giuseppe uva

IL GIOCO DELL'UVA - ASSOLTI POLIZIOTTI E CARABINIERI ACCUSATI DELL'OMICIDIO DI GIUSEPPE UVA, L'OPERAIO MORTO NEL 2008 DOPO AVER PASSATO UNA NOTTE IN CASERMA - ERA STATO IL PROCURATORE CAPO A CHIEDERE L'ASSOLUZIONE - UNA PARENTE URLA: ''MALEDETTI!''

Sandro De Riccardis per ''la Repubblica''

 

Sono stati assolti i sei poliziotti e i due carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità nei confronti di Giuseppe Uva, l'operaio di 43 anni, l'uomo morto nell'ospedale di Circolo di Varese nel giugno del 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri la notte tra il 13 e il 14 giugno 2008. Era stato lo stesso titolare dell'accusa, il procuratore capo di Varese Daniela Borgonovo a chiedere l'assoluzione per tutti.

lucia uva sorella di giuseppelucia uva sorella di giuseppe

 

Dopo la lettura della sentenza gli imputati si sono abbracciati, mentre una parente dell'uomo è uscita dall'aula gridando "maledetti".  "Continueremo la nostra battaglia", ha promesso la sorella di Uva, Lucia. In tribunale si è presentata con una maglietta con stampata la foto del fratello e la scritta 'Giuseppe Uva-aspetto giustizia'. Dopo la sentenza, ha indossato un'altra t-shirt con la scritta 'assolti perché il fatto non sussiste'. Come a dire, se l'aspettava. Sollevati invece gli assolti.

 

"Finalmente è stata fatta giustizia", è stato il commento di Stefano Dal Bosco, uno dei due carabinieri. "Eravamo tranquilli - ha spiegato - perché quella notte non è successo nulla e nessuno di noi ha commesso reati. Non poteva andare diversamente". Con lui sono stati assolti il collega Paolo Righetto, e sei poliziotti: Gioacchino Rubino, Luigi Empirio, Pierfrancesco Colucci, Francesco Barone Focarelli, Bruno Belisario e Vito Capuano).

 

giuseppe uvagiuseppe uva

Secondo l'accusa, nonostante le gravi lacune dell'indagine - di cui era titolare il pm Agostino Abate, poi trasferito a Como dal Csm - gli indizi a sostegno della tesi del pestaggio in caserma erano fragili. "Non ci sono prove di comportamenti illegali", aveva detto il pm nella scorsa udienza. E l'unico testimone di quella notte, Alberto Biggiogero, l'amico portato in caserma insieme a Uva quella notte, è stato considerato dalla stessa accusa inattendibile. Tesi fatta propria dai giudici della Corte d'Assise di Varese che hanno assolto tutti i sei appartenenti alle forze dell'ordine.

 

GIUSEPPE UVA GIUSEPPE UVA

Giuseppe Uva era stato fermato ubriaco per strada. "Un clochard sporco e puzzolente" che "viveva di espedienti" lo aveva descritto l'avvocato Luciano Di Pardo, del collegio difensivo delle divise nel corso della sua arringa, scatenando l'indignazione della sorella. La donna, nelle scorse settimane aveva imitato Ilaria Cucchi con cui è da tempo in contatto, e aveva pubbicato su Facebook una foto del poliziotto coinvolto nell'inchiesta. In più, insieme agli altri familiari dell'uomo, aveva chiesto un risarcimento simbolico di 4 euro, uno per ogni capo d'accusa (omicidio preterintenzionale, abbandono di incapace, arresto illegale e abuso di autorità). "Non ci interessano i risarcimenti - aveva spiegato - ma capire che cosa è successo quella notte".

 

La famiglia è convinta che il decesso sia stato provocato dalle percosse e dalle manganellate inflitte all'uomo dagli agenti che lo tenevano in custodia. Ma lo stesso procuratore aveva definito "assolutamente legittima la condotta di carabinieri e poliziotti intervenuti nel tentativo di contenere Uva che, insieme all'amico stava dando in escandescenze". Secondo la rappresentante della pubblica accusa, le forze dell'ordine, quella sera, "non hanno fatto altro che il loro dovere", si sono comportati in modo "proporzionato" alla situazione e soprattutto "conforme alla legge".

GIUSEPPE UVA GIUSEPPE UVA

 

Diverse le reazioni politiche. Il segretario della Lega Matteo Salvini si è detto felice per l'assoluzione, "troppo fango su chi indossa una divisa". Concetto ribadito dal senatore di Fi Maurizio Gasparri: "Basta criminalizzazioni". Ma il senatore del Pd Luigi Manconi parla di "processo condizionato da un'indagine condotta in maniera pedestre, fino all'altro ieri, dal pubblico ministero Agostino Abate, si è concluso com'era fatale che si concludesse".

 

"Abate - ha spiegato Manconi sottolineando "la certezza dell'illegalità del fermo e del trattenimento per ore in una caserma" - ha dominato l'intera vicenda giudiziaria dal 2008 ad oggi con un comportamento del tutto simile a quello che lo ha portato a trattenere, per oltre 27 anni, il fascicolo relativo all'assassinio di Lidia Macchi, prima che gli venisse tolto di autorità. Per quello tenuto nei confronti della vicenda giudiziaria relativa alla morte di Giuseppe Uva è stato sottoposto a una incolpazione da parte della Procura generale presso la Cassazione, che tra l'altro gli attribuiva la violazione di diritti fondamentali della persona. "Ora - è la sua conclusione - la verità si fa ancora più lontana".

GIUSEPPE UVA GIUSEPPE UVA

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…