qatargate mamedov eldar antonio panzeri

NEL QATARGATE NON POTEVA MANCARE UN TOCCO DI IRAN – DELLA RETE TESSUTA DA ANTONIO PANZERI PER SOSTENERE LE RAGIONI DEL QATAR A BRUXELLES FA PARTE ANCHE MAMEDOV ELDAR, DI PASSAPORTO LETTONE MA DI ORIGINI IRANIANE – NOTO COME IL CONSIGLIERE “PRO TEHERAN”, MAMEDOV HA FATTO PRESSIONI PIÙ VOLTE SULLE VOTAZIONI DEL GRUPPO DEI SOCIALISTI EUROPEI CHE RIGUARDAVANO L'EMIRATO – ANCHE IL SUO UFFICIO SAREBBE STATO PERQUISITO...

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

ELDAR MAMEDOV

Dammi il cinque. Quando la sottocommissione ai Diritti umani votò il via libera al libero ingresso dei cittadini del Qatar in Europa, Francesco Giorgi batté le mani con il suo amico Mamedov Eldar in segno di reciproca soddisfazione. Era andata bene. Entrambi presenti in aula, a seguire fino alla fine un provvedimento che avevano accompagnato sin dalla sua ideazione.

 

Del primo, ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri e ora di Andrea Cozzolino, ormai si conoscono molte cose. A quella sessione, come a molte altre, era presente anche la sua compagna Eva Kaili, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, che per eccesso di zelo si prese la briga in quella occasione di dare anche lei parere favorevole al provvedimento, senza per altro avvertire il suo gruppo, l’Alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) che infatti si ritrovò con un voto in più di quelli dovuti e attesi.

 

Il misterioso consigliere

antonio panzeri

Ma quello del secondo è un nome nuovo, con una storia particolare. Nel vasto organigramma dei S&D, «il nostro team» sul sito di riferimento, il cinquantenne Mamedov Eldar, di passaporto lettone e di origine iraniane e macedoni, è presentato come consigliere politico per gli Affari esteri. Secondo alcune fonti, il suo ufficio nel palazzo dell’Unione europea dedicato a Stephen Zweig, l’ex Atrium di Bruxelles, è stato perquisito e sigillato dalla gendarmeria belga.

 

I suoi interessi riguardano però una sola area, da sempre. «Un lobbista iraniano» è la definizione generale di questo personaggio ben conosciuto a Strasburgo e Bruxelles. «Sempre pronto a ripetere la propaganda di Teheran», lo fulmina così un articolo di Aze media, poco lusinghiero nei suoi confronti. «Un promettente diplomatico e analista politico che negli ultimi quindici anni è diventato un inutile agente dei Pasdaran».

 

antonio panzeri 2

Gli europarlamentari del gruppo ricordano come ogni volta che uno di loro si esprimeva in termini severi sul Qatar, come noto uno degli alleati principali dell’Iran, Eldar interveniva cercando di ammorbidire la sua posizione. Spesso riuscendo nel suo intento, come dimostra la proposta della Commissione sui visti di ingresso poi congelata dopo gli arresti dello scorso venerdì, che riconosceva «i progressi», così erano definiti nella bozza finale, fatti dal Qatar sui diritti civili.

 

Amici e collaboratori

ELDAR MAMEDOV 1

Tutti i nomi portano a Panzeri, «sospettato di essere intervenuto politicamente presso alcuni deputati europei in favore del Qatar e del Marocco in cambio di pagamenti», così come recita il suo capo di imputazione. Anche quello del diplomatico lettone, che ha condiviso articoli e prese di posizione con il fondatore della Organizzazione non governativa Fight impunity, fondata dall’ex eurodeputato lombardo, lo ha intervistato e si è fatto da lui intervistare. Compagni di idee e vedute convergenti, definizione agli atti di un convegno sul Maghreb che li aveva visti insieme. Eldar suggeriva e disegnava scenari ai deputati che si occupavano dei Paesi del Golfo.

 

Faceva lo stesso, nel senso che identico è il ruolo presso i socialisti europei, anche Carlo Bittarelli, italiano originario di Losanna, pure lui proveniente dagli ex Democratici di sinistra, dei quali fu membro di segreteria della sezione di Bruxelles prima di diventare, correva l’anno 2007, assistente di un europarlamentare di prima nomina, tale Antonio Panzeri. Con il quale ha lavorato fino al 2014, preparandogli i dossier di politica estera.

EVA KAILI FRANCESCO GIORGI

 

Oggi è rimasto nei dintorni del Parlamento europeo. Sembra che anche il suo ufficio abbia ricevuto le attenzioni degli investigatori belgi. «Il nostro team» qualifica anche lui come consigliere politico, ma di quella sottocommissione sui Diritti umani (Droi) che pare essere il centro di gravità dell’intera inchiesta, il luogo dove convergevano interessi e spinte per aiutare eventuali amici qatarioti.

 

La rete

ELDAR MAMEDOV

Sia Eldar sia Bittarelli non risultano indagati. Così come non lo sono Mychelle Rieu, funzionaria della sottocommissione sui Diritti umani, il cui ufficio è stato perquisito ieri, e Giuseppe Meroni, anche lui oggetto delle attenzioni dei gendarmi. Al momento e fino a prova contraria, pagano la vicinanza a Panzeri, la prima in termini di amicizia personale, cosa nota negli ambienti della politica comunitaria, il secondo in quanto anche lui suo assistente storico, prima di passare alle dipendenze di Pietro Bartolo e dell’eurodeputato belga Marc Tarabella, il Mister T indicato come tale dagli inquirenti belgi.

 

Gomitolo da dipanare

soldi trovati a casa di eva kaili e panzeri

Ogni filo di questo intrigo dai contorni ancora poco chiari riporta alla palazzina di rue Ducale, nel cuore di Bruxelles, a pochi metri dall’ambasciata americana. Perché è dalla sede di Fight impunity che inizia a dipanarsi questo gomitolo. Dalla telefonata fatta da un collaboratore di Panzeri, che voleva sporgere denuncia. Era sempre stato sottopagato, così avrebbe sostenuto. E la circostanza gli sembrava strana, perché intorno a sé vedeva girare molti soldi, anche e soprattutto in contanti. Non per una questione di principio, dunque. Ma per denaro. Come tutta questa storia.

antonio panzeri 5ANTONIO PANZERI - EVA KAILI - FRANCESCO GIORGI - MARC TARABELLAEVA KAILI FRANCESCO GIORGIEva Kaili Francesco Giorgi Niccolo Figa-Talamanca Pier Antonio Panzeri

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?