maltempo toscana

TOSCANA SOTT'ACQUA! I MORTI A CAUSA DEL MALTEMPO SONO SALITI A SETTE, DUE I DISPERSI - IL SINDACO DI PRATO, MATTEO BIFFONI, MENTRE SI CONTANO I DANNI DELL’ALLUVIONE (CHE AMMONTANO A DECINE DI MILIONI DI EURO) ATTACCA: “IL SISTEMA DI ALLERTA DELLA PROTEZIONE CIVILE NON FUNZIONA. SAPEVAMO CHE AVREBBE PIOVUTO, AVEVAMO L'ALLERTA GIALLA, IL PROBLEMA È CHE L'ALLARME ERA ROSSO, ANZI ROSSISSIMO” – LA RABBIA DEI CITTADINI: "ALLARMI UFFICIALI NON CI SONO STATI" - LA CURVA FIESOLE CHIEDE DI NON GIOCARE FIORENTINA-JUVE, NO DI NARDELLA

 

MALTEMPO, SETTE VITTIME IL CASO ALLERTA ARANCIONE GIANI: DECIDONO I TECNICI

Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “Il Messaggero”

 

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È quasi l'alba e il sindaco di Prato Matteo Biffoni, con gli uomini della protezione civile, guada le strade allagate. «Il sopralluogo in città è stato uno shock. Una botta nello stomaco, un dolore che ti fa venire da piangere. Ma dopo una serata e una notte di devastazione ci tireremo su le maniche per pulire, sistemare e riportare alla normalità la nostra città», promette. La furia del ciclone Ciaran si abbatte sull'Italia, imperversa sul nord est e stravolge la Toscana.

 

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Sette morti, due dispersi, 200 sfollati, 20 mila senza luce, famiglie soccorse dai gommoni. Colpa della pioggia, tanta: 190 millimetri in tre ore, quantità che in genere si registra in due mesi. La memoria storica delle tabelle meteo rileva che precipitazioni così intense sulla Regione non si vedevano da cinquant'anni e il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza, per dodici mesi, per le province di Firenze, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato. […]

 

È solo l'inizio, le prime verifiche di Confindustria evidenziano, «almeno per il momento, danni stimabili per le imprese nell'ordine di molte decine di milioni di euro». La sintesi è sconfortante: «Il quadro è disastroso». I nubifragi sono iniziati giovedì pomeriggio e fino alle 13 di ieri la centrale operativa del numero unico di emergenza della Regione Toscana ha gestito 15.971 chiamate.

 

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Allagati gli ospedali di Prato, Pontedera ed Empoli, interrotta la linea ferroviaria tra Pistoia e Prato, città pressoché irraggiungibile per tutta la mattina e sommersa «da 155 millimetri di precipitazioni in poche ore, un evento che da quel che sappiamo non accadeva da 300 anni», cita le statistiche il sindaco. «Sapevamo che avrebbe piovuto tanto, ma avevamo l'allerta gialla per pericolo di pioggia e arancione per rischio idraulico. Il problema è che era rosso, anzi rossissimo», attacca Biffoni.

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Chiedendo conto al presidente della Regione Eugenio Giani del livello di allarme diramato giovedì. «Non è stato deciso da me, bensì dai tecnici sulla base dei parametri a disposizione. E non c'è stata sottovalutazione», replica il governatore. Per Biffoni tuttavia «questa è la prova che il sistema di allerta della protezione civile non funziona. Non è un'accusa, è una constatazione».

 

Alla fine, riflette, «tutta la responsabilità ricade sulle ordinanze locali, con il rischio che un sindaco faccia una cosa e un collega un'altra. Bisogna rivedere il meccanismo, trovare una modalità operativa efficace e non affidarsi al buon senso e all'affidabilità di un primo cittadino». […]

 

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La Toscana è l'epicentro, ma la bufera Ciaran innescata dallo scontro tra masse d'aria fredde e calde nell'ovest dell'Atlantico ha fatto danni ovunque. In Veneto timore per la portata del Piave e del Tagliamento che ha imposto la chiusura del ponte a Latisana, in Friuli, ai 170 millimetri di pioggia si è aggiunto il vento e il ricordo è andato allo sfacelo della tempesta Vaia:

 

 «È arrivato a soffiare a 130-140 chilometri all'ora - sottolinea il governatore Luca Zaia - Temevamo potesse ripetersi qualcosa di simile». In Friuli Venezia Giulia 100 interventi tra le province di Udine e Pordenone per soccorrere automobilisti in difficoltà, rimuovere alberi e pali pericolanti, in Liguria mareggiate impetuose con onde alte sei metri e mezzo a La Spezia.

 

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In Emilia Romagna allagamenti e apprensione per la piena dei fiumi, per il presidente della Regione Stefano Bonaccini «serve un piano nazionale di investimenti sulla messa in sicurezza del territorio e la cura del dissesto idrogeologico, che veda insieme istituzioni nazionali ed enti locali, forze politiche e parti sociali, atenei e organismi scientifici. Perché nessuno può farcela da solo. Invece di continuare ad agire a disastri compiuti e non con interventi di prevenzione». […]

 

 

 

CAMPI BISENZIO, LA RABBIA «NESSUNO CI HA AVVERTITO»

Estratto dell’articolo di Mauro Evangelisti per “Il Messaggero”

 

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«Babbo, babbo». Il cielo è scuro sui campi divorati dal fango alla periferia di Campi Bisenzio e lungo uno stradone risuona la voce di una ragazza. «La città si è allagata tutta, ma adesso mi scusi devo cercare mio padre» dice gentile. Questo centro non lontano da Firenze è forse il più dilaniato dall'alluvione, sono esondati tre corsi d'acqua che l'attraversano. E ieri sera c'era una parte del centro, quella attorno a via Cimabue e via Palagetta, che era ancora sommersa dall'acqua.

 

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Antonio Gallo è un ex poliziotto originario di Caserta che scruta la sua Ford Fiesta che, miracolosamente, è riuscito a parcheggiare sopra un marciapiede appena prima che il Bisenzio, un fosso e il torrente La Marina superassero gli argini e allagassero tutta la città. Prova a essere ottimista: «Secondo me l'ho salvata, il quadro si accende, semmai è solo rovinata un po' la tappezzeria. Ma qui a centinaia hanno perso la macchina, la devono buttare, un disastro. La vede quella palazzina laggiù circondata dall'acqua, proprio in via Cimabue?

 

Io abito lì, al secondo piano per fortuna. Ma sono senza corrente elettrica, ho indossato gli stivaloni e sono andato a caricare i cellulari da un amico. Ma non lascio casa mia, resto lì. Il problema è che qui nessuno ci avvertito, ci avevano parlato di allerta arancione e invece è arrivato questo disastro». Sì, la tempesta Ciaran è stata impietosa.

 

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[…] «Qualche minuto prima stai bene, hai la tua casa, il tuo negozio, la tua automobile, tutto è tranquillo - allarga le braccia una signora - e subito dopo perdi tutto, perché piove come non ha mai fatto prima, perché gli argini dei fiumi cedono. Qui c'era stata un'altra alluvione nel 1991, ma non come questa».

 

Al piano terra, non lontano dal Municipio, abita un'antiquaria, Barbara Bettarini: ha accumulato le sue cose in cortile, racconta che quando ha visto cosa era successo in Romagna in maggio ha avuto una intuizione ed è corsa ad assicurare la casa.

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«E una intuizione l'ho avuta anche quando giovedì pomeriggio ha cominciato a piovere, chiamatemi strega, però io mi sono allontanata dal piano terra. Ho preso il mio cane e i miei due gatti e me ne sono andata. Meno male che l'ho fatto. Però ciò che davvero non accetto, è che nessuno delle istituzioni ci abbia avvertito. Tutte le informazioni sono circolate quasi per caso, magari sui sociali o su WhatsApp, chi ti diceva che il Bisenzio era uscito dagli argini, chi che un'altra strada era allagata. Tutto casuale.

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Perché non sono passati con le auto e i megafoni? E dico la verità, anche ora nessuno è venuto ad aiutarci a spalare il fango, siamo stati lasciati soli». A un chilometro circa di distanza, dove l'acqua è ancora alta, l'ex poliziotto Gallo conferma: «Io mi sono spaventato quando è andata via la corrente elettrica, ho compreso che stava succedendo qualcosa di grave. Ma allarmi ufficiali non ci sono stati».  […]

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