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INFERNO IN COSTA AZZURRA: CANNES E ANTIBES SOTT’ACQUA, 17 MORTI - POLEMICHE SULL’ALLARME: “NESSUNO CI HA AVVISATI” - LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI: ''COME IL TITANIC. TUTTO SI MUOVEVA, SEMBRAVA CHE STAVAMO AFFONDANDO''

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Anais Ginori per “la Repubblica”

 

Come sul Titanic. Marie pensava di non essere più alla guida di una macchina nella città di Antibes ma di essere finita su un transatlantico alla deriva. «Tutto si muoveva, avevo l’impressione che stavamo affondando ». L’acqua saliva, la terra invece sprofondava sotto ai piedi. «Una sensazione mai provata». L’insegnante di 32 anni è riuscita a salvarsi e a soccorrere un padre con due bambini rimasti incastrati in una macchina sulla rotonda dei Châtaigniers.

 

Sabato sera è venuto giù l’inferno sulla Costa Azzurra. Diciassette morti e quattro dispersi secondo l’ultimo bilancio. Qualcosa di mai visto prima, un «fenomeno imprevedibile» come dicono ora le autorità per giustificarsi del mancato allarme. Il rilevatore di precipitazioni installato nella regione da mezzo secolo non aveva mai misurato picchi così alti: all’ora di cena, tra le 19 e le 22, sono piovuti 180 millimetri di acqua a Cannes, 159 mm a Mandelieu-la-Napoule e 110 a Antibes.

 

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«Due mesi di pioggia in quattro ore» sintetizza Christian Estrosi, sindaco di Nizza. Ma la Promenade des Anglais è salva, così come la Croisette o il palazzo del Festival a Cannes dove i turisti ieri pomeriggio avevano ricominciato a fare selfie. L’alluvione non ha devastato i simboli della Riviera e neppure le ville dei miliardari che svernano da queste parti.

 

Come sul Titanic, la sorte peggiore è toccata ai passeggeri di seconda classe. Le tre degenti dell’ospizio Clos Saint Grégoire dormivano. Biot è un borgo medievale dell’entroterra di Antibes. Nella casa rosa fuori dal centro antico, le luci erano spente dopo la cena e il momento dedicato alla televisione. L’acqua ha incominciato a salire nel pianterreno quando era buio. Quando le due infermiere se ne sono accorte era già troppo tardi.

 

Tre donne, con gravi handicap, sono morte annegate mentre gli altri diciassette pazienti sono riusciti a trovare rifugio al primo piano. «Le sorveglianti volevano chiamare i pompieri ma i cellulari non funzionavano più» spiega il direttore del centro, Jean-Christophe Roversi. 

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«È successo tutto in qualche minuto. Ho pensato che una diga si fosse rotta» ricorda Jean-Baptiste, che abita vicino all’ospizio. Jean-Luc e sua moglie Patricia mostrano un muretto rosa, costruito a pochi passi dalla casa di riposo: «E’ per questo che l’acqua non poteva scorrere ». Le protezioni di cemento armato erano state costruite quattro anni fa, dopo un’altra alluvione. L’acqua si è accumulata ed è infine esplosa contro l’ospizio. Non ha funzionato neppure il sistema di sirene, realizzato sempre nel 2011, che avrebbe dovuto allertare la popolazione. La forza delle piogge concentrate in pochi minuti ha mandato in tilt tutti i rilevatori.

 

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Impossibile contenere il fiume Brague che scorre vicino a Biot fino a Cannes. L’argine è salito di quasi un metro e mezzo in poche ore. Nel campeggio Pylone, accanto al corso d’acqua, un uomo è morto nella sua roulotte. «Di solito abbiamo il tempo di avvertire le persone» spiega Françoise Pauget, proprietaria del camping. L’ultima volta, nel 2011, c’era stata almeno mezz’ora per evacuare tutti, ora solo qualche minuto. «Cosa avremmo potuto fare?» domanda Françoise.

 

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Il Brague è esondato vicino Cannes. Qui una donna è morta mentre passeggiava nel quartiere di La Boca, un uomo è stato travolto nella sua macchina e un altro dentro a un parcheggio. A Vallauris, una famiglia di tre persone è rimasta intrappolata in un sottopasso mentre andava verso la stazione. Il bilancio più grave è a Mandelieu- la-Napoule. Ed è anche il più assurdo.

 

Le vittime erano a casa, in appartamenti su piani alti e dunque al sicuro, ma sono scese nel garage del condominio per andare a mettere in salvo la macchina. Sono tutti annegati nel parcheggio sotterraneo.

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L’interruzione della partita Nizza-Nantes, intorno alle 20, è stato solo l’inizio dell’incubo. L’autostrada A8 che collega tutta la Costa Azzurra è stata chiusa così come la stazione di Cannes, dove il traffico ferroviario è stato interrotto. Cinque treni con 2500 pellegrini italiani di ritorno da Lourdes sono rimasti fermi per tutta la notte in condizioni molto difficili. A mezzanotte la situazione era “quasi dantesca” come ha scritto su Twitter David Lisnard, sindaco di Cannes. Sul boulevard de Riou, la pioggia ha fatto esplodere l’asfalto, creando una trappola micidiale per gli automobilisti. Nel Palazzo del Festival, sono stati accolti i sinistrati, con coperte e bevande calde.

 

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Quando il sole ormai splendeva, poco prima di mezzogiorno, è arrivato François Hollande. Il presidente ha annunciato lo stato di calamità naturale e il pagamento entro tre mesi degli indennizzi previsti. Un primo aiuto d’emergenza di 5 milioni è stato sbloccato già ieri sera.

 

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La nuova emergenza è quella dei saccheggi, degli “sciacalli” che hanno preso ad aggirarsi nelle strade di Cannes e dell’entroterra per rubare quanto rimane nelle case allagate o nelle auto abbandonate dalla gente in fuga, soprattutto nei negozi. Nove persone sono state arrestate. Hollande ha promesso una «solidarietà nazionale».

 

Il presidente è proprietario di una modesta casa sulle alture di Cannes, a Mougins, ed è rimasto quasi l’intera giornata per placare le polemiche che già ci sono. Le autorità avevano previsto le importanti precipitazioni, annunciando la cosiddetta “alerte orange”, ma non era scattato il livello più alto, quello rosso. Una sottovalutazione che sarà al centro di indagini amministrative e rischia di pesare nella battaglia politica. Tra due mesi si vota per le regionali, e in Costa Azzurra ci sarà la sfida decisiva tra il sindaco di Nizza, Estrosi, e la nipote di Le Pen, Marion Maréchal.

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