
BRUTTE NOTIZIE PER CHI PENSA CHE IL WEB SIA UNA FOGNA SENZA REGOLE – OTTO HATER CHE HANNO INSULTATO LILIANA SEGRE SUI SOCIAL ANDRANNO A PROCESSO CON L’ACCUSA DI “DIFFAMAZIONE AGGRAVATA DA ODIO RAZZIALE” – LA PRIMA UDIENZA È FISSATA PER IL 19 FEBBRAIO 2026 AL TRIBINALE DI MILANO – È UNO DEI FILONI DELLA MAXI INCHIESTA CHE HA PUNTATO A IDENTIFICARE LE PERSONE CHE SI NASCONDEVANO DIETRO A 86 ACCOUNT DA CUI SONO PARTITI POST ANTISEMITI E MINACCE CONTRO LA SENATRICE A VITA – SECONO IL GIP, “ACCUSARE DI NAZISMO UNA REDUCE DAI CAMPI DI STERMINIO COME SEGRE È UNO SFREGIO ALLA VERITÀ...”
(ANSA) - MILANO, 16 SET - Sono stati mandati a processo, con citazione diretta a giudizio da parte della Procura di Milano, otto "hater" che sui social hanno insultato Liliana Segre, senatrice a vita, sopravvissuta alla Shoah e sotto scorta da anni. La prima udienza è fissata, davanti al Tribunale milanese, per il 19 febbraio del prossimo anno.
Si tratta, da quanto si è saputo, di uno dei filoni della maxi inchiesta coordinata dal pm Nicola Rossato e che, lo scorso aprile, era passata anche per la decisione del gip Alberto Carboni, dopo le istanze di opposizione alle archiviazioni dell'avvocato di Segre, Vincenzo Saponara.
MURALES DI LILIANA SEGRE SFREGIATO A MILANO
Il giudice, infatti, aveva ordinato alla Procura di identificare, con nuovi accertamenti, le persone che si nascondevano dietro ad 86 account, di iscriverne nove che erano state individuate ma non indagate, tra cui anche Nicola Barreca, che all'epoca era segretario cittadino della Lega a Reggio Calabria.
In più, aveva stabilito che il pm doveva formulare l'imputazione coatta, ossia il decreto di citazione diretta a giudizio mandando a processo altri sette indagati. Lo stesso pm, qualche mese prima, aveva chiuso le indagini per la citazione a giudizio, ma solo nei confronti di dodici persone, tra cui No vax e Pro Pal.
commenti contro liliana segre 4
Ora, nell'ambito di questa maxi indagine, è stato mandato a giudizio il primo filone che riguarda otto imputati. Nel suo provvedimento, tra le altre cose, il gip aveva fatto presente che accusare "di nazismo", come emerso da molti messaggi sul web, "una reduce dai campi di sterminio" è diffamazione aggravata dalla finalità discriminatoria, ossia dall'odio razziale, perché è "uno sfregio alla verità oggettiva" e "la più infamante delle offese per la reputazione di chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell'Olocausto".
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LILIANA SEGRE
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