andrea dini attilio fontana paul & shark

QUELLO “SQUALO” DI FONTANA – AD ACCORGERSI CHE A FORNIRE I CAMICI ERA IL COGNATO DI FONTANA È STATA UNA COLLABORATRICE DI FILIPPO BONGIOVANNI: NELLA CARTA SU CUI ERA STAMPATO IL CONTRATTO C’ERA IL LOGO DI “PAUL & SHARK”, MARCHIO IN PANCIA ALLA “DAMA SPA” – A QUEL PUNTO BONGIOVANNI CHIEDE LUMI A GIULIA MARTINELLI, EX COMPAGNA DI SALVINI E CAPO STAFF DI SEGRETERIA DI FONTANA, E…

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

attilio fontana si mette la mascherina 2

Galeotto, o benedetto secondo i punti di vista, fu lo squalo. Non che sia esattamente la procedura di controllo raccomandata dai manuali aziendali per scongiurare conflitti di interessi, ma in maggio è pur sempre stato l’unico campanello d’allarme a funzionare, dentro la Regione Lombardia, per far accorgere (chi già avrebbe dovuto accorgersene) che era del cognato del presidente Attilio Fontana la società Dama spa, impegnatasi il 16 aprile a fornire 75.000 camici e 7.000 set sanitari al prezzo di costo di 513.000 euro.

 

dama spa

Allo stato delle dichiarazioni ufficiali dei vari protagonisti — e benché l’assessore regionale Raffaele Cattaneo avesse subito accennato a Fontana che tra le aziende disponibili a riconvertire la produzione c’era pure quella di Andrea Dini, non ricevendo segnali né di approvazione né di disdetta —, un po’ tutti in Regione affermano di non aver mai ricollegato la fornitura al fratello della moglie di Fontana fin quasi al buffo «ohibò» del 10/12 maggio.

 

Una collaboratrice del direttore generale della centrale acquisti regionale Aria spa, Filippo Bongiovanni, il 10 maggio gli si sarebbe infatti presentata con in mano la lettera del contratto proposto da Dama spa, facendo notare come stampato nell’intestazione ci fosse anche il logo — lo squalo — di «Paul & Shark», il noto marchio di abbigliamento in pancia alla Dama spa di Dini.

 

giulia martinelli matteo salvini

Bongiovanni avrebbe a questo punto chiesto lumi all’avvocato Giulia Martinelli, già compagna di Matteo Salvini e più nota come capo dello staff di segreteria del presidente Fontana. E il 12 maggio Martinelli, dando un’occhiata sul web, avrebbe visto che non si trattava di una omonimia, facendo risalire l’informazione sino a Fontana.

 

Che poi il 17 maggio (con Report che già iniziava in giro a fare domande) avrebbe chiesto al cognato di soprassedere ai pagamenti per disinnescare «polemiche sterili».

 

E il 19, giorno prima che il cognato convertisse la fornitura in parziale donazione alla Regione, avrebbe tentato di «risarcirlo» (senza dirglielo) con un bonifico (bloccato dall’Unione fiduciaria e segnalato come «operazione sospetta» all’Uif di Bankitalia) di 250.000 euro presi dal proprio conto svizzero all’Ubs: quello sul quale il 24 settembre 2015 Fontana aveva regolarizzato, utilizzando la legge sulla voluntary disclosure, 5,3 milioni di euro sino allora illecitamente detenuti in Svizzera dalla scomparsa 92enne madre, prima su un conto del 1997 e poi con lo schermo di un «trust» costituito nel luglio 2005 alle Bahamas ma con gestore a Vaduz.

i movimenti del conto svizzero di fontana - fonte domaniGALLERA E ATTILIO FONTANAi movimenti del conto svizzero di fontana - fonte domani 1attilio fontana si mette la mascherina 1filippo bongiovanni aria lombardia Filippo Bongiovanniattilio fontana si mette la mascherinagiulia martinelli al votogiulia martinelli matteo salvinigiulia martinelli maroniANDREA DINI E ATTILIO FONTANA

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?