pompe di benzina boris johnson

COME IN GUERRA - IN INGHILTERRA MANCA LA BENZINA E GLI SCAFFALI DEI SUPERMERCATI SONO VUOTI - IL GOVERNO HA SCARTATO L'IDEA DI COINVOLGERE L'ESERCITO PER FAR AFFLUIRE I CARBURANTI DAI DEPOSITI ALLE STAZIONI DI SERVIZIO - NEL REGNO MANCANO ALL'APPELLO 100 MILA AUTISTI, UN CONTRACCOLPO DELLA PANDEMIA CHE AFFLIGE ANCHE ALTRI PAESI UE, MA CHE OLTREMANICA E' AGGRAVATO DALLE CONSEGUENZE DELLA BREXIT...

C. B. per "il Messaggero"

 

Code alle pompe di benzina in Inghilterra

Per il governo Tory britannico è un fenomeno passeggero, alimentato anche dall'allarmismo. Ma la crisi che si è abbattuta sulla catena di distribuzione della benzina - e di un certo numero di prodotti alimentari - appare ancora tutta da superare nel Regno Unito. Lo confermano le code e i cartelli da tutto esaurito che continuano a comparire su e giù per l'isola: fra gli scaffali di molti supermercati semivuoti nei reparti del fresco e le non poche pompe di carburante a secco o indotte (nel caso della catena Asda) a razionare l'erogazione a non più di 30 sterline.

 

Code alle pompe di benzina in Inghilterra 2

Il consiglio dei ministri, riunitosi per una seduta ad hoc convocata da Boris Johnson, ha ipotizzato anche la possibilità di ricorrere - con una mossa simbolicamente da ultima spiaggia - ai riservisti dell'esercito per far affluire i carburanti dai depositi alle stazioni di servizio e fronteggiare la mancata copertura dei posti lasciati scoperti nel Regno da circa 100.000 autisti dopo la ripresa post pandemia: un contraccolpo verificatosi anche in vari Paesi Ue, ma che Oltremanica è stato aggravato dalle parallele conseguenze e dagli intralci del post Brexit su una parte di forza lavoro straniera proveniente in passato dal continente.

 

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«Attualmente i militari non servono, anche se come ogni governo responsabile stiamo predisponendo ogni misura che dovesse essere imposta da ulteriori future necessità», ha tagliato corto a margine della riunione un portavoce di Downing Street. Limitandosi a confermare per adesso, oltre ai visti facilitati già annunciati domenica per 5000 driver stranieri e 5500 lavoratori del comparto avicolo (altro settore in difficoltà sul fronte della catena di distribuzione a causa dei posti vacanti), un provvedimento straordinario di sospensione dei vincoli della legge sulla concorrenza nei trasporti. Provvedimenti che, almeno temporaneamente, obbligano a sfumare la retorica brexiteer su dossier come la tanto sbandierata stretta sull'immigrazione europea.

 

Code alle pompe di benzina in Inghilterra 4

L'ACCORDO In aggiunta a queste iniziative tampone è arrivato poi stasera un accordo fra l'esecutivo e i colossi BP, Shell, Esso e altri per snellire i passaggi del carburante verso le stazioni di servizio. Secondo il refrain ripetuto dai ministri delle Attività produttive e dell'Agricoltura, Kwasi Kwarteng e George Eustice, del resto, nel Regno una vera penuria di idrocarburi non c'è. Poiché i depositi e le raffinerie britanniche sono in effetti tuttora «piene».

 

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Mentre gli intoppi sulla distribuzione, «in via di soluzione» nelle parole di Eustice, sarebbero stati «interamente controllabili» fin dall'inizio se le organizzazioni di categoria (alla ricerca d'aiuti governativi) e i media non avessero alimentato «l'allarme» inducendo i consumatori «più ansiosi» a un accaparramento fuori dall'ordinario dei rifornimenti.

 

Code alle pompe di benzina in Inghilterra 6

Rassicurazioni che tuttavia non convincono tutti. Né i giornali, né l'opposizione laburista, né le tante lobby interessate: dalla Petrol retailers association (Pra), associazione dei benzinai indipendenti, che snocciola dati stando ai quali due terzi delle pompe dei propri associati sarebbero all'asciutto o in via di esaurimento scorte; ai rappresentanti degli autotrasportatori e dei lavoratori del pollame; fino ai sindacati di medici e infermieri che, in nome dell'emergenza Covid, chiedono intanto a scanso di equivoci, di garantire rifornimenti prioritari di benzina per i camici bianchi diretti negli ospedali.

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