biden afghanistan talebani

BIDEN, IL BADOGLIO DELLA FUGA AFGHANA - DOMENICO QUIRICO: “IL PRESIDENTE USA HA SENTENZIATO CHE LA COLPA E’ DEI SOLDATI AFGHANI. NOI INVADIAMO, INGOMBRIAMO, CI DISPERDIAMO E LA COLPA È DEGLI ALTRI. PRETENDIAMO NON SOLO VITTORIE MA ANCHE SCONFITTE A PREZZO STRACCIATO. MA PER COSA GLI AFGHANI AVREBBERO DOVUTO COMBATTERE FINO ALLA MORTE? FORSE PER I PALAZZI DEI RICCHI, PER POLITICANTI CORROTTI, PER UNA MODERNITÀ DI CUI NON HANNO VISTO LE REMOTE DELIZIE, PER LA BORGHESIA OCCIDENTALIZZATA CHE LI GUARDAVA CON CONDISCENDENZA PER LA LORO ARRETRATEZZA? AVREBBERO DOVUTO MORIRE PER GLI ILLUMINATI EDITORIALI DEL ‘NEW YORK TIMES’?”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

Domenico Quiricoarticle

La insinuazione offensiva ha atteso solo poche ore. E piove dall'alto del comandante supremo Biden, il Badoglio della fuga afghana, un presidente in cui quello che appare di più grande è la banalità. È tutta colpa dei soldati afghani, ha sentenziato, avevamo organizzato benissimo a Kabul, ma quelli hanno pervertito tutto arrendendosi senza combattere. Voilà.

 

Le sconfitte si assomigliano tutte quanto meno nelle scuse dei vinti: è sempre colpa di qualcun altro, gli alleati inaffidabili, le quinte colonne, i traditori, i tiepidi, le fanterie... Colpisce, fragorosa, la assonanza: a scolpire la nostra Caporetto del 1917 fu il famigerato proclama di un altro comandante supremo, l'uomo dannunzianamente «scolpito nella roccia del Verbano», Luigi Cadorna. Spiegò tutto il disastro in due righe: «A causa di reparti della seconda armata vilmente ritiratisi...» e via diffamando lo sciopero militare. Allora siamo intesi: la parola d'ordine è che gli sconfitti sono gli afghani, questi infingardi a cui avevamo concesso il privilegio, dopo vent' anni, di farsi massacrare da indipendenti.

 

JOE BIDEN E LA PRESA DI KABUL DA PARTE DEI TALEBANI - MEME BY EMAN RUS

Li si accusa, ormai scopertamente, della propria disgrazia e già si prenotano a loro colpe, anche quelle prossime venture, i profughi in fuga, i narco emirati conficcati nel cuore dell'Asia, le possibili nuove tortughe terroriste sui picchi dell'Hindu Kush. Si sgranano respiri di sollievo. Ci prepariamo ad attraversare, Alice occidentale, lo specchio di un malefico e vergognoso presente indenni, delegando la colpa alle vittime.

 

Noi invadiamo ingombriamo ci disperdiamo e la colpa è degli altri. Pretendiamo non solo vittorie ma anche sconfitte a prezzo stracciato, a interessi irrisori o, ancor meglio, per cui paghino gli altri. Sfugge al comando supremo la domanda: ma per cosa i fantaccini afghani avrebbero dovuto combattere fino alla morte i diavoli scesi dalle montagne, quelli sì con buone ragioni nello zaino per essere implacabili, la vendetta, un dio degli eserciti, la fame? Forse per i palazzi dei ricchi, per politicanti corrotti e parolai, per una modernità di cui non hanno visto le remote delizie, per la borghesia occidentalizzata che li guardava con condiscendenza per la loro arretratezza?

il discorso di joe biden dopo la caduta di kabul

 

Avrebbero dovuto morire per gli illuminati editoriali del «New York Times» o per presidenti con la raffinata kurta di seta? Un quisling dei sovietici, Najibullah, almeno si fece ammazzare. Ma i nostri fantocci non si lasciano dietro certo ideologie o martìri, solo conti in banca. Andare in trincea per salvare il consenso degli amici americani che hanno sganciato bombe disinvolte su terroristi e matrimoni, baracche di pastori e nidi di guerriglieri: sono le necessità supreme della guerra al terrorismo, ecco qua... con il risarcimento compratevi due galline. Suvvia...

 

joe biden riunione sull afghanistan

Gli afghani sono combattenti, una razza guerriera avrebbe ammesso la vecchia antropologia degli imperi coloniali, da maneggiare con rispetto. Ma la guerra per cui hanno talento è fatta di agguati, notturna, veloce, tenace, impalpabile, da combattere in sandali. Le reclute invece le abbiamo travestite come noi, anche loro devono assomigliarci. Ma se gli metti gli scarponi, lo appesantisci di zaini, elmetti, se li fai dipendere da aerei e colonne blindate, allora la loro magia guerriera svanisce. Vivere come gli afghani nel Grande Gioco in un costante pericolo di morte, da decenni, insegna solo due cose: ad aver paura di morire e a morire. Ma non basta.

TALEBANI IN AFGHANISTAN

 

Stiamo costruendo un nemico a misura delle nostre necessità. Lucifero, dimessa la forma diabolica o animale a cui più nessuno crede, ha preso l'aspetto dei taleban, è magnificamente condensato in un grappolo di barbuti. Il diavolo insomma, figlio della nostra notte, lo vogliamo identificabile, isolabile, maneggevole, oggettivo. Ci appare, ora che ci invade giorni i teleschermi, come una folla che si intende a misteriosi segni come le api e le formiche.

 

talebani nel palazzo presidenziale

Si annuncia: i taleban sono assetati di vendetta su coloro che hanno lavorato per noi, cercano gli elenchi dei nostri fedeli dipendenti e fornitori, dei giornalisti che hanno encomiato l'Afghanistan moderno e stramaledetto quello preistorico. Il popolo afghano nella nostra narrazione è formato solo da coloro che vogliono fuggire. Ma questa è stata una guerra civile: i datori di lavoro di questa crosta di Afghanistan moderno hanno cercato di annientare per venti anni l'Afghanistan dei taleban.

 

la previsione sbagliata di biden sull afghanistan 5

Come pensare che questi non la vedano come un partito di traditori, di collaborazionisti, a cui pretendiamo chiedano scusa per essere sopravvissuti, per aver vinto? La maggioranza degli afghani ha resistito non facendo nulla, non ha mai votato a elezioni fasulle, non voleva né gli americani né il governo né i taleban, voleva solo esser lasciata in pace, coltivare la terra, eleggere i capi villaggio. Non abbiamo mai chiesto a questi afghani cosa volevano perché avevamo paura di farlo.

TALEBANI IN AFGHANISTANelicottero usa a kabul per l evacuazione dell ambasciata popolazione afghana festeggia i talebanitalebanitalebaniTALEBANI

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...