zhang gaoli peng shuai

IL #METOO ALLA CINESE: DENUNCI E SPARISCI – NON SI SA PIÙ NULLA DI PENG SHUAI, LA TENNISTA CHE HA DENUNCIATO DI ESSERE STATA STUPRATA DAL VICEPREMIER ZHANG GAOLI: DOPO CHE LA PREOCCUPAZIONE È RIMBALZATA TRA ATLETI E FEMMINISTE, L’ATTENZIONE SULLA SUA SCOMPARSA È GIÀ SCEMATA - IL SUO GRIDO DA VITTIMA DI VIOLENZA E DA ABUSI PSICOLOGICI IN CINA È RIMASTO INASCOLTATO: IL 72% DEGLI UOMINI CHE HA ABUSATO DI UNA DONNA NON HA SUBITO ALCUNA CONSEGUENZA LEGALE…

Cecilia Attanasio Ghezzi per "la Stampa"

 

Peng Shuai 4

«Che fine ha fatto Peng Shuai?» Come una pallina da tennis, questa preoccupazione rimbalza tra gli atleti e le atlete di tutto il mondo. Ma nel divenire hashtag il suo rumore si fa sempre più sordo. Ultima, ma solo in ordine di tempo, l'ex numero uno Naomi Osaka, si dice «sotto choc» per la sua scomparsa. Ma prima c'erano stati Novak Djokovic, Chris Evert e Martina Navratilov e le federazioni internazionali dell'Atp e della Wta. E prima ancora le femministe cinesi che ne hanno fatto una campagna da proiettare sugli edifici di ogni angolo della Cina: «Che fine ha fatto Peng Shuai?», «Pretendiamo il suo ritorno», «Peng Shuai siamo al tuo fianco». Quattordicesima al mondo come massimo risultato nel ranking Wta del singolare, ex numero uno di doppio e già vincitrice di due titoli del Grande, il 2 novembre scorso Peng Shuai aveva pubblicato un lungo post personale su Weibo, un social cinese paragonabile al nostro Twitter.

Zhang Gaoli

 

Raccontava di essere stata stuprata e costretta ad intrattenere una relazione segreta da Zhang Gaoli, vicepremier dal 2013 al 2018, all'epoca uno dei sette uomini più potenti della Cina e oggi in pensione. «Non ho registrazioni, non ho video, ho solo la mia storia». «So bene che tu, alto ufficiale Zhang Gaoli, non hai paura. Ma anche se è come scagliare un uovo su una montagna o come una falena che si lancia verso la fiamma, non posso fare a meno di raccontare la verità su di noi». Nessuno aveva mai osato accusare un politico così alto in grado. I due si sarebbero conosciuti e amati prima che lui diventasse vice premier, poi Zhao si sarebbe negato per tutta la durata del suo mandato fino a quando, andato in pensione nel 2018, non l'avrebbe ricontattata tramite la federazione di tennis per giocare un doppio con sua moglie.

 

Peng Shuai 2

In quell'occasione l'avrebbe portata in camera sua dove lei l'avrebbe rifiutato, «senza riuscire a smettere di piangere». L'avrebbe poi costretta a una relazione segreta e malata, lasciandola umiliare da sua moglie in sua assenza. «Mi sentivo uno zombie, fingevo ogni giorno di essere una persona diversa. Non sapevo come ero arrivata a questo punto, e non avevo il coraggio di morire». Il suo, è il grido di una vittima di violenza e di abusi psicologici. Per questo suona ancora più assordante il silenzio che ne è seguito. Il post, censurato in poche decine di minuti, ha continuato a circolare online come screenshot, ma il suo nome, quello del politico e, per qualche ora, persino la parola tennis, impossibili da cercare sui motori di ricerca cinesi.

 

Zhang Gaoli 2

Poi più nulla. Il portavoce del ministero degli Esteri ha negato di essere a conoscenza della situazione, l'account Weibo di Peng risulta attivo ma rifiuta commenti e messaggi diretti, e nessuno è più riuscito a mettersi in contatto con lei. È l'ennesimo tentativo di #metoo cinese, che vive solo - e brevemente - sui social. Il fenomeno purtroppo è talmente radicato nella cultura cinese, che si evita persino di affrontarlo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2013, circa la metà degli uomini cinesi ha usato violenza psicologica o fisica sulla propria compagna.

 

peng shuai

Numeri non troppo differenti da quelli di altre parti del mondo, certo. Ma particolarmente grave è che in Cina il 72 per cento degli uomini che hanno abusato di una donna non abbia subito nessuna conseguenza legale. Oggi le donne guadagnano in media il 40 per cento in meno degli uomini e faticano ad arrivare a ruoli di potere. C'è una sola donna tra i 25 membri del politburo e la moglie del Presidente, Peng Liyuan, ha dovuto abbandonare la sua carriera di cantante di successo per non far ombra al marito. Inoltre, come nell'epoca imperiale, a un uomo di potere non basta una sola moglie.

 

peng shuai ZHANG GAOLI

Le concubine di oggi si chiamano ernai, letteralmente «seconda donna», e sono molte più di quanto si pensi. Il 60 per cento dei funzionari ne mantiene «almeno» una, secondo una ricerca dell'Università del popolo. «Gli uomini con più potere sono quelli che sanno controllare fisicamente ed emotivamente le proprie donne. Il massimo è privarle della loro libertà e poi abbandonarle», scrive la professoressa di antropologia culturale Zheng Tiantian. Peng Shuai ha avuto il coraggio di rompere il silenzio. Non sappiamo con che conseguenze.

Peng ShuaiPeng Shuai 3Post di PengZhang Gaoli con Putin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…