attentato san pietroburgo

L’ATTENTATO A SAN PIETROBURGO NON SORPRENDE: IL JIHADISMO STA CRESCENDO IN RUSSIA - DAGLI ANNI NOVANTA, NETWORK DI MOSCHEE E SCUOLE CORANICHE FONDAMENTALISTE CRESCONO COME FUNGHI NEL CAUCASO, NELLE REPUBBLICHE DELL'ASIA CENTRALE - I 4 FRONTI DI PUTIN

 

 

 

1 - LA SFIDA DEL TERRORE A PUTIN

Lorenzo Vidino per “la Stampa”

 

putin dopo attentato a san pietroburgo putin dopo attentato a san pietroburgo

Se l' esplosione che ha colpito la città nativa di Putin, in un giorno in cui il presidente russo vi si trovava in visita, sia opera del terrorismo di matrice jihadista, come ormai da qualche anno si sospetta istintivamente dopo ogni attentato in qualsiasi angolo del mondo, non è dato saperlo al momento. Certo è che, se lo fosse, sarebbe la tragica ma praticamente naturale evoluzione della parabola jihadista in terra russa.

 

Il fondamentalismo islamico arriva in Russia e nei Paesi circostanti con il crollo dell' Unione Sovietica.

iniziale sospettato per attentato a san pietroburgo iniziale sospettato per attentato a san pietroburgo

Predicatori e organizzazioni wahhabite finanziate dai petrodollari del Golfo Arabo importano un' interpretazione della fede totalmente estranea a quella storicamente adottata pre-comunismo dalle popolazioni locali: tollerante, aperta ad altre fedi e con forti tendenze mistiche e sufi.

 

Dagli Anni 90 network di moschee e scuole coraniche fondamentaliste crescono come funghi nel Caucaso, nelle repubbliche dell' Asia Centrale, ma anche nel cuore della Russia (stupisce come dato, ma Mosca è la città europea con la più grande popolazione musulmana, circa due milioni, perlopiù immigrati dalle periferie dell' ex impero russo).

attentato a san pietroburgo  9attentato a san pietroburgo 9

 

Ricalcando dinamiche viste nei Balcani o in Africa sub-Sahariana, l'islam tradizionale della regione ha fatto fatica a competere con il fondamentalismo di importazione, sia per via di un forte gap di risorse sia per gli attacchi, verbali e fisici, da parte degli adepti del wahhabismo. L'inevitabile prodotto di questo cambiamento teologico è la crescente mobilitazione di tipo jihadista nella regione.

attentato a san pietroburgo  8attentato a san pietroburgo 8

 

Già negli Anni 90 la guerriglia cecena, nata inizialmente come puramente nazionalista, aveva assunto toni sempre più religioso-fondamentalisti. Una parte, minoritaria ma importante, assunse presto ideologia, tattiche (inclusi attentati suicidi e drammatiche esecuzioni di ostaggi) e obiettivi propri non del nazionalismo ceceno, ma del jihadismo globale, creando anche legami operativi col mondo di al Qaeda. Ed il fenomeno si è esteso presto a tutto il Caucaso, regione economicamente depressa e malgovernata insanguinata da una insorgenza islamista di bassa intensità ma comunque difficile da estirpare.

 

iniziale sospettato per attentato a san pietroburgoiniziale sospettato per attentato a san pietroburgo

Negli ultimi anni Putin aveva tenuto la situazione sotto controllo attraverso l' utilizzo di tre tattiche. In primis, aveva stretto alleanze con gli uomini forti delle province russe a maggioranza musulmana.

Usando tattiche spesso di una brutalità inusitata, leader come Kadyrov in Cecenia sono infatti riusciti a limitare la minaccia jihadista nei loro territori. A fronte dell'utilizzo della forza con i jihadisti, Putin ha anche cercato di aprire un dialogo con l'islam moderato nei suoi territori, rafforzandone i leader e spingendo un messaggio di inclusione nella società russa.

attentato a san pietroburgo  7attentato a san pietroburgo 7

 

Il terzo tassello della pax putiniana contro il jihadismo made in Russia è stato quello di vedere, cinicamente, il conflitto siriano come una valvola di sfogo per potenziali jihadisti. L' antiterrorismo russo ha infatti spinto molti jihadisti locali a migrare nei territori del Califfato, dove i foreign fighter con passaporto russo (stimati attorno ai 5000) svolgono un ruolo di primaria importanza.

 

La mossa non ha brillato per lungimiranza, visto come il conflitto siriano sia poi divenuta palestra per jihadisti con brame globali. E non deve sorprendere quindi che militanti dell' area ex Urss si siano resi protagonisti negli ultimi mesi di una lunga serie di attentati in vari Paesi, in particolare in Turchia. Stupisce solo che un attentato in Russia- se la matrice jihadista per l'attentato di San Pietroburgo verrà confermata - sia arrivato solo ora.

attentato a san pietroburgo  6attentato a san pietroburgo 6

 

Se infatti la manovalanza abbonda, non mancano nemmeno le motivazioni per cui il movimento jihadista vuole attaccare la Russia. Oltre alle mai sopite dinamiche interne, l' intervento russo in Siria, unico vero ostacolo all' avanzata dello Stato Islamico, costituisce un movente enorme, cosa che la propaganda del gruppo da mesi ribadisce incitando i propri adepti a vendicarsi contro Putin.

 

2 - I 4 FRONTI DELLO ZAR

Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

attentato a san pietroburgo  5attentato a san pietroburgo 5

La Russia, un gigante con una storia marcata dal terrore. A volte ambiguo, come per le esplosioni negli appartamenti di Mosca nel 1999, attribuiti ai ceceni ma per i quali si è sempre sospettato un «lavoro interno». In altre occasioni gli assassini hanno operato in modo netto, con il martirio dei bambini di Beslan nel 2003. Nel mezzo le vittime soffocate dai gas nel teatro Dubrovka, le bombe sugli aerei e sui bus, le vedove nere, i kamikaze, gli attentati contro civili inermi. Vent'anni dove le piste dell' estremismo si sono intrecciate con i giochi del Cremlino. Lo spartito non è cambiato, sono solo aumentati i fronti.

 

RITORSIONE PER LA SIRIA

attentato a san pietroburgo  4attentato a san pietroburgo 4

Il primo è quello «lontano». L'intervento russo in Siria ha scatenato contraccolpi violenti. Per i jihadisti di Isis e al Qaeda Mosca è diventata ancora più nemica. Così si sono vendicati, distruggendo il Metrojet nel cielo del Sinai, abbattuto - dicono - da un ordigno infilato nella stiva. Ad Ankara hanno assassinato l'ambasciatore di Mosca. Messaggi per sottolineare che ogni mossa ha un prezzo. A farlo pagare gli islamisti, da soli o con la mano interessata di qualche servizio arabo.

 

LA FILIERA CAUCASICA

attentato a san pietroburgo  22attentato a san pietroburgo 22

Il secondo fronte è alla periferia dell'Impero, nel Caucaso. Il Daghestan e altre zone fanno da teatro ad una ribellione tenace. Sono gli eredi della lotta cecena, continuatori del sogno di Osama e Zawahiri di sfondare tra questi monti, oggi pronti a fare da sponda ai piani del Califfato. La pericolosità del fenomeno sta nella sua doppia natura: è locale, però capace di muoversi lungo direttrici che portano, da un lato, al Medio Oriente, dall' altro alle stesse città russe. I militanti si muovono, stabiliscono collegamenti, ritornano in patria creando il terzo segmento.

 

attentato a san pietroburgo  21attentato a san pietroburgo 21

I FOREIGN FIGHTERS

Per i servizi di sicurezza sono quasi 5 mila i volontari che si sono uniti a fazioni radicali attive dalla Siria all' Iraq. Un buon numero ha aderito all'Isis diventando la forza d'urto. Non pochi sono confluiti invece nella realtà qaedista, della ex al Nusra. È un bacino dove la Jihad per l'insurrezione siriana si unisce alla campagna internazionale.

 

Un legame che si alimenta dell'odio provocato dai massacri dei civili ad Aleppo, Homs e Hama. Se bombardi in modo indiscriminato un quartiere non puoi pensare che il nemico dimentichi. Infatti hanno minacciato azioni in Russia. La filiera «caucasica» è molto temuta. È la copia di quella franco-belga, con dirigenti che occupano posizioni nelle gerarchie del movimento ma anche mujaheddin che devono eseguire gli ordini.

attentato a san pietroburgo  20attentato a san pietroburgo 20

 

È un network che ha già ferito la Turchia, dove hanno agito i «soldati» del ceceno Ahkmad Chataev, presunta mente del massacro all' aeroporto di Istanbul, luglio 2016. Qualche mese dopo è stato di nuovo un figlio di una ex Repubblica sovietica a sparare con il kalashnikov sui clienti del night club nella città del Bosforo. A conferma che la componente ha assunto un ruolo primario.

 

STRATEGIA DELLA TENSIONE

attentato a san pietroburgo  3attentato a san pietroburgo 3

La guerra dichiarata dagli islamisti non ha però cancellato l' eterna teoria della strategia della tensione per favorire Putin. È il quarto fronte sospinto dai contrasti politici - molto intensi -, dagli intrighi, dagli oppositori fatti fuori e dal sospetto che attribuisce manovre all' uomo forte al fine di consolidare ancora di più il proprio potere. Nella stagione delle molte verità c' è spazio anche per questa.

akbarzhon jalilov   attentato a san pietroburgo  akbarzhon jalilov attentato a san pietroburgo attentato  alla   metro  di san  pietroburgo attentato alla metro di san pietroburgo attentato  alla  metro di san pietroburgo attentato alla metro di san pietroburgo attentato alla  metro di san pietroburgo attentato alla metro di san pietroburgo attentato  alla   metro  di san pietroburgo attentato alla metro di san pietroburgo attentato  alla   metro di san pietroburgo attentato alla metro di san pietroburgo attentato a san pietroburgo  12attentato a san pietroburgo 12attentato alla metro di san pietroburgo attentato alla metro di san pietroburgo akbarzhon jalilov   attentato a san pietroburgo     akbarzhon jalilov attentato a san pietroburgo akbarzhon jalilov   attentato a san pietroburgo   akbarzhon jalilov attentato a san pietroburgo attentato a san pietroburgo  10attentato a san pietroburgo 10akbarzhon jalilov   attentato a san pietroburgo akbarzhon jalilov attentato a san pietroburgo attentato a san pietroburgo  1attentato a san pietroburgo 1attentato a san pietroburgo  17attentato a san pietroburgo 17attentato a san pietroburgo  16attentato a san pietroburgo 16attentato a san pietroburgo  11attentato a san pietroburgo 11attentato a san pietroburgo  15attentato a san pietroburgo 15attentato a san pietroburgo  13attentato a san pietroburgo 13attentato a san pietroburgo  14attentato a san pietroburgo 14attentato a san pietroburgo  2attentato a san pietroburgo 2

Ultimi Dagoreport

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?