito da giovedì scorso è inaccessibile. Attualmente sulla pagina campeggia una scritta in cui si legge: «Attenzione! Phica è un sito per adulti, con contenuti sessualmente espliciti». Fino a poco tempo fa a questo indirizzo si potevano trovare foto di donne, famose e non famose, a volte anche minorenni, ritratte sovente in situazioni intime.
Condivise dagli utenti registrati al sito senza il consenso delle stesse donne, le foto venivano caricate per essere commentate dai visitatori, quasi sempre in modo offensivo. Sebbene già da qualche anno alcune vittime avessero chiesto la chiusura del sito, Phica è diventato un tema di dibattito pubblico solo da pochi giorni, sulla scia delle polemiche nate intorno a una vicenda simile: quella della pagina Facebook “Mia Moglie”, dedicata alla condivisione di foto private delle mogli e delle partner degli iscritti.
pacchetti rimozione foto phica.net
A differenza del gruppo Mia Moglie, Phica presentava anche molte immagini di donne famose. Tra queste c’erano, ad esempio, le foto di Chiara Ferragni, Chanel Totti, Paola e Chiara, di diverse giornaliste televisive, ma anche di politiche come la premier Giorgia Meloni e le parlamentari Alessandra Moretti, Lia Quartapelle e Alessia Morani. [...]
Sebbene spesso le foto fossero state estratte dai profili social, in alcuni casi si trattava di scatti che le donne non avevano mai pubblicato. È quello che ha raccontato a Fanpage.it una delle vittime, spiegando che le sue immagini in topless, postate poi da qualcuno sul sito, le erano state scattate di nascosto da un fotografo durante un servizio (la persona se n’è accorta osservando l’ambientazione).
Di più. La persona intervistata da Fanpage, che ne ha mantenuto riservata l’identità spiegando solo che si tratta di una nota showgirl italiana, ha raccontato anche di essere stata ricattata. Per rimuovere i contenuti, infatti, le sarebbe stato proposto di pagare dei pacchetti da 250 a 1.000 euro mensili da versare in bitcoin, oppure tramite Paypal o bonifico effettuato da amici e familiari.
La procura di Roma e la Polizia postale sono al lavoro da giorni per risalire con certezza a chi gestisce la piattaforma Phica e il presunto giro estorsivo, oltre che per identificare chi postava le foto delle donne ignare e gli autori dei commenti sessisti. Oggi ci sarà una riunione in Procura.
Considerato dagli investigatori l'amministratore di Phica, Vitiello è proprietario in Italia della società Lupotto Srls, costituita all'inizio del 2023 a Genova con l'obiettivo ufficiale di condurre campagne pubblicitarie sui social network attraverso influencer. Dai bilanci ufficiali la società risulta aver fatturato circa 150mila euro all'anno nel 2023 e nel 2024, con utili netti rispettivamente di 69mila e 65mila euro. I rendiconti finanziari non offrono ulteriori informazioni sull'attività dell'impresa.
Secondo un'analisi letta da Domani, ci sarebbe proprio un uomo di nome Vittorio, nato nella stessa data di Vitiello, dietro le richieste estorsive fatte alle vittime di Phica. Lo sostiene un'analisi della società dell'esperto di cyberintelligence, Alex Orlowsky, che ha cercato di tracciare il profilo dell'amministratore del sito, arrivando a capire alcune cose.
Questo Vittorio, dice la società di Orlowsky, cercava di estorcere denaro alle vittime del suo sito presentandosi falsamente come collaboratore della Polizia Postale e usava pseudonomi come Bossmiao, Phicamaster, Phicanet e Miao.
UN RACKET DIETRO I SITI SESSISTI IL TARIFFARIO DELL’ORGANIZZAZIONE
Estratto dell'articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Un vertice in Procura, oggi a Roma, per esaminare il materiale raccolto finora e decidere i passi futuri della nascente inchiesta sui cosidetti siti «sessisti», il gruppo Facebook «Mia Moglie» e il sito Phica.Eu , dove sono circolate decine di migliaia di immagini non autorizzate di donne, anche famose, in contesti privati e pubblici.
Al clamore della vicenda non è corrisposto finora un numero altrettanto sostanzioso di denunce (molte di più le segnalazioni sui social) ma l’ampiezza e gravità del fenomeno è fuori discussione.
E la direzione che sembra emergere dagli accertamenti della polizia postale porta a contestazioni ancora più gravi degli insulti beceri, dei commenti violenti e dell’utilizzo di immagini di profili pubblici in contesti così lontani dai soggetti fotografati: si parla di estorsioni, ricatti, fino a ipotizzare una possibile associazione a delinquere che prende «in ostaggio» quelle foto e chiede denaro per rimuoverle e cancellarle. Il primo passo è decidere se unificare a Roma le denunce arrivate anche in altre Procure.
A oggi, non ci sono indagati ma le verifiche si concentrano su una serie di personaggi già identificati. Il profilo più significativo è quello che si cela dietro il nickname Phica Master o Boss Miao (dalla foto profilo di un gatto) a cui hanno fatto riferimento in passato numerose donne che chiedevano di rimuovere dal sito, oggi chiuso, i contenuti che le riguardavano.
Molte di loro si sono viste chiedere in cambio cifre che arrivano fino a qualche migliaia di euro, sul falso presupposto del lavoro necessario a rimuovere quel materiale. Falso, perché i server di riferimento sono risultati essere in Cina e Russia, quindi fuori dal controllo di un singolo gestore italiano, tenendo fermo che di questo si tratti. Boss Miao (come rivelano anche alcune mail diffuse da Fanpage ) fissava anche un tariffario in base all’impegno necessario per questa millantata rimozione: 350 euro per i casi più facili (poche ore o giorni di lavoro), 2 mila e oltre per quelli più radicati in rete (mesi di pulizia).
Qui si innestano gli altri due nomi sui quali sono in corso verifiche, due sedicenti avvocatesse i cui nomi però non compaiono in nessun albo, che sarebbero state incaricate di ricevere e attestare i pagamenti. Una estorsione, insomma, con profili di revenge porn , vero business di questi siti, molto più che le interazioni e il «traffico» generato da centinaia di migliaia di utenti in 20 anni di attività.
Il sito aveva all’interno una sorta di motore di ricerca che pescava dal web foto di personaggi famosi una volta digitato il loro nome nella apposita finestra. In molti casi, però, si trattava di «acchiappa clic», foto o fermi immagine di trasmissioni tv o altri eventi pubblici, associate però a presunte rivelazioni morbose. La diffamazione è un altro capitolo da esplorare assieme a quello degli epiteti e delle oscenità con cui i frequentatori del sito facevano quasi a gara per commentare le immagini. [...]
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COMUNICATO DI CHIUSURA DEL SITO PHICA.EU
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