“IL COLLO ERA TROPPO GROSSO PER ESSERE QUELLO DI UNA DONNA” – IL SINDACO DI BORGO VIRGILIO, IN PROVINCIA MANTOVA, RACCONTA COME HANNO SMASCHERATO IL 58ENNE CHE DA ANNI SI TRASVESTIVA PER IMPERSONIFICARE LA MADRE, MORTA E MUMMIFICATA IN CASA, E INTASCARE LA PENSIONE: “LA PELLE DELLE MANI NON SEMBRAVA QUELLA DI UNA 85ENNE. LA VOCE, FEMMINILE SÌ MA OGNI TANTO GLI SCAPPAVA QUALCHE NOTA DA MASCHIO. COME LO ABBIAMO SMASCHERATO? SI ERA PRESENTATO ALL’ANAGRAFE PER RINNOVARE LA CARTA D’IDENTITÀ DELLA MADRE. L’IMPIEGATA SI È RITROVATA DAVANTI UNA SIGNORA CHE ASSOMIGLIAVA MOLTO A QUELLA DELLA FOTO DEL DOCUMENTO. MA C’ERA QUALCOSA CHE NON LA CONVINCEVA: I PELI SUL COLLO, IL TRUCCO PESANTE E…”
Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"
«É entrato negli uffici comunali a passo lento, indossava un tailleur con la gonna lunga, aveva il rossetto sulle labbra, lo smalto alle mani, i gioielli al collo e alle mani, gli orecchini old style, un caschetto di capelli marrone scuro ma quel collo, a ben vedere, era un po’ troppo grosso, e anche le rughe erano strane, la pelle delle mani non sembrava quella dell’85enne che diceva di essere.
E la voce, femminile sì ma ogni tanto gli scappava qualche nota da maschio. Però tutte stranezze che forse non avrei notato se non fossi stato suggestionato».
Il sindaco Francesco Aporti di Borgo Virgilio, Bassa Mantovana, era suggestionato dai risultati di una settimana d’indagine degli agenti locali che avevano in parte smascherato la clamorosa truffa. Avevano cioè scoperto che il figlio disoccupato di un’anziana signora deceduta anni fa (Graziella Dall'Oglio, il nome è emerso più tardi nel corso degli accertamenti, ndr) si spacciava per lei per incassarne la pensione. Il finale è macabro: la madre l'hanno trovata in casa, mummificata.
Sindaco Aporti, ce la racconta?
«Tutto nasce dall’intuizione di un’impiegata dell’ufficio anagrafe. Martedì dell'altra settimana […] aveva ricevuto questa signora che voleva rifare la carta d’identità scaduta. Una signora che assomigliava molto a quella della foto del documento. Ma c’era qualcosa che non convinceva l’impiegata, tipo i peli sul collo, il trucco pesante e le sembrava che dal cerone spuntassero i buchetti della barba. La signora poi se n’è andata e sarebbe tornata più avanti per il ritiro.
L’impiegata ci ha riferito i suoi dubbi e così si sono messi a lavorare gli agenti della polizia locale che fanno una loro indagine. Hanno isolato le immagini della telecamera di videosorveglianza e hanno visto che la donna è arrivata in macchina. Allarme: la signora non ha la patente. Poi hanno fatto altre indagini e, tassello dopo tassello, si è delineano il quadro di questa brutta storia».
Indagini di che tipo?
«Una verifica con le banche dati di cui disponiamo: accessi al servizio sanitario, al pronto soccorso, visite specialistiche, medico di famiglia. La signora non figurava da nessuna parte e pure lui. Come se fossero isolati dal mondo. […] Abbiamo visionato le dichiarazioni dei redditi a nome della signora ed erano state presentate regolarmente tutti gli anni. non poco: 53mila euro. E quindi questo era un indicatore contrario ai precedenti. C’erano dei rogiti ma a presentarsi davanti al notaio era il figlio, per procura. Infine le testimonianze: la rete dei conoscenti della zona: nessuno l’ha mai vista negli ultimi anni».
Parenti?
«Non risultano parenti. Il marito della donna, un medico, era morto e lui, 58 anni, è figlio unico, pare facesse l'infermiere ma ora risulta disoccupato. L’ultima volta che si è vista la donna in Comune è stato dieci anni fa, quando è venuta per la vecchia carta d’identità. A quel punto decidiamo di convocare la signora dicendo che la procedura non è stata completata».
Una trappola. E chi ha risposto al telefono?
«Beh, lei non ha un telefono. Quindi abbiamo chiamato il figlio e lui ha detto molto gentilmente: "riferisco subito alla mamma, troverò il modo di farla accompagnare"».
Quando l'avete smascherato?
«Dopo essere venuto all'anagrafe, dove c'ero anch'io e un agente in borghese, gli abbiamo detto che per completare l’identificazione era necessario andare al comando della polizia locale, dall’altra parte della strada. E lì, nel corso colloquio, ha ammesso di essere il figlio. Gli agenti a quel punto gli hanno chiesto di fare un sopralluogo nell’abitazione della madre e lui ha acconsentito. Hanno ispezionato la casa e in una stanza trovano un cadavere mummificato».
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