boris pistorius emmanuela macron volodymyr zelensky ucraina francia germania

L'EUROPA INDOSSA L'ELMETTO – DOPO MACRON CHE EVOCA L'INVIO DI TRUPPE IN UCRAINA, IL MINISTRO DELLA DIFESA TEDESCO, BORIS PISTORIUS, SOSTIENE CHE “DOBBIAMO ESSERE PRONTI AD AFFRONTARE UNA GUERRA ENTRO IL 2029” – QUIRICO: “È NAUFRAGATA LA FASE DEL CONFLITTO DA RETROVIA: ‘ARMI E DENARO E UCRAINI CERCATE DI RESISTERE’. LA GUERRA DEVE PROLUNGARSI, PER RENDERE DI PIÙ ECONOMICAMENTE E POLITICAMENTE. SI FARÀ DIGERIRE IL RITORNO DELLA COSCRIZIONE, ALLA IMMEMORE GENERAZIONE ERASMUS

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa”

 

BORIS PISTORIUS

Una volta la parola guerra terrorizzava. Una volta. Utilizzarla richiedeva le delicatezze propiziatorie di chi evoca il cancro o la pazzia. Si ruminava il termine a bassa voce come se si dovesse scongiurare la cosa esorcizzandone il nome. Bei tempi!

[…]

 

Ora si predica la virtù dell'intervento diretto in Ucraina, la tautologia si fa solenne e non si scherza più. Spazzando via in un colpo le rare obiezioni farfugliate da infinitesimali piazze pacifiste e da qualche ‘'intellò'' a cui si intima peraltro di farsi riconoscere come collaborazionista, la parola GUERRA tuona, fa perdere il senso della misura, respinge in vivo timori e tremori. Con la certezza di ridurre l'impatto quando la guerra verrà.

 

VOLODYMYR ZELENSKY EMMANUEL MACRON

Nel fontanile di stupidità guerrafondaia un posto di rilievo bisognerà ricavare per il ministro della guerra tedesco Pistorius. Perché è a questo socialdemocratico che non prova reticenze a far crepitare gli M16 e a cui, considerata ovviamente risolta la lotta di classe, non ripugna gettare i figli nella mischia, si deve il primo calendario della quarta guerra mondiale. Finalmente! C'è una ora x, c'è un atto di battesimo. Adeguiamoci. «Entro e non oltre» (come prescriveva la prosa borbonica) il 2029 dobbiamo esser pronti a combattere.

 

I buoni rivoluzionari erano quelli che sapevano cogliere le occasioni del tempo, che decifravano i misteri del calendario, che lo fermavano secondo le necessità o lo facevano precipitare. Il metereologo dell'ora giusta per scatenare l'apocalisse, con l'occhio fisso sulla immaginaria ma instancabile clessidra è lui: Pistorius Oscar. […]

 

brigitte emmanuel macron joe e jill biden 80 anni sbarco in normandia

Politico dal fiuto fine ha capito che dopo due anni e più di mezze verità e mezze bugie è arrivato il momento di parlar chiaro alle opinioni pubbliche. Sa bene che vogliono la pace ma pensano la mia pace e vogliono dire lasciatemi in pace. Per costoro, mai usciti dall'ora del tè e dell'aperitivo, che facevano finta di preoccuparsi per quegli sventurati dell'Europa centrale con una enfasi che profumava la bugia di circostanza, finora hanno imbastito una quasi guerra su misura, la guerra da retrovia, armi e denaro e ucraini cercate di resistere.

 

BORIS PISTORIUS

Questa fase si è conclusa con il naufragio delle utopiche certezze di una vittoria made in Zelensky: ora basta con le anime candide i principi immacolati e gli esperti di apocalisse annunziate. Lasciare che Zelensky si arrangi da solo non basta più. La guerra deve prolungarsi, allargarsi, per rendere di più economicamente e politicamente.

 

[…]

 

 Il discorso della pace doveva essere al tempo stesso senza farsene accorgere un discorso della guerra: volete forse concedere lunga vita al Grande Satana della steppa? Volete aggiungere una sconfitta a tutte quelle che aborriamo, Iraq, Afghanistan eccetera? Così rassicurati dal silenzio che sale dalle piazze si accelera.

 

emmanuel macron joe biden 80 anni sbarco in normandia

Sofisticate armi americane e Nato colpiscono in Russia evidentemente manovrate da serventi esportati con il prodotto e non certo da contadini ucraini fermi al kalashnikov. E poi si lascia trapelare che si tracciano già corridoi per far arrivare a tutta velocità i rinforzi Nato alla prima linea ucraina in agonia.

 

Pistorius fissa il calendario: nel 2029 ci sarà la resa dei conti finale, la marcia su Mosca. Dal fatale bagnasciuga della Normandia Macron, un Clemenceau reincarnato, non in zimarra come il Tigre ma haute couture, vuole accelerare, scalpita.

 

emmanuel macron mostra i siti russi dai quali partono i missili

Da notare nell'annuncio di Pistorius la caratteristica prosopopea occidentale: noi fissiamo sempre le date in cui la Storia deve svolgersi. E se il nemico decidesse di accelerare? In fondo ci ha anticipato nel passaggio a una economia di guerra a tutto vapore, mentre noi siano ancora fermi all'auto elettrica e alla caldaia green. Ma abbiamo deciso che il 2029 va bene; il nemico si adegui.

 

A che serve questa guerra? Che cosa si cerca quando ci si crede? Perché questa passione delle classi dirigenti occidentali per l'ignoranza, questo accanimento per non vedere? Cosa succede se si spegne la luce, pallido barlume dei nostri innumerevoli fantasmi e di una tenace e insensata mitologia della vittoria? Suprema autorità della stupidità dialettica la guerra, il rassegnarsi a uccidere, resta il modo antichissimo di risolvere le cose irrisolvibili o di credere di risolverle.

 

VLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSI

Per rispondere stiamo comodamente in Germania. Esempio, a Düsseldorf. Qui ha sede la Rheinmetall. Storia tradizione affidabilità: ha lucrativamente fornito cannoni alle guerre tedesche sotto le bandiere del Kaiser e la croce uncinata di Adolf. Dal 1945 al 1956 fu un periodo sciagurato: produzione bellica vietata, si tirava avanti con i consumi innocui. Se sfogliate l'attuale catalogo non manca niente: munizioni cannoni carri armati. Sono la specialità più ghiotta e di successo.

 

Alla Rheinmetall amano i felini, per battezzare i panzer che deliziavano Hitler e complici tirarono in ballo pantere e tigri. A cui hanno aggiunto il Leopard. Ne stanno preparando una versione che dicono ganzissima: sarà pronta per la marcia su Mosca.

 

JENS STOLTENBERG BORIS PISTORIUS

Il calendario di Pistorius delizia i consigli di amministrazione: si può completare la progettazione avviare le catene di montaggio fare i test. Occupazione che cresce, affari sicuri, investenti a lungo termine, gli unici redditizi. Nel frattempo si farà digerire il ritorno della coscrizione, «nuova» annuncia Oscar, alla immemore generazione Erasmus. Un dettaglio: il gruppo Rheinmetall dal gennaio 2022 al 26 febbraio 2024 ha aumentato la capitalizzazione del 394%. È abbastanza chiaro?

VLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSIVLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSIBORIS PISTORIUS

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)