2021panza

I BARONI UNIVERSITARI SONO SEMPRE ESISTITI – NEGLI ANNI SESSANTA NATALINO SAPEGNO E CARLO BO BOCCIARONO IL PIU’ GRANDE CRITICO LETTERARIO DEL NOVECENTO, GIACOMO DEBENEDETTI, PERCHÉ IL SUO CURRICULUM NON ERA “IMMACOLATO”. LE SUE COLPE? AVEVA LAVORATO "NEL CINEMA" E LA SUA CULTURA ERA TROPPO VASTA – CARLO BO LO BOCCIO’ QUANDO ERA GIA’ AMMALATO E STAVA PER MORIRE – I VERBALI DI ALLORA, L’IRONIA DI MONTALE E LE LACRIME DI COCCODRILLO DELL’ELITE UNIVERSITARIA…

Pierluigi Panza per https://fattoadarte.corriere.it/

giacomo debenedetti 2

 

Baroni universitari? Non certo una novità, piuttosto un male endemico che opera sempre allo stesso modo: cooptare i meno pericolosi e lasciare fuori dal recinto i migliori e più meritevoli.

 

La biografia “La casa dalle finestre sempre accese” di Anna Folli (Neri Pozza) su Giacomo Debenedetti, presentata al Premio Comisso, introduce anche all’episodio della “cattedra mancata”, o meglio, “negata”, al più grande critico letterario del Novecento.

 

anna folli la casa dalle finestre sempre accese

 

Non facciamo i nomi di chi gliela negò, ma anche i cognomi: la prima volta presiedeva la commissione che non lo mise in cattedra Natalino Sapegno; un’altra volta Carlo Bo. Prosit.

 

Eugenio Montale, che con quella sua inarrivabile sensibilità poetica e con quel suo curriculum così poco accademico non si pose mai l’idea di andare in cattedra (troppo bravo e, al contempo, troppo lontano dal cursus honorum) si inoltrò nel “mistero” del perché Debenedetti non fosse in cattedra, capendo perfettamente le ragioni psicologiche delle parti in causa.

 

“C’è qui un mistero che non mi interessa chiarire”, scrive Montale con una sorta di litote.

 

natalino sapegno

Debenedetti, chiedendo di andare in cattedra, ovvero “di salire un ulteriore gradino, commise forse una ingenuità” scrive con finta ironia Montale: era troppo importante per sperare che colleghi-competitor gli concedessero il dovuto riconoscimento.

 

D’altra parte, aggiunge il Premio Nobel, “molto maggiore è il torto di chi respinse il suo desiderio”. Da una parte l’ingenuità; dall’altra la malafede.

 

anna folli.

Siamo all’inizio degli anni Sessanta, ma a leggere i verbali della commissione (li ha approfonditi Paola Frandini) il tempo sembra essersi fermato.

 

Quello che si legge allora sono parole che si leggono anche oggi paro paro, del tipo: il candidato dimostra grande padronanza ma…, il candidato è di grande livello ma non pertinente al raggruppamento disciplinare… ecc. ecc.

 

Nella nota della Commissione del primo concorso al quale partecipa, Sapegno (e gli altri docenti, per altro “amici” di Giacomo) lodano la sua “inconfondibile personalità” e la sua “ricca cultura estesa ad ambiti diversi” (e già con questa affermazione si preparano a far cadere l’asino), ma la Commissione si duole che non si possa riconoscere un “progresso” nella produzione di Debenedetti (un po’ come oggi, che valgono solo le pubblicazioni degli ultimi cinque anni perché si utilizzano pseudo sistemi scientifici), al quale si rimprovera un “indubbio allontanamento, una certa involuzione dispersiva”. 

 

giacomo debenedetti un altro proust

Come scrive la biografa Folli, “non contano le pubblicazioni dei Saggi critici, gli scritti su Saba, Proust, Svevo, Alfieri, l’ascendente sugli studenti. Conta invece che Giacomo non abbia seguito il classico curriculum di chi vuole diventare professore ordinario.

 

E le sue esperienze nel cinema e al Cinegiornale Incom … sporcano l’illibatezza accademica”. Insomma, Debenedetti ha dovuto lavorare e questo non va bene, si è avvicinato pure al giornalismo (oggi diventata uan disciplina universitaria anch’essa) e ciò lo rende persino pericoloso: sarà in parte così anche per Umberto Eco, ma con risultato, fortunatamente, opposto.

 

Nel ’64, Debenedetti sta per lasciare Alberto Mondadori, ci risiamo.  Va al concorso ma niente da fare. Tre anni dopo, quando Carlo Bo presiede la Commissione, Debenedetti crede di farcela: ma l’esito sarà lo stesso.

 

Gli vengono riconosciuti “cospicui meriti acquisiti nella complessiva e varia attività svolta nell’ambito della cultura” (e, di nuovo, quel varia e il troppo ampio termine cultura lasciano intendere che lo vogliono segare), ma sembra che abbia scritto troppo poco. Incredibile!

 

natalino sapegno

Debenedetti morirà pochi mesi dopo e, immediatamente, si aprirono le cateratte del coccodrillismo: “Possedere un tale esemplare nel nostro erbario – scrisse Gianfranco Contini – e non accorgersene e cosa di cui noi tutti letterati contemporanei dobbiamo rendere ammenda”. E giù una serie di rimpianti (Walter Pedullà, Natalia Ginzburg) e scaricabarile. Buonanotte.

natalino sapegno alberto bevilacqua giacomo debenedetti cinema, il destino di raccontare carlo bo emanuele severino natalino sapegno eugenio montalecarlo bogiacomo debenedettiil novecento segreto di giacomo debenedettigiacomo debenedetti 3giacomo debenedetti 4marcel proustcarlo bo 2

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…