DALLA PADELLA KIRK, ALLA BRACE JD VANCE - IL VICEPRESIDENTE DEGLI STATI UNITI HA CONDOTTO PER DUE ORE IL PODCAST DELL'ATTIVISTA DELL'ULTRA-DESTRA AMERICANA, UCCISO DURANTE UN COMIZIO NELLO UTAH - VANCE ERA IL TRUMPIANO PIÙ VICINO A KIRK: DOPO LA MORTE DEL 31ENNE, VANCE È ANDATO A RECUPERARE LA SALMA E L'HA PORTATA A CASA IN ARIZONA A BORDO DELL'AIR FORCE TWO - ORA IL VICEPRESIDENTE SOFFIA SUL FUOCO: "CHIAMATE I DATORI DI LAVORO DI CHI HA FESTEGGIATO LA MORTE DI KIRK E CHIEDETE IL LORO LICENZIAMENTO"

 

«UN MARTIRE CRISTIANO». VANCE USA L’EREDITÀ DI KIRK PER RAFFORZARE I MAGA

Estratto dell'articolo di Mattia Ferraresi per “Domani”

 

jd vance conduce il podcast di charlie kirk

Ieri il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, ha preso eccezionalmente il posto di Charlie Kirk nella conduzione di una puntata-omaggio del suo show, il primo dopo l’assassinio nello Utah. Vance ha voluto così sottolineare in modo ancora più visibile la sua amicizia e vicinanza all’attivista e fondatore di Turning Point Usa, presentato ufficialmente come «immortale eroe americano» e «martire cristiano».

 

Nella puntata speciale sulla piattaforma Rumble, Vance è stato presentato soltanto come «amico di lunga data di Charlie Kirk» e ha raccontato alcuni momenti particolari del suo rapporto con l’attivista, come quando, durante il processo di selezione del vicepresidente, Kirk ha scritto a Trump il suo appassionato endorsement di Vance; fino alla cronaca di questi ultimi giorni, in cui il vicepresidente ha scortato sull’Air Force 2 la salma del 31enne ucciso, e ha incontrato la moglie Erika. [...]

jd vance charlie kirk

 

Nel frattempo Trump ha continuato ad aumentare il grado di politicizzazione della tragedia. Ha ribadito ancora una volta che la sinistra è «il problema dell’America», collegando direttamente l’omicidio alla presunta retorica violenza del fronte progressista e sostenendo che «persone di sinistra» sarebbero già sotto inchiesta. Così si è sviluppata la caccia ai post: segnalazioni, sospensioni e minacce di licenziamento verso dipendenti di aziende, atenei e amministrazioni che sui social hanno esultato, ironizzato o “meme-izzato” la morte di Kirk.

 

jd vance conduce il podcast di charlie kirk 1

Si passa dal cordoglio al test di ortodossia politica, con filtri diversi a seconda del datore di lavoro e del pubblico di riferimento. Nella furia di drammatizzare, Trump ha anche rilanciato la minaccia di dichiarare l’emergenza nazionale a Washington e, se necessario, mettere la capitale sotto il controllo federale. Colpisce per contrasto il silenzio degli Emmy: nessun cenno all’omicidio. [...]

 

Gli accertamenti su Tyler Robinson, che secondo fonti giudiziarie ha confessato l’omicidio, proseguono su tre fronti: balistico (rilievi e ricostruzione della dinamica), digitale (dispositivi, account, tracce di pianificazione o emulazione) e relazionale (contatti, spostamenti, eventuali complici). Al momento non risultano rivendicazioni credibili né legami organizzativi provati. L’ipotesi prevalente resta quella dell’atto solitario, ma la procura non la dà per definitiva. Sono attesi ulteriori passaggi formali verso la contestazione dell’omicidio aggravato e di terrorismo.

 

charlie kirk jd vance

Nel frattempo l’ufficio dello sceriffo invita a evitare «tribunali online», mentre trapela che Robinson non sta collaborando con le autorità. In controluce emerge un profilo in cui possibili motivazioni ideologiche si sovrappongono a elementi di mimesi digitale: un cortocircuito in cui estetiche, slogan e rituali della radicalizzazione convergono su biografie fragili e iperconnesse. [...]

 

Nel frattempo, la politica corre più veloce della giustizia. Il momento della commemorazione pubblica sarà cruciale in questo senso. Al funerale di domenica in Arizona è atteso il presidente, tutto il governo schierato, i rappresentanti dell’establishment Maga, leader stranieri e un bagno di popolo trumpiano. [...]

 

VANCE NELLO SHOW «AL POSTO» DI KIRK 

Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera” 

 

jd vance charlie kirk 1

JD Vance ha preso ieri il microfono di Charlie Kirk dirigendo per due ore il popolare podcast «The Charlie Kirk Show» dalla West Wing della Casa Bianca e chiacchierando con ospiti che includevano importanti figure dell’amministrazione Trump. Un tributo all’amico e «all’operatore politico più intelligente che abbia mai conosciuto» e un’occasione per parlare del futuro. «Se non fosse per Charlie Kirk, non sarei vicepresidente», ha detto Vance dialogando con Susie Wiles, capo dello staff della Casa Bianca. «È stato forse la persona più importante nel portarci oltre il traguardo ma anche innanzitutto nel farmi ottenere la nomination, è stato il suo esercito di attivisti». 

 

JD VANCE CHARLIE KIRK

Vance, 41 anni (dieci più di Kirk), è il volto giovane dell’amministrazione Trump e l’evento di ieri cementa la sua posizione di erede del movimento e possibilmente futuro leader del partito. Vance è anche impegnato in una operazione di avvicinamento tra le fazioni del trumpismo. Tra gli ospiti c’era il commentatore Tucker Carlson, che ha menzionato le «profonde differenze in politica estera» tra i «Maga» e i «falchi» conservatori; ma Vance ha ricordato che Kirk si era opposto ai raid Usa in Iran, per poi accettarli «solo per questa volta» e l’ha citato come esempio della possibilità d’essere in disaccordo senza smettere di lavorare insieme.  [...]

 

Vance si è detto grato ai politici del partito democratico che gli hanno fatto le condoglianze per Kirk. «Voglio disperatamente abbracciarli mentre ci uniamo nel condannare la violenza politica». Ma ha anche attaccato duramente la «sinistra radicale», affermando che i dati mostrano che «nella sinistra è molto più probabile» trovare persone che «difendano e celebrino la violenza politica».

 

CHARLIE KIRK JD VANCE

E ha promesso di smantellare istituzioni di sinistra che accusa di promuovere la violenza e il terrorismo denunciando due delle organizzazioni progressiste più importanti del Paese: ha criticato il «generoso trattamento fiscale» ricevuto dalla Open Society Foundation di George Soros e dalla Ford Foundation che ha accusato di finanziare un articolo usato per giustificare la morte di Kirk. Gli ha fatto eco Stephen Miller, vicecapo dello staff della Casa Bianca. 

 

La sera prima ad una veglia di preghiera per Kirk al Kennedy Center di Washington, c’erano 83 membri del Congresso («Siamo tutti Charlie Kirk» ha detto uno di loro) in una sala affollata da 2.000 persone. Una famiglia con bambini piccoli indossava magliette bianche con la scritta «Freedom» (come quella di Kirk quand’è stato ucciso). Una donna cattolica di mezza età ci ha detto che non lo conosceva prima, ma la sua morte «da martire» l’ha spinta a guardare tutti i suoi video e vuole unirsi al movimento. [...]

CHARLIE KIRK JD VANCE

 

Wiles e Leavitt hanno spiegato che il merito della vittoria di Trump va in buona parte a Kirk che offrì gratuitamente giovani attivisti per bussare alle porte degli elettori, e che ha aiutato a scegliere lo staff per molti dipartimenti di governo e a spingere per l’inclusione di figure come Robert F. Kennedy. Fu «l’architetto principale della mia riunificazione con Trump», ha detto Kennedy, che annunciò il suo endorsement ad un comizio di Turning Point in Arizona (Kirk volle i fuochi d’artificio).  [...]

 

JD VANCE ESORTA GLI AMERICANI A DENUNCIARE I CAPI DI CHI “CELEBRA” L'OMICIDIO DI CHARLIE KIRK: “CHIAMATE IL LORO DATORE DI LAVORO”

Traduzione da http://www.mediaite.com

 

erika kirk, usha vance e jd vance

Il vicepresidente JD Vance ha esortato con passione gli americani a chiamare i datori di lavoro dei “simpatizzanti dei terroristi” che stanno festeggiando l'omicidio di Charlie Kirk, affermando che ciò invierà il messaggio che la loro crudeltà non è ben accetta in una società civile.

 

Vance ha condiviso le sue opinioni su come trattare le persone che hanno deriso l'attivista conservatore dopo che è stato ucciso a colpi di pistola nello Utah la scorsa settimana, durante un'invettiva incendiaria alla fine del Charlie Kirk Show, che ha condotto lunedì su Rumble.

 

JD VANCE ACCOMPAGNA LA BARA DI CHARLIE KIRK

“Quando vedete qualcuno che festeggia l'omicidio di Charlie, denunciatelo. E, diamine, chiamate il suo datore di lavoro”, ha detto Vance. “Non crediamo nella violenza politica, ma crediamo nella civiltà. E non c'è civiltà nel festeggiare un assassinio politico”.

 

Il suo commento arriva dopo che diverse aziende, tra cui Nasdaq, Office Depot e MSNBC, hanno licenziato dei dipendenti per i loro commenti dopo l'uccisione di Kirk. Il vicepresidente, pochi minuti prima, aveva affermato che “i dati sono chiari”: i democratici e gli americani di sinistra sono molto più propensi a “difendere e festeggiare” la violenza politica rispetto ai repubblicani. Ha citato un sondaggio secondo cui il 26% dei giovani liberali ritiene che la violenza politica sia talvolta giustificata, rispetto al solo 7% dei giovani conservatori che la pensano allo stesso modo.

 

DONALD TRUMP CHARLIE KIRK

“Non è un problema che riguarda entrambe le parti”, ha affermato Vance. “Se entrambe le parti hanno un problema, una delle due ha un problema molto più grave e maligno, e questa è la verità che dobbiamo dire. Quel problema ha conseguenze terribili”. Vance ha citato l'omicidio di Kirk, il tentato omicidio del leader della maggioranza alla Camera Steve Scalise (R-LA) nel 2017 e i tentati omicidi del presidente Donald Trump come chiari esempi di violenza di sinistra.

 

“Sebbene anche la nostra parte politica abbia i suoi pazzi, è un dato statistico che la maggior parte dei folli nella politica americana odierna siano orgogliosi membri della sinistra”, ha affermato Vance.

 

DONALD TRUMP CHARLIE KIRK

Il vicepresidente ha aggiunto che lui e Stephen Miller, assistente del presidente Trump, stanno già lavorando duramente per smantellare le organizzazioni di sinistra che promuovono la violenza.  “Desidero disperatamente che il nostro Paese sia unito nella condanna delle azioni e delle idee che hanno ucciso il mio amico”, ha aggiunto Vance. “Lo desidero così tanto che vi dirò una verità difficile: possiamo ottenerlo solo con persone che riconoscono che la violenza politica è inaccettabile”.

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