don nello e stefano zanardi

"LA MIA VITA DISTRUTTA DAL PRETE ORCO" - L'INFERNO DEL 40ENNE STEFANO ZANARDI DOPO GLI ABUSI SESSUALI DI DON NELLO: “MI SONO DROGATO, MI SONO DISINTOSSICATO. HO AVUTO UN TUMORE AL COLON, IMPROVVISE CRISI EPILETTICHE DEL TUTTO INSPIEGABILI. NON HO AVUTO ALTRI RAPPORTI SESSUALI FINO A 30 ANNI" – SU DON NELLO ANCHE PAPA RATZINGER ERA STATO INFORMATO. TUTTI SAPEVANO, MA I BAMBINI NON SONO MAI STATI MESSI AL RIPARO…

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

stefano zanardi

Quarant' anni non sono bastati per avere giustizia. «Era il 1979. Mio padre, un sorvegliante dello stabilimento Fiat di Mirafiori, fu trasferito in Liguria. Partimmo con lui. Ero un bambino di nove anni quando incominciai a frequentare la parrocchia di Spotorno affidata a don Nello Giraudo».

 

Ora tutto è scritto in una perizia. E quella perizia certifica la violenza subita, il disastro emotivo, i problemi psichici, l' impossibilità di ritornare a una vita normale fino ad oggi.

Quella perizia incomincia spiegando i fatti, e poi quantifica il danno. «I primi approcci da parte di don Nello iniziavano con abbracci e toccamenti con cadenza almeno settimanale. Negli anni seguenti, dal 1981 al 1986, gli abusi del parroco diventavano più frequenti e gravi, arrivando alla penetrazione. Venivano realizzati anche in occasione dei frequenti campeggi organizzati dal gruppo parrocchiale presso la casa dell' Agesci a Garessio, Prati delle Manie, Dronero. Purtroppo, i comportamenti di don Nello si caratterizzavano anche per la violenza usata sull' allora minore Zanardi».

 

don Nello Giraudo nel riquadro

«Questa è la mia storia», dice Stefano Zanardi che oggi ha 49 anni. «Non ho avuto altri rapporti sessuali fino a trent' anni. Mi sono drogato, mi sono disintossicato. Ho avuto un tumore al colon, improvvise crisi epilettiche del tutto inspiegabili. Ho perso il lavoro da elettricista. Ho impiegato molto tempo per cavare da me stesso tutto quello che mi era stato fatto».

 

Ha fondato un' associazione che segue i casi italiani di vittime di abusi sessuali in ambito ecclesiastico. Ma, soprattutto, ha messo insieme le vittime dello stesso prete pedofilo che ha violentato lui: cinque casi. Chiedono in totale 4 milioni e 700 mila euro di risarcimento alla Chiesa cattolica italiana per i danni biologici accertati dai periti. Esiste un solo precedente analogo a Trieste: una donna, in quella circostanza, è stata risarcita. Ora la curia può cercare un accordo entro il 15 novembre, oppure affronterà il processo civile.

Sono vite distrutte. Tracolli. Malattie psicosomatiche.

 

prete

Bombe ad orologeria che si sono innescate, ogni volta, quando la vittima è riuscita a riconoscersi come tale. Un percorso tragico e molto lungo. I reati sono ormai prescritti. Solo un caso - il sesto - ha trovato ristoro nelle aule della giustizia penale.

 

In quel procedimento, Nello Giraudo ha patteggiato la pena. Ha firmato la riduzione allo stato laicale il 27 marzo 2010. Oggi il prete spretato vive a Savona al piano terra di un palazzo del centro storico, cura le piante. Non ha mai rilasciato dichiarazioni. Ma in un verbale datato 21 dicembre 2011, davanti al pm Giovanni Battista Ferro, qualcosa aveva detto: «In passato ho effettivamente affrontato serie problematiche della sfera sessuale con psicologi competenti. Effettivamente parlai dei miei problemi anche con i miei vescovi, ma lo feci in confessione». Nato a Roccabruna in provincia di Cuneo nel 1954, Nello Giraudo ha fatto il seminario a Savona. È stato ordinato sacerdote il 27 settembre 1980. Primo incarico: vice parroco a Valleggia.

prete 9

 

Ed ecco cosa c' era scritto in un rapporto sul suo sacerdozio firmato dal vicario generale, monsignor Andrea Giusto, trovato dagli investigatori nella cassaforte della curia: «Mentre don Nello era vice parroco a Valleggia si è verificato il primo serio inconveniente. È stato accusato da una mamma di atteggiamenti morbosi nei riguardi del suo bambino, tenuto sulle ginocchia e palpato in modo difficilmente precisabile».

 

Affidano proprio a lui una comunità per minorenni disagiati a Feglino. Seguono altre segnalazioni, altri sospetti. Ma don Nello Giraudo continua a stare a contatto con i bambini. Annota ancora monsignor Giusto: «Attualmente, estate 2003, nulla è trapelato sui giornali. Don Nello si è impegnato a incontrare un religioso psicologo che lo aiuti a leggere in se stesso nel tentativo di ritrovare un miglior equilibrio».

 

Anche Papa Ratzinger era stato informato. Tutti sapevano. Lo sapevano dall' inizio, ma i bambini non sono mai stati messi al riparo. Una situazione che il gip di Savona Fiorenza Giorgi, firmando l' archiviazione di un caso per avvenuta prescrizione, ha riassunto con queste parole: «È triste dirlo, la sola preoccupazione dei vertici della curia era quella di salvaguardare l' immagine della diocesi piuttosto che la salute fisica e psichica dei minori che erano affidati ai sacerdoti della medesima».

 

don Nello Giraudo e stefano zanardi

Il nuovo vescovo di Savona, monsignor Gero Marino, sceglie di non commentare la notizia della richiesta di risarcimento danni. Due mesi fa ha attivato un centro di ascolto aperto anche ai minorenni: «Il desiderio è quello dell' assoluta trasparenza». Nessuno, però, ha ancora dato una risposta a Stefano Zanardi, violentato in parrocchia quando era un bambino di 9 anni.

 

«Mi auguro che si possa trovare un accordo. Non ce l' ho con il vescovo, neppure con la Chiesa. Tutti noi, abusati da quel prete pedofilo, chiediamo soltanto di essere visti. Solo allora forse, dopo quarant' anni, potremmo incominciare finalmente una nuova vita».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...