ousseynou sy

“L'ASSALTO? LO RIFAREI CENTO VOLTE” - OUSSEYNOU SY NON E’ PENTITO DEL SUO PIANO: “VOI BIANCHI CI AVETE INVASO, ORA CI RESPINGETE E CI FATE MORIRE. NON VOLEVO FARE MALE A NESSUNO. VOLEVO ANDARE SULLA PISTA DI LINATE CON I BAMBINI CHE AVREI USATO COME SCUDO E DA LÌ PARTIRE IN AEREO PER L'AFRICA IN MODO CLAMOROSO. VOLEVO FARE PARLARE DI ME E DELLE MIE FINALITÀ. HO PORTATO UNA TANICA DI BENZINA COME PROTEZIONE PER EVITARE CHE MI SPARASSERO...”

1 - «L'ASSALTO? LO RIFAREI CENTO VOLTE» L' AUTISTA E IL PIANO PER VOLARE IN AFRICA

Andrea Galli e Cesare Giuzzi per “il “Corriere della Sera”

 

SEQUESTRO DEL BUS - Ousseynou Sy

Il carabiniere gli punta addosso la pistola Beretta. Ousseynou Sy è in piedi. Indossa mocassini neri e pantaloni di colore grigio scuro, come la maglietta, che non ha scritte né aloni di sudore. Sy osserva quell'arma. Muove lentamente il corpo sovrappeso di un metro e novanta, e si sdraia sul pavimento del bus, che è fermo sulla seconda corsia del tratto IV/2 della strada provinciale Paullese.

 

I cinquantuno ragazzini tenuti in ostaggio per un'ora e mezza sono già liberi, a sei chilometri da Linate, l'obiettivo finale del piano stragista: cinquantuno ragazzini da usare come «scudo» umano per aprirsi un varco nell' aeroporto e salire su un aereo. Il carabiniere ammanetta Sy, lo trascina fuori dal bus. A bordo, si sono alzate le fiamme, che feriscono l' attentatore al dorso della mano sinistra. I vestiti adesso puzzano di benzina, sparsa sui sedili e le cappelliere. Sono le 11.55 di mercoledì. I carabinieri prendono in consegna il dirottatore, che lasceranno alle 2 di notte, nel carcere di San Vittore.

IL COLTELLO USATO DA OUSSEYNOU SY

 

Sy viene fatto sedere su una Giulietta dei carabinieri. Dal finestrino, fissa lo scheletro del bus, dal quale si è staccato uno pneumatico. La macchina percorre la Paullese; a San Donato Milanese, entra nella caserma dei carabinieri. Per Sy, ci sono le operazioni di fotosegnalamento. Non chiede dell'acqua. Non gli serve il bagno. Non guarda nessuno negli occhi. Non è timidezza o paura, ma odio. Odio contro «i bianchi». Odio contro «voi bianchi che ci avete invaso e colonizzato, ci avete distrutto e ora ci respingete, facendoci morire nel Mediterraneo».

 

Parla rilassato. Non alza la voce. Scandisce le parole. L' essere in una caserma, non lo spaventa. I carabinieri lo osservano. E il respiro è regolare, gli occhi non vagano in cerca di una via di fuga, le mani sono ferme. Non si accarezza il viso. Non indugia sulle unghie.

Completato il fotosegnalamento, Sy torna sulla Giulietta: nel breve tragitto a piedi, il passo è stato costante, la postura eretta. Il primo ospedale è il Policlinico di San Donato.

 

In macchina, Sy inizia a raccontare del piano stragista. «Lo preparavo da tempo, mi sono deciso quando ho visto in tele la nave "Mare Jonio" e le azioni dei politici italiani per ostacolare le Ong». Nel Policlinico, un dottore esamina la mano. La situazione non è grave, ma si decide una visita al Reparto specializzato dell' ospedale Niguarda. I carabinieri ancora non gli domandano nulla. È Sy a porsi interrogativi e rispondere.

 

IL BUS SEQUESTRATO DA OUSSEYNOU SY

«Pentito? Nessun pentimento. Era una cosa che dovevo fare e che rifarei. Cento volte. Perché l' ho fatto? Per mandare un segnale all' Africa. Gli africani devono restare in Africa». Non pensa ai cinquantuno ragazzini, Sy. E non pensa ai propri figli. Si crede dentro una missione, coerente fino alla fine. Non aveva pianificato un' azione kamikaze. È fondamentale ascoltare una delle telefonate inoltrate al 112 da chi era su quel bus.

Nella conversazione, Sy ordina a un professore della scuola media di parlare con i carabinieri.

 

OUSSEYNOU SY sequestro bus

Il professore spiega: «Questo dice che vuole andare sulla pista di Linate... I bambini sono legati... Ha in mano un accendino, minaccia di dar fuoco a tutto...». Linate. Sy lo ribadisce ai carabinieri, nel trasferimento dal Niguarda - gli hanno tolto la pelle bruciacchiata, hanno spalmato una crema e fasciato la mano - alla Procura, per l' interrogatorio. Ha in tasca due passaporti, uno italiano e l' altro senegalese. L' avvocato Davide Lacchini gli ricorda che in prigione affronterà un lunghissimo percorso. «Non fa niente, l' avevo messo in conto. Volevo un' azione eclatante, il mondo doveva parlare di me».

 

Nell' interrogatorio, Sy svela il nomignolo per la pagina di YouTube: «Paul Sy». Paul da Paolo, il nome che gli hanno dato gli amici. Sul «canale», aperto il 22 dicembre 2012, ci sono due video, caricati il 17 marzo. Manca il filmato-manifesto che Sy ha girato con il cellulare e che ha raccontato di aver inoltrato, prima dell' attacco, a parenti e al legale, che però non lo ha mai ricevuto. I brevi filmati ritraggono due bimbi africani che giocano con un lemure, e una partita di calcio in Senegal. L' ultimo accesso su WhatsApp è invece datato mercoledì, alle 11.56. Nella foto del profilo, Sy guida un bus. L' account è stato aperto il 22 settembre 2016.

 

san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy 2

Dalla Procura, i carabinieri tornano in caserma. Le 19. Fanno sedere Sy a un tavolo.

Portano risotto con lenticchie. Sy mangia. Non ha ancora sbadigliato, la scarica di adrenalina non l'ha sfiorato. Non crolla. Nemmeno quando, entrato a San Vittore, deve attendere a lungo prima d' essere destinato a una cella. Un' ora. Davanti a un vetro divisorio. Non fiata. È in piedi, non si china, non si appoggia. Si specchia in quel vetro. Tace. E pensa. È notte. Nei giorni scorsi, Sy ha commissionato a un collega l' acquisto su Internet di un taser, una pistola elettrica. «È un regalo per una donna».

san donato milanese sequestro del bus auto dei carabinieri speronata

 

2 - «SU YOUTUBE IL VIDEO CON LE MIE INVETTIVE HO FATTO TUTTO DA SOLO»

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

Dopo l'arresto, Ousseynou Sy è interrogato dal coordinatore del pool anti terrorismo della Procura Alberto Nobili e dal pm Luca Poniz. Ci sono il suo avvocato, Davide Lacchini, e diversi carabinieri.

 

Qual era il suo obiettivo?

«Fare un' azione dimostrativa dopo il mancato sbarco di 49 persone (che però era avvenuto a Lampedusa, ndr ), fermare quello che sta accadendo e salvare vite umane. Nessuno mi ha chiesto o suggerito niente. Sono laico e autonomo. Avevo postato un video su YouTube in cui mi lamentavo di quello che sto vedendo».

san donato milanese sequestro del bus 1 di 4

 

A chi lo ha mandato?

«Al mio avvocato (ha negato di averlo ricevuto, ndr ). Ho telefonato a un mio parente di cui non voglio dire il nome».

san donato milanese sequestro del bus 2 di 4

 

Perché si è diretto verso Milano?

«Non volevo fare male a nessuno. Volevo andare sulla pista di Linate con i bambini che avrei usato come scudo e da lì partire in aereo per l' Africa in modo clamoroso.

Volevo fare parlare di me e delle mie finalità. Ho portato una tanica di benzina come protezione per evitare che mi sparassero. La benzina era sparsa sul pavimento dall' inizio».

 

Perché proprio quegli studenti?

«Non è stata una scelta precisa. Avevo avuto molte occasioni per fare del male e non l' ho fatto. Ho detto "andiamo a fare un giro, se state buoni non accadrà nulla".

san donato milanese sequestro del bus 3 di 4

Mentre viaggiavamo ho spiegato perché lo facevo e ho parlato dell' Africa. Li ho minacciati con un coltello da cucina e la benzina, non avevo una pistola. Quando sono arrivati i Carabinieri c' è stata grande agitazione e ho creduto che finisse molto male. È stato lo scontro con la macchina dei Carabinieri a far partire l' incendio, non io, perché l' accendino che avevo era rotto».

san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy san donato milanese sequestro del bus san donato milanese sequestro del bus ousseynou sy san donato milanese sequestro del bus 4 di 4

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ACCIDENTALE: È STATO POSSIBILE SOLO GRAZIE ALL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, MA LA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE MELONI NELLA CHIAMATA CON I "VOLENTEROSI" MACRON, STARMER E MERZ  – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DAI GIORNALI DI DESTRA E DAL “CORRIERE”: ALL’ORIZZONTE NON C’È ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE IN UCRAINA, NÉ LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO PRO-KIEV. È LA MELONI A ESSERSI CHIAMATA FUORI PER EVITARE GUAI CON SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…