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PECUNIA NON OLET. IL QATAR, PERO’, ESAGERA: OFFRE PREMI ALLA SORBONA DA ASSEGNARE AGLI ITALIANI CHE SI SONO “DISTINTI NELLA DENUNCIA DELLA CORRUZIONE”. DA 250 MILA AD UN MILIONE DI EURO - MA DOHA NON HA OTTENUTO I MONDIALI DI CALCIO 2022 A SUON DI MAZZETTE?

 

Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera

 

SORBONASORBONA

Un milione di euro! E chi l' ha mai visto un premio a chi combatte la corruzione così spropositato? La Sorbona! E dove li trova la Sorbona tutti quei soldi per premiare i più «onesti»? È un cadeau dell' emiro del Qatar. Lo stesso Qatar accusato di aver pagato milioni e milioni di tangenti per avere i Mondiali di calcio.

 

Non capita tutti i giorni di ricevere certe lettere. La mittente è ai vertici di una associazione culturale e umanitaria senza scopo di lucro legata alle migliori università romane. Gente seria. Piena di iniziative. Legata al volontariato. Mai sfiorata non dico da un sospetto, ma da una chiacchiera. E proprio per questo, probabilmente, scelta per la «selezione».

 

SORBONA1SORBONA1

Spiega dunque, la mittente, di avere ricevuto da parte di «incaricati della Sorbona», «l' invito a segnalare alcune personalità italiane che per meriti professionali si siano particolarmente distinte nella denuncia della corruzione». E qui, con la precisazione che «le candidature vanno presentate entro il prossimo venerdì 21 ottobre», cioè domani, arriva il botto: «La qatariota Sorbona ha istituito un Premio, finanziato dall' emiro del Qatar, e a tale scopo selezionerà un certo numero di candidati; in base a una graduatoria di merito, attribuirà loro tre premi, di un milione, 500 mila e 250 mila euro». In totale 1.750.000 euro. Il doppio della somma destinata a chi vince un Nobel.

 

blatter mondiali qatarblatter mondiali qatar

Che tanto ben di Dio sia destinato a quanti in un modo o nell' altro danno battaglia a quello che papa Francesco chiama «il pane sporco» delle mazzette è un' ottima notizia. Sulla carta. Il guaio è che quei soldi (troppi) finirebbero per essere a loro volta corruttivi. E sollevare mille dubbi. Perché versati da chi non ha dato, in questi anni, esempi di specchiata trasparenza. L' emirato del Qatar, Staterello grande come l' Abruzzo ma così ricco grazie ai giacimenti di petrolio e gas naturale da avere un Pil pro capite di 132.099 dollari, è stato investito frontalmente, come dicevamo, dall' accusa di essere uno Stato corruttore.

 

Rileggiamo l' Ansa del 25 gennaio 2015: «La Fifa deve procedere il più velocemente possibile a un nuovo voto per l' assegnazione della Coppa del Mondo 2022. Lo chiede l' assemblea parlamentare del Consiglio d' Europa, nel rapporto "La riforma della governance del calcio", approvato in sessione plenaria. Nel rapporto si afferma che questo è necessario perché la decisione di assegnare la Coppa del Mondo 2022 al Qatar è stata "radicalmente viziata"».

 

La attuale Doha La attuale Doha

Spiegherà un' inchiesta di Avvenire : «Il versamento da parte dell' allora vicepresidente della Fifa, il qatariota Mohammed Bin Hammam, di "considerevoli somme di denaro" a oltre 30 alti rappresentanti del calcio africano e ad associazioni nazionali "ha assicurato al Qatar - sostiene il rapporto conclusivo - i voti dei rappresentanti della Confederazione africana di football (Caf)"».

 

In pratica «mazzette a pioggia che hanno permesso al Qatar di eliminare altri pretendenti asiatici, come Australia, Giappone e Corea, strappando la maggioranza dei consensi. La sessione di voto incriminata si svolse il 2 dicembre del 2010. Un anno dopo Bin Hammam è stato espulso a vita dalla Fifa, non per aver perorato a suon di petrodollari la causa qatariota, ma per aver pagato tangenti per ottenere i voti nella guerra personale alla successione di Blatter».

 

Mozah bint Nasser al Missned con BlatterMozah bint Nasser al Missned con Blatter

C' è chi dirà: è il mondo del calcio a essere marcio. Di più: dal giugno 2013, cioè da quando lo sceicco Hamad abdicò in favore del figlio, l' opulento emirato è guidato dal giovane Tamim bin Hamad Al Thani che, tirato su all' accademia di Sandhurst frequentata dagli stessi principi William e Harry, ha promesso riforme. E magari anche il premio nascente della Sorbona potrebbe essere propedeutico a una svolta.

 

Sarà… Ma anche al di là delle polemiche sulle donazioni (private) a fazioni islamiste radicali, fatte scoppiare da Vladimir Putin al summit di Antalya con un dossier basato su «informazioni del Dipartimento del Tesoro di Washington», resterebbe comunque il tema dei diritti civili. Denunciato tra gli altri dal nostro Federico Fubini che nel 2008 raccontava il contrasto fra i grattacieli luccicanti e la miseria di chi li costruiva: «Un' unica doccia comune sporge per strada, una latrina basta per cento, si dorme fino a sedici uno sull' altro in stanze di nove metri quadri, senza finestre».

ali bin thamer al thaniali bin thamer al thani

 

Spiegava due anni fa The Observer che i soli nepalesi morti dal 2010 nella costruzione degli stadi per i Mondiali erano già «oltre 400», più quelli di altre nazionalità. Dice l' ultimo dossier di Amnesty che le cose non son cambiate e gli immigrati importati per i lavori più umili, sei volte più numerosi dei ricchi «qatarioti» autoctoni, restano schiavi del «sistema dello sponsor in base al quale il migrante non può cambiare lavoro o lasciare il Paese senza il permesso dei datore di lavoro».

 

Non bastasse, proprio la Sorbona che col suo prestigio farebbe da garante al lussuoso premio ai nemici dei corrotti, fu investita un anno fa da un' altra polemica: aveva accettato («con grande discrezione», ironizzò le Figaro ) 1.800.000 euro dal Qatar per accogliere alcune decine di profughi che «volessero proseguire gli studi» a Parigi. Un finanziamento contestatissimo dalla Uni, la federazione studentesca interuniversitaria, furente contro «l' apparente generosità del Qatar» che rifiuta i rifugiati a casa sua per smistarli a Parigi e contro la Sorbona che «accetta i soldi dagli emiri ma rifiuta per statuto, in nome della indipendenza, gli aiuti delle imprese francesi». Aria incandescente.

 

doha qatar doha qatar

Pochi mesi prima Michel Houellebecq, in «Sottomissione», aveva dato scandalo raccontando proprio la «conquista» islamica, quattrini alla mano, del prestigioso ateneo attraverso la storia di François, un professore nichilista e spremuto che si converte per i soldi, la carriera e la possibilità infine di avere donne da sottomettere… Vogliono dimostrare gli «amici del Qatar» (direbbe Fiorello) d' avere lo spirito giusto? Riducano a buon senso quel premio corruttivo e lo diano ai cronisti dei network tedeschi ARD e WDR che l' anno scorso a Doha furono arrestati, intimoriti ed espulsi (dopo la confisca di telefonini, computer e registrazioni) perché giravano un documentario sul Mondiale del 2022.

 

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