16 ANNI IN CELLA PER IL DELITTO GUCCI E NON SENTIRLI: PATRIZIA REGGIANI LIBERA DI FARE LA “CONSULENTE DI STILE”, A SAN VITTORE GIA’ LA RIMPIANGONO

Andrea Galli per "Corriere della Sera"

Vedova nera e detenuta impeccabile, mandante dell'assassinio del marito e innamoratissima delle figlie, prima insofferente verso il lavoro e adesso dal lavoro stregata, l'ennesimo nuovo inizio (il prossimo finale chissà) di Patrizia Reggiani è datato ieri pomeriggio. Le due e mezza. Carcere di San Vittore.

Persone alla spicciolata; al massimo, in mano, un sacchetto della spesa con le proprie cose, il passo ora veloce ora rallentato di chi torna libero e se la gode. Nel caso specifico Patrizia Reggiani, difesa dall'avvocato Danilo Buongiorno, è tornata libera dopo sedici anni di detenzione per la morte di Maurizio Gucci, il 27 marzo '95, al civico 20 di via Palestro, nell'atrio del palazzo dove lo stilista aveva gli uffici.

Tempo un mesetto e il Tribunale di sorveglianza valuterà l'affidamento o meno ai servizi sociali per scontare il poco che ancora resta della condanna, ovvero tre anni. Certo è che la linea pare tracciata. Di più: superata. E lei per l'appunto, dopo quella famosa, per niente tattica anzi terribilmente autolesionistica ammissione («Lavorare? No, meglio la cella») con la quale rifiutò la semilibertà da barista, ha cambiato filosofia, idea e soprattutto prospettive.

Se glielo permetteranno, c'è un lavoro che l'aspetta. Nello showroom di Bozart, azienda che, spiegano le presentazioni, si occupa di bigiotteria e complementi alta gamma moda. «Non siamo gli ultimi arrivati» dice la proprietaria Alessandra Brunero «abbiamo la nostra storia. In più siamo legati a Patrizia. Saremo ben lieti, nell'eventualità, di averla qui e aiutarla a ripartire. Noi e lei? Conosce il marchio da sempre. È stata una cliente affezionata e una piacevole vicina di casa».

Il ruolo ritagliato per Patrizia Reggiani, beccata dai fotografi di mondanità perfino durante la carcerazione dedicando i giorni di permesso ai negozi griffati di Montenapo, dovrebbe essere quello di «consulente di stile». Ma perché proprio Bozart? Dando per buona, e non c'è motivo per fare il contrario, la buona fede della signora Brunero, di nuovo c'è di mezzo un colpo a sorpresa della Reggiani. «Non pensavamo ci scegliesse. Ci ha stupito». Poi magari subito si stancherà, l'ex moglie dello stilista; poi magari vorrà concentrarsi su altro, dimenticare Bozart, la moda, dimenticare Milano...

Per intanto il cambio geografico nell'intensa esistenza di questa donna, nata come Patrizia Martinelli poi Reggiani dal cognome di un ricco vedovo cui si legò prima di Gucci, registra la zona del Tribunale, nei quali dintorni abiterà, in un appartamento di proprietà della famiglia. Sarà una libertà gustata con l'adorata, venerata madre e con le figlie Alessandra e Allegra. Nel reparto femminile di San Vittore più d'una detenuta è rimasta dispiaciuta dalla partenza dell'amica Patrizia.

In carcere ci si chiede se incontrerà mai la maga Pina, al secolo Pina Auriemma, cartomante, dama di compagnia, gran consigliera della vedova nera e ugualmente implicata nel delitto. Quando toccò a lei, la maga aveva lasciato Vittore commossa, mettendo nell'addio una teatrale liturgia: salutò a una a una, incluse anche quelle che non conosceva, le guardie penitenziarie. Sfumando sullo sfondo, espresse un solo desiderio: «Dimenticatemi in fretta».

Però come si fa ad archiviare uno dei più famosi omicidi d'Italia? Con quella specie di corte dei miracoli che mise in piedi il piano, lo realizzò nella convinzione d'aver eseguito il delitto perfetto? Ecco, «come si fa?» domanda e domanda, inascoltato, Giuseppe Pino Onorato, settant'anni, pensionato, che fu portiere del civico 20 di via Palestro e che dal killer di Gucci venne ferito.

Da allora, insiste Onorato, «aspetto il risarcimento». Quanto denaro? «Duecento milioni delle vecchie lire. Mi considerarono un testimone scomodo e provarono a eliminarmi. Sì, mi andò bene. Il proiettile non uccise. Ma rimango una vittima privata della giustizia».

Avrà saputo, la Reggiani è fuori. «Meglio. Ah, molto molto meglio. Quand'era in galera dicevano che era nullatenente e non aveva soldi per il mio risarcimento. Ora si metterà a faticare e guadagnerà. O almeno, io voglio sperarlo».

 

GucciReggiani PatriziaReggiani patrizia reggiani

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?