carmine gallo samuele calamucci enrico pazzali

LA PROCURA DI MILANO HA CHIUSO IL PRIMO FILONE DELL’INCHIESTA SUGLI SPIONI DI EQUALIZE. E ANCHE PER ENRICO PAZZALI, EX PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE FIERA, L’IPOTESI DI REATO È ASSOCIAZIONE A DELINQUERE – 10 MESI FA IL GIP AVEVA RIFIUTATO LA CUSTODIA CAUTELARE PER IL MANAGER, RITENENDO CHE NON AVESSE ACCESSO A TUTTE LE ATTIVITÀ DEL GRUPPO (I CUI CAPI SAREBBERO STATI CARMINE GALLO E SAMUELE CALAMUCCI). MA PER LA PROCURA NON È COSÌ…

CASO EQUALIZE, CHIUSA L'INCHIESTA SU PAZZALI E ALTRI 14

ENRICO PAZZALI

(ANSA) -  La Dda di Milano e la Dna hanno chiuso il primo filone della maxi inchiesta sulle presunte cyber-spie di Equalize e su dossieraggi con accessi abusivi in banche dati.

 

L'atto di conclusione indagini dei pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, che prelude alla richiesta di processo e con 202 capi di imputazione, è a carico di 15 persone, tra cui Enrico Pazzali, ormai ex presidente di Fondazione Fiera Milano ed ex titolare dell'agenzia investigativa, di esperti informatici come Nunzio Samuele Calamucci e dell'imprenditore Lorenzo Sbraccia. L'ex superpoliziotto Carmine Gallo, tra gli arrestati il 25 ottobre, è morto a marzo.

 

EQUALIZE, LA PROCURA DI MILANO INSISTE SU PAZZALI: «ANCHE LUI NELL’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE». IN 15 RISCHIANO IL PROCESSO

Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per www.corriere.it

 

carmine gallo

Stanco di aspettare che dall’udienza di marzo 2025 il Tribunale del Riesame di Milano decida sul ricorso presentato il 17 ottobre 2024 dalla Procura contro il non arresto il 4 ottobre dell’allora presidente di Fondazione Fiera Milano e socio di maggioranza dell’agenzia investigativa Equalize, il pm Francesco De Tommasi ha notificato oggi a Enrico Pazzali e ad altri 14 indagati oltre 200 pagine di «avviso di conclusione delle indagini e deposito degli atti» appunto di questo primo e principale filone dell’inchiesta sulle massicce consultazioni illecite delle banche dati delle forze dell’ordine da parte della società Equalize di Pazzali, dove gli «operativi» principali erano Carmine Gallo (l’ex poliziotto in auge in Procura negli anni ‘90 delle inchieste sulla ‘ndrangheta di cui era grande esperto, morto di infarto il 9 marzo scorso) e Samuele Calamucci.

 

informativa agli atti dell indagine equalize sul materiale trovato sul cellulare di enrico pazzali

Le principali ipotesi di reato contestate dalla Procura sono associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio. […]

 

[…]

 

Per queste accuse 10 mesi fa il gip Fabrizio Filice, nel mettere ai domiciliari Gallo e Calamucci e altri due tecnici ruotanti attorno a Equalize, non aveva invece ritenuto indispensabile la custodia cautelare per Pazzali, rinviando al futuro processo il vaglio del suo ruolo, e a tratti anzi manifestando il convincimento che Pazzali non potesse essere considerato promotore dell’associazione e nemmeno partecipe.

 

SAMUELE CALAMUCCI CON VINCENZO DE MARZIO NEGLI UFFICI DI EQUALIZE A VIA PATTARI, MILANO

Perché no? Perché, per il gip, Gallo e Calamucci e Giulio Cornelli sarebbero stati «gli unici effettivi detentori dei rapporti con la clientela e dei canali di accesso ai dati costituiti dai pubblici ufficiali a essi legati da rapporti corruttivi, gli unici detentori del know-how digitale necessario all'organizzazione», sicché Pazzali avrebbe «rivestito un ruolo visibilmente più marginale nell'organizzazione».

 

Il gip traeva questa conclusione da alcune intercettazioni in cui a suo avviso Pazzali «non sembra essere completamente a conoscenza delle reali attività perseguite dall'organizzazione […]», quasi tenuto all’oscuro da Gallo e Calamucci che «si accordano per tenergli nascoste le potenzialità informatiche più eclatanti, e, in alcune occasioni, arrivano a dargli informazioni non veritiere in relazione a nominativi che egli ha richiesto, proprio per paura che da tali informazioni egli capisca le modalità con le quali se le sono procurate».

 

nunzio samuele calamucci

[…]

 

Questa lettura era però stata contrastata dal pm De Tommasi, che, nel proprio appello al Tribunale del Riesame per ottenere l’arresto di 13 indagati tra i quali anche Pazzali, da un lato aveva valorizzato altre intercettazioni e taluni messaggi in chat dai quali a suo parere si poteva ricavare la furbizia della consapevole non genuinità delle conversazioni apparentemente scagionanti Pazzali, e dall’altro lato aveva tolto alcuni omissis agli interrogatori di Gallo e Calamucci (successivi ai loro arresti) nei quali i due affermavano con nettezza che il presidente di Fondazione Fiera fosse perfettamente consapevole di tutti gli illeciti, e anzi li richiedesse. Due tesi opposte sulle quali i giudici del Tribunale del Riesame non hanno ancora deciso.

 

[…]

 

enrico pazzali

Tra le molte cose che ancora devono essere chiarite in questa vicenda, intanto almeno una di rilievo sembra esserlo stata.

 

Non soltanto non risultano politici intercettati illegalmente, ma, contrariamente a quanto la banda operativa negli uffici dietro il Duomo accreditava nei propri colloqui interni, intercettati dalle microspie piazzate dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, gli uomini di Equalize non hanno mai avuto la possibilità concreta di «bucare» i server del Ministero dell’Interno, cioè di accedere in autonomia agli archivi del Viminale, e nemmeno è mai esistita a Londra una squadra di hacker aggregati intorno a fantomatiche docenti universitarie: sulla base degli atti d’indagine, invece, Equalize è l’ennesima storia […] di una agenzia investigativa che corrompeva alcuni poliziotti, finanzieri o carabinieri affinché utilizzassero la propria possibilità di consultare per lavoro le banche dati pubbliche […]

 

[…]

Anche la capacità di Equalize di violare telefoni e computer […] resta controversa: là dove è stata provata si è però visto che ciò avveniva solo grazie alla indispensabile collaborazione dall’interno di qualcuno che, nelle società clienti che richiedevano intercettazioni illegali di propri dipendenti o avversari, «aprivano» agli hacker di Equalize le «porte» dei propri sistemi informatici nei quali Equalize inoculava gli illegali captatori informatici (Trojan).

SAMUELE CALAMUCCI DAVANTI AL PC CONTA UNA MAZZETTA DI SOLDI

 

Allo stesso modo, molte delle persone i cui messaggi erano stati apparentemente hackerati dai tecnici di Equalize (come i giornalisti indigesti a Pazzali al pari dell’allora presidente di Cassa depositi prestiti Gorno Tempini, o come l’architetto Stefano Boeri presidente della Triennale), non hanno riconosciuto come totalmente propri e originali quei messaggi, pur riflettendo grosso modo il loro pensiero vero.

 

 Veri intercettati, dunque questi messaggi, o falsi ricostruiti? L’ambiguità non è sciolta dall’accusa, che in questi casi per ora contesta sia il reato di chi abbia illecitamente carpito messaggi altrui, sia il reato di chi abbia artefatto messaggi altrui.

ignazio la russa enrico pazzali carmine gallo - lapresseENRICO PAZZALI ATTILIO FONTANA

 

enrico pazzaliEnrico Pazzali

sede della Equalize a milanogiuliano schiano I CLIENTI DI EQUALIZENUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZEL’hard disk e il pc di Nunzio Samuele CalamucciLA SEDE DI EQUALIZELA SEDE DI EQUALIZE marco malerbasamuele calamucci

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?