davide lacerenza filippo champagne romeo nevio lo stirato

LA "GINTONERIA": "LA PARODIA AGGIORNATA DELLE MILLE E UNA NOTTE PER POVERACCI CON TANTA 'FRESCA' (I SOLDI) IN TASCA" - SULLA "STAMPA" IL RITRATTONE DEL LOCALE DI DAVIDE LACERENZA, FINITO AI DOMICILIARI CON L'ACCUSA DI SPACCIO E SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE, SIMBOLO DI UNA MILANO INVASA DA MARANZA DELLE PERIFERIE E A BALORDI FESTAIOLI COL ROTOLO DI CONTANTI IN TASCA: "IN 'GINTONERIA' C'ERANO CLIENTI DISPOSTI A PAGARE DIVERSE CARTE DA MILLE PER BOTTIGLIE RABBOCCATE, CHAMPAGNE VINTAGE, RAGAZZE, COCAINA BIANCA, ROSA, E GIÙ PER LI RAMI DI UN DEGRADO POST-BORGHESE, PIÙ SIMILE A UN PORNO AMATORIALE CHE A UN DISEGNO DI GROSZ"

Estratto dell'articolo di Alessandro Robecchi per “La Stampa”

 

lacerenza gintoneria

«Fare ballare la fresca». Segnatevi questa frase, ci arriveremo. Per il momento si sappia che è un gergo milanese (ma nemmeno! La caricatura di un gergo milanese) che sta per: spendere soldi, molti, buttarli dalla finestra, ostentare lo spreco, l'equivalente di accendersi il sigaro con un biglietto da cento dollari. Il tutto ambientato nell'immediata periferia della Stazione Centrale di Milano, via Napo Torriani, location già leggendaria (leggi: instagrammabile) della Gintoneria, in questi giorni nota - notissima - alle cronache. 

 

Ultima fermata, insomma, per chi ama la fenomenologia dei ricchi scemi, il posto dove quel certo Davide Lacerenza con i suoi sodali, soci, amici, l'ex fidanzata promossa contabile Stefania Nobile, con Wanna Marchi annessa, metteva in scena la parodia aggiornata delle Mille e una Notte per poveracci con - appunto - tanta fresca in tasca. Clienti compresi, disposti a pagare diverse carte da mille (diversi k, dicono lì) per bottiglie rabboccate, champagne vintage, ragazze un po' meno di lusso, cocaina bianca, cocaina rosa, e giù per li rami di un degrado post-borghese, più simile a un porno amatoriale che a un disegno di Grotz. [...]

 

clotilde conca davide lacerenza 1

Vennero gli Anni Ottanta, il decennio lungo almeno quanto il Novecento fu il secolo breve, e quella narrazione si divise in due rette distinte ma convergenti. La prima: il racconto ideologico della Milano da bere, tutti ricchi, Silvio&Bettino, la réclame che diventava spot, cornucopia infinita di «dané» (ah, la fresca!), le pennette alla vodka, il «modello Milano».

 

La seconda, più invisa agli intellô progressisti ma pesante assai sull'immaginario collettivo: il cinepanettone, dove il milanese è per convenzione «il pirla coi soldi», uno col Ferrarino, l'amante vistosa, l'accento da «cumenda», la vacanza a Cortina e infinite variazioni sul tema. I due rami convergevano, dannazione, e Milano - la mia Milano, quella che accoglie tutti, medaglia d'oro della Resistenza - diventava la macchietta di se stessa, una parodia volgare e prevedibile, foss'anche divertente, ma alla fine - il genius loci non scherza - triste.

 

Ed ecco che possiamo tornare in via Napo Torriani, alla Gintoneria, nipote di quell'impasto diabolico che vuole la grana, la fresca, i dané, come pilastro di una weltanschauung che non ne conosce più altri, di pilastri. Non è la prima volta.

 

DAVIDE LACERENZA PARLA CON FABRIZIO CORONA

Si finse stupore quando alle cronache, invece del lupanare di Lacerenza & Co, balzò l'attico superlusso chiamato «Terrazza Sentimento», dove il milionario criminale Alberto Genovese offriva a tutti coca, feste, balli e tuffi in piscina, tenendo per sé (e filmandole) orrende violenze sessuali, sadismi vari, brutalità.

 

Arrivò un'ondata di sdegno, a braccetto con la sociologia spicciola: i soldi facili, il senso di impunità, e la bella gioventù dell'upper class che ronzava intorno ai vassoi di cocaina in omaggio. Degrado, si disse, ed era il minimo sindacale. Ma anche il segnale di un cambiamento nella struttura sociale della città, un aggiornamento dei suoi miti.

COCAINA ALL INTERNO DELLA GINTONERIA DI DAVIDE LACERENZA

 

La spina dorsale di Milano, la piccola e media borghesia produttiva, gli impiegati, i professori, i capifamiglia monoreddito, stritolati dalla crisi, dai salari fermi, se ne stavano acquattati, annichiliti, impauriti dallo scivolare verso la povertà; e in primo piano balzavano i maranza trap delle periferie, oppure i balordi festaioli col rotolo di contanti in tasca.

 

Non più imprenditoria, industria e finanza, ma hype social e autopromozione, ostentazione burina e schiaffo alla miseria, volgarità scambiata per «colore locale» e folklore gossip da celebrare con un sorriso condiscendente. Una mutazione genetica.

DAVIDE LACERENZA

 

Alla Gintoneria, forse, nessuno si è fatto male, a parte i clienti spennati e il povero cretino che ci ha lasciato in tre anni, tra coca, champagne e señoritas, 640.000 euro, peggio per lui. Eppure un dolore c'è: che quella roba, oggi, passi per «Milano», che confonda caricatura e realtà.

 

Davide Lacerenza che innaffia «il ferro» (la Ferrari a noleggio) con il Dom Pérignon, i racconti compiaciuti di quel «Filippo Champagne», un Cipollino senza risate, le registrazioni delle povere ragazze chiamate «cavalle» e affittate al miglior offerente, i resoconti di quanti k ha speso Tizio e quanti Caio. Tutto filmato e in bella vista su Istagram e Tik Tok, tutto «in chiaro», tutto documentato come a costruire una mitologia che di mitologico non ha niente: finita la fresca, chiuso il locale, prosciugata la grana, fine del mito, tutti a casa, qualcuno ai domiciliari.

 

DAVIDE LACERENZA IN FERRARI

Ma poi: mica tanto caricatura, in una città dove potevi tirar su un grattacielo fingendo una ristrutturazione, e poi lamentarti se si bloccava tutto leggi alla mano, «fermando lo sviluppo», cioè il giro della fresca. Un posto con salari italiani e prezzi newyorkesi, i meno abbienti espulsi verso l'hinterland e la riccanza che conquista terreno.

 

Forse una metafora, allora: Milano nello specchio deformante, con il video della ragazza, probabilmente di quelle a tassametro, che insulta i poveri («Poveri di merda… qui non li vogliamo, i poveri»), o Filippo Champagne che dice che lì non spacciava nessuno e che la droga la vendono «I neri della Stazione Centrale», tanto per confermare che l'immunità, qui e ora, la fornisce «la fresca che gira». Perché le caricature, anche le più brutte, alla fine, qualcosa di vero lo contengono.

DAVIDE LACERENZAwanna marchi stefania nobile davide lacerenzaFILIPPO CHAMPAGNE - DAVIDE LACERENZA - NEVIO LO STIRATOAUTOBIOGRAFIA DI DAVIDE LACERENZADAVIDE LACERENZA STEFANIA NOBILE DAVIDE LACERENZA - 1

Ultimi Dagoreport

roberto cerreto

DAGOREPORT – MA GUARDA CHE COINCIDENZA! ROBERTO CERRETO, IL CONSIGLIERE PARLAMENTARE FINITO SOTTO INCHIESTA DISCIPLINARE (ANCORA IN CORSO) CON L’ACCUSA DI ESSERE L’AUTORE DI ANONIME E CALUNNIOSE LETTERE PER BRUCIARE ALTRI PRETENDENTI AL RUOLO DI VICESEGRETARI DELLA CAMERA, DAL 2022 RICOPRE ANCHE IL RUOLO DI CONSIGLIERE DEL CDA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA – BENE: COME MAI IL VISPO CERRETO NON HA MAI MANIFESTATO, O QUANTO MENO INFORMATO, IL RETTORE DELL’ISTITUTO DEL VATICANO, ELENA BECCALLI, DI ESSERE PORTATORE DI INTERESSE SU UNA VICENDA GIUDIZIARIA CHE RIGUARDAVA LA SUA COMPAGNA, CHE HA CREATO QUALCHE IMBARAZZO ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA? AH, SAPERLO…

corte dei conti sergio mattarella giorgia meloni nicola gratteri matteo salvini elly schlein giuseppe conte guido carlino

DAGOREPORT - CHI SONO I VERI OPPOSITORI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI? L'AMMUCCHIATA SCHLEIN-CONTE? I MISSILI DI RENZI, "BAGNATI" PER LE SPACCONATE DEL PASSATO? QUEL SINDACATO DI PENSIONATI DI LANDINI? L’”ODIO E VIOLENZA” DI IMMAGINARI SINISTRELLI? I QUOTIDIANI DE SINISTRA? LA7? - CERTO, UN FATTO CHE DESTABILIZZA LA STATISTA DI COLLE OPPIO È LA VANNACCIZZAZIONE DI MATTEO SALVINI. MA IL VERO OPPOSITORE ALL'AUTORITARISMO DEL GOVERNO MELONI È IL COSIDDETTO DEEP STATE (QUIRINALE, MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, RAGIONERIA GENERALE, MILITARI, ETC) – LO SCONTRO CON GLI APPARATI ADDETTI AL CONTROLLO E ALLA VIGILANZA DEGLI ATTI DELL'ESECUTIVO VA AVANTI DA TRE ANNI: DAI RILIEVI CONTABILI DELLA CORTE DEI CONTI SULLE SPESE DEL PNRR AL PONTE SULLO STRETTO, ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO CHE E' RIUSCITA A COMPATTARE TUTTE LE CORRENTI DELLA MAGISTRATURA - PURTROPPO LA DUCETTA E' NATA ALLA GARBATELLA E NON IN AMERICA, DOVE LA DEMOCRAZIA PERMETTE DI ELEGGERE UN TIRANNO CHE FA FUORI TUTTI COLORO CHE OSANO CONTRADDIRLO...

rafael - palantir

DAGOREPORT - L’ENNESIMA PROVA CHE LA TECNOLOGIA SIA OGGI UN‘ARMA ASSOLUTA SI CHIAMA ‘’RAFAEL ADVANCED DEFENSE’’ - E’ UNA DELLE TRE MAGGIORI AZIENDE ISRAELIANE NEL SETTORE DELLA DIFESA, CHE HA CONTRIBUITO AL SISTEMA DI DIFESA AEREA IRON DOME - GRAZIE AL SUCCESSO DELL’ULTIMA ARMA LASER, IRON BEAM 450, CAPACE DI INTERCETTARE E ABBATTERE DRONI, RAFAEL HA CONQUISTATO I MERCATI DEGLI STATI UNITI, EUROPA, ASIA, MEDIO ORIENTE, AMERICA LATINA E AFRICA - OTTIMI SONO I RAPPORTI CON LA PALANTIR DI PETER THIEL, “ANIMA NERA” DI TRUMP E DELLA TECNO-DESTRA USA, GRAZIE A UN SISTEMA DI INTERCETTAZIONI RAFAEL CHE FA A MENO DI INOCULARE SPYWARE NEL TELEFONINO, SOSTITUENDOLO CON UN LASER - IN CAMBIO DELLA TECNOLOGIA RAFAEL, THIEL AVREBBE PRESO A CUORE IL TRACOLLO ECONOMICO ISRAELIANO, PER GLI ALTISSIMI COSTI DELLA GUERRA A GAZA, RACCOGLIENDO MILIONI DI DOLLARI NEGLI STATI UNITI PER FINANZIARE IL GOVERNO DI NETANYAHU - CHE COMBINA LA RAFAEL NEL PORTO DI RAVENNA - DRONI RAFAEL: COME LA STRAGE DI GAZA DIVENTA UNO SPOT PROMOZIONALE VIDEO

elly schlein giorgia meloni marche matteo ricci acquaroli

DAGOREPORT - SOTTO L’ALA DEL MASOCHISMO-HARD, IL PD DI ELLY AFFRONTA DOMENICA L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLE MARCHE - UN VOTO CHE VEDE IL MELONISSIMO FRANCESCO ACQUAROLI CONTRO UN BIG RIFORMISTA DEL PD, MATTEO RICCI, CHE I SONDAGGI DANNO IN SVANTAGGIO DI UNA MANCIATA DI PUNTI - MOLTO DIPENDERÀ DALL’ASTENSIONE, MALATTIA CHE HA CONTAGIATO UNA BELLA MAGGIORANZA DI ELETTORI DI CENTROSINISTRA, CHE NE HANNO PIENE LE SCATOLE DELLE ZUFFE E SCISSIONI E RIVALITÀ DA COMARI DI COLORO CHE DOVREBBERO DAR VITA A UN’ALTERNATIVA SALDA E UNITA ALL’ARMATA BRANCA-MELONI - PERDERE LE MARCHE PER LA DUCETTA SAREBBE UNO SCHIAFFO TALE CHE L'UNICA ''RICOMPENSA" SAREBBE IL CANDIDATO DI FDI ALLA REGIONE VENETO, DOVE LA LISTA DI LUCA ZAIA, CHE ALLE REGIONALI 2020 INCASSÒ IL 42% DEI VOTI, E' DIVENTATA UNA VARIABILE CHE NE' MELONI NE' SALVINI RIESCONO PIÙ A CONTROLLARE...

almasri carlo nordio alfredo mantovano matteo piantedosi

CASO ALMASRI: I MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI HANNO RACCONTATO SOLO MENZOGNE AL PARLAMENTO – NON SERVE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER CAPIRLO, BASTA LEGGERE I LORO INTERVENTI ALLA CAMERA - 5 FEBBRAIO 2025, NORDIO: ‘’IL MANDATO D'ARRESTO DELLA CORTE DELL'AJA NEI CONFRONTI DI ALMASRI ERA NULLO: È ARRIVATO IN LINGUA INGLESE SENZA ESSERE TRADOTTO E CON VARI ALLEGATI IN LINGUA ARABA, CON UNA SERIE DI CRITICITÀ CHE AVREBBERO RESO IMPOSSIBILE L'IMMEDIATA ADESIONE DEL MINISTERO ALLA RICHIESTA ARRIVATA DALLA CORTE D'APPELLO DI ROMA’’ - 7 AGOSTO 2025: IL GOVERNO INGRANA UNA CLAMOROSA MARCIA INDIETRO CHE SMENTISCE NORDIO E PIANTEDOSI, LEGITTIMANDO L'ILLICEITÀ DEI LORO ATTI: '’AGITO A DIFESA DELL'INTERESSE DELLO STATO” - DEL RESTO, SECONDO QUANTO SI LEGGE DALLA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE DEI GIUDICI, "APPARE VEROSIMILE CHE L'EFFETTIVA E INESPRESSA MOTIVAZIONE DEGLI ATTI E DELLE CONDOTTE TENUTE" DA NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO SIANO LEGATE ALLE "PREOCCUPAZIONI PALESATE" DAL DIRETTORE DELL'AISE CARAVELLI SU "POSSIBILI RITORSIONI PER I CITTADINI E GLI INTERESSI ITALIANI IN LIBIA" - IL VOTO DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DELLA CAMERA È PREVISTO PER IL 30 SETTEMBRE…