
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CI FARÀ UN GOOGLE COSÌ – ARRIVA IN ITALIA “AI MODE”, UNA FUNZIONALITÀ DEL MOTORE DI RICERCA PIÙ POPOLARE AL MONDO CHE UTILIZZA L’IA PER RISPONDERE A DOMANDE PIÙ COMPLESSE E ARTICOLATE DI QUELLE CHE SIAMO SOLITI FARE SU GOOGLE – NICK FOX, VICEPRESIDENTE SENIOR DELLA RICERCA DI “BIG G”: “OGNI ONDATA TECNOLOGICA VA CAVALCATA. I RISCHI CI SONO, MA LE OPPORTUNITÀ SONO ENORMEMENTE DI PIÙ. PER RENDERE LE PERSONE PIÙ INFORMATE, PIÙ ISTRUITE, È INDISPENSABILE CHE…”
Estratto dell’articolo di Davide Casati, Martina Pennisi per il "Corriere della Sera"
L’intelligenza artificiale irrompe nella ricerca di Google. E la rivoluziona, questa volta per davvero. Da oggi, in Italia (e in una cinquantina di altri Paesi), sarà possibile utilizzare AI Mode: una funzionalità che consente di attivare l’AI di Mountain View per ottenere risultati strutturati a domande più complesse e articolate di quelle che siamo soliti fare su Google.
Un secondo passo dopo l’introduzione del riquadro Overview, che fornisce risposte sotto la barra di ricerca. E mosso con iniziale cautela: AI Mode non sarà, per ora, la modalità di default, ovvero quella in cui si imbatte chiunque usi Google, ma basterà cliccare sulla scritta «AI Mode» per approdare sulla pagina con le risposte composte dall’intelligenza artificiale recuperando informazioni nei miliardi di pagine che compongono l’indice del web costantemente compilato da Google.
[…] spiega al Corriere Nick Fox, senior vice president responsabile della ricerca. […]
Ma perché Google ha deciso di mettere mano, di nuovo, alla fonte che le assicura il 56% dei ricavi (198 miliardi su 350, dati 2024)?
«Ci siamo mossi perché il modo in cui gli utenti usano la ricerca cambia. Là dove AI Mode è già presente, ad esempio, fanno domande come in una chat. Inseriscono sempre più dettagli personali. E interagiscono di più».
[…] Se un passaggio così decisivo è ancora in fase sperimentale, perché partire ora?
«Abbiamo sempre appoggiato la disruption: ogni ondata tecnologica va cavalcata, per farne un motore di crescita. E siamo convinti di due aspetti: gli utenti faranno sempre più ricerche; e finché saremo in grado di far incontrare un’azienda e un utente, per noi ci sarà un’opportunità di business».
L’AI ormai è in grado di offrire risposte sicure?
«Per anni abbiamo affinato la nostra conoscenza del web. Sappiamo riconoscere le pagine autorevoli e di qualità. E AI Mode parte da qui. Abbiamo costruito il modello più sicuro e responsabile possibile. Specie su argomenti come salute e investimenti».
[…] Nei mercati dove AI Mode è già presente, gli editori hanno indicato aspetti problematici: ad esempio, i link sono meno visibili.
«Rispetto ad altri competitor, per noi i link sono davvero centrali. E ha senso che ci siano: per gli editori che ricevono traffico, e per gli utenti, perché possano valutare le diverse fonti. Dove AI Mode è già presente, i clic portati dal mondo della ricerca di Google sono relativamente stabili».
[…] Sono molti gli esperti preoccupati dall’Ai. Lei lo è?
«Sono ottimista: i rischi ci sono, ma le opportunità sono enormemente di più. Per rendere le persone più informate, più istruite, è indispensabile che la qualità dei risultati sia il più possibile alta: per questo ci siamo mossi un po’ più lentamente di altri, all’inizio di questa fase dell’AI. Abbiamo messo a punto un processo responsabile».