
BIN SALMAN ALLUNGA LE MANI SULL’ITALIA. E LA PATRIOTA GIORGIA LASCIA FARE – IL FONDO SOVRANO SAUDITA È UNO DEI SOCI DEL POSSIBILE COMPRATORE DEL GRUPPO GEDI, L’ ARMATORE GRECO THEODORE KYRIAKOU – NON È L’UNICO INTERESSE DI RIAD NEL NOSTRO PAESE. TRA ENERGIA E INDUSTRIA DELLE ARMI E HOTEL, LA MONARCHIA SAUDITA HA INTENSI RAPPORTI ECONOMICI CON AZIENDE ITALIANE E CON COLOSSI DI STATO – LO SCORSO GENNAIO MELONI SI È ACCOMODATA SOTTO LA TENDA DI BIN SALMAN E HA DEFINITO “PARTENARIATO STRATEGICO” IL RAPPORTO TRA I DUE PAESI. EPPURE NEL 2018, DOPO L’UCCISIONE DEL GIORNALISTA KHASHOGGI, DEFINIVA IL REGNO SAUDITA “UNA BRUTALE DITTATURA”
Estratto dell’articolo di Stefano Vergine per “Domani”
giorgia meloni con mohammed bin salman al ula arabia saudita 5
Il socio del possibile compratore del gruppo Gedi è il fondo saudita, cioè bin Salman. Non è l’unico interesse nel nostro Paese. La monarchia ha intensi rapporti economici con aziende italiane e con colossi controllati dallo Stato. Le garanzie di Sace
«Partenariato strategico». Così la premier Giorgia Meloni ha definito il rapporto tra Italia e Arabia Saudita lo scorso gennaio, quando è andata a fare visita al principe ereditario Mohammed bin Salman, spiegando che la relazione tra i due Paesi d’ora in poi non si baserà più solo sui rapporti commerciali, ma su una «vera cooperazione».
Sembrano lontanissimi i tempi in cui – era l’ottobre 2018 – Meloni dichiarava: «Con la barbara uccisione del giornalista Khashoggi, l’Arabia Saudita getta la maschera. Si tratta di una brutale dittatura che non si fa problemi a usare la tortura e gli omicidi di Stato, ed è la stessa Arabia Saudita che finanzia e controlla gran parte delle moschee in Europa e continua a fare propaganda a casa nostra. Incredibile che Fratelli d’Italia sia l’unica forza politica a denunciare con forza questo scandalo».
Giravolte politiche a parte, cosa significa nel concreto il fatto che Riad sia oggi definita dall’attuale governo un partner strategico dall’Italia? E rientra in questa nuova forma di cooperazione anche il possibile acquisto di Gedi, raccontato nei giorni scorsi su queste pagine?
[...] Riad ha già investito in alcune aziende italiane. In principio è stata Pagani, nel 2021, quando il fondo sovrano Pif, braccio finanziario della teocrazia sunnita dei Saud, ha annunciato un investimento a lungo termine nella casa d’auto modenese.
Né il fondo Pif né Pagani hanno mai reso nota la cifra investita, ma, secondo quanto ha potuto ricostruire Domani, i sauditi detengono attualmente il 30% di Pagani attraverso la società inglese Pauk Investment.
A dicembre del 2023 la petromonarchia saudita – Riad è il secondo produttore di greggio al mondo – ha messo altre due fiches sull’Italia. La prima è servita per acquistare il 6 per cento di Technogym, società romagnola fondata da Nerio Alessandri e specializzata nella produzione di attrezzature da palestra. Nel suo ultimo rapporto annuale, Technogym dichiara che Nif Holding, controllata dal fondo Pif, detiene il 6 per cento dell’azienda.
[...] bin Salman è entrato anche nel capitale del gruppo Rocco Forte Hotels, società britannica con rilevanti interessi in Italia, dove è proprietaria di una quindicina di alberghi di lusso tra cui, per citare forse il più famoso, l’Hotel de Russie a Roma.
Anche in questa compravendita non ci sono state dichiarazioni ufficiali per spiegare nel dettaglio l’affare, ma di sicuro lo shopping ha avuto come protagonista il governo di Roma. Pif, presente oggi nel capitale di Rocco Forte attraverso la britannica Rfuk Investment, ha infatti investito nella catena alberghiera acquistando anche le quote detenute da Cassa depositi e prestiti, quindi dal Mef (Ministero dell’Economia).
giorgia meloni con mohammed bin salman al ula arabia saudita 1
A metà del 2024 è stata finalizzata un’altra operazione: l’acquisto del 33 per cento di Azimut-Benetti, società controllata dalla famiglia Vitelli e simbolo della produzione di yacht made in Italy.
Pif dichiara di avere ancora in portafoglio il 33 per cento di Azimut attraverso la britannica Abuk Investment, controllata sempre da Pif. Il fondo sovrano non comunica le cifre impegnate nelle singole imprese, ma fa sapere che tra il 2017 e il 2024 ha investito 84,7 miliardi di dollari in tutta Europa, Italia compresa.
[...] la partita più rilevante riguarda però ciò che Roma sta facendo per il regime dei Saud. Quando Meloni è andata a trovare bin Salman sono stati infatti annunciati accordi per circa 10 miliardi di dollari. L’intenzione della monarchia saudita è quella di attirare investimenti in patria per diversificare l’economia nazionale e renderla sempre meno dipendente dai ricavi petroliferi. In questo contesto si inserisce la joint venture tra Pirelli (25 per cento) e il fondo Pif (75 per cento) per produrre pneumatici in Arabia Saudita.
E sempre in questo contesto s’inseriscono gli accordi firmati a gennaio scorso tra Leonardo e l’autorità saudita per l’industria militare, tra Fincantieri e Aramco per la cantieristica navale, tra Ansaldo Energia e Acwa Power per progetti energetici, tra De Nora e la stessa Acwa Power per realizzare impianti di desalinizzazione, tra Snam e la solita Acwa Power per la produzione di ammoniaca e idrogeno.
Dietro tutto questo c’è l’impegno di Sace. Nei giorni della visita di Meloni a Riad, il gruppo assicurativo-finanziario controllato dal Mef ha infatti firmato accordi con varie aziende saudite. Sace ha messo la garanzia dello Stato italiano su 6,6 miliardi di dollari di prestiti che varie banche si sono impegnate a concedere ad aziende locali.
Circa la metà della somma riguarda progetti guidati dal fondo sovrano Pif e finalizzati a realizzare il Saudi Vision 2030, faraonico piano ideato da bin Salman per sviluppare settori come quello della sanità, dell’istruzione, del turismo e dell’intrattenimento.
Al momento Sace non ha deliberato alcuna operazione, ma di certo la mossa voluta dal governo comporta rischi rilevanti per le finanze pubbliche. Perché questo è il business di Sace: assicurare crediti, con l’obiettivo di favorire le aziende nostrane coinvolte in progetti all’estero.
GIORGIA MELONI - MOHAMMED BIN SALMAN - AL ULA - ARABIA SAUDITA
Oltre ai grandi nomi dell’industria italiana, la strategia economica voluta da bin Salman potrebbe portare benefici a decine di imprese tricolore votate all’export. Il rischio? Che se alla fine i progetti sauditi falliranno, a restare con il cerino in mano sarà Sace. Cioè tutti noi.
giorgia meloni con mohammed bin salman al ula arabia saudita 3