ROMANZO PARIOLINO - I CLIENTI DELLE BABY SQUILLO DEI PARIOLI VOGLIONO PATTEGGIARE: 40MILA EURO PER USCIRE DALL’INCHIESTA - MA LA PROCURA DICE DI NO: “BISOGNA VALUTARE CASO PER CASO” - IL FIGLIO DEL PARLAMENTARE DI FI BRUNO VERRA’ SENTITO NEI PROSSIMI GIORNI

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Richiesta di patteggiamento per uscire dall'inchiesta prima possibile. E così ottenere uno «sconto» ed evitare la pubblicità del processo. I clienti di Azzurra e Aurora, le due ragazzine romane di 14 e 15 anni che si prostituivano in un appartamento dei Parioli, cercano un accordo con i pubblici ministeri.

E in alcuni casi l'hanno già trovato: cinque mesi e dieci giorni, in alternativa 40 mila euro di pena pecuniaria sostitutiva oppure la libertà controllata. È la strada segnata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Cristiana Macchiusi per chi è incensurato. Ma non potrà valere per tutti, perché la linea della Procura sembra voler escludere anche chi frequentava abitualmente quella casa.

Si decide volta per volta, intanto la sfilata degli avvocati è cominciata. E non sono pochi tenendo conto che gli indagati sono già più di cinquanta e altre decine di posizioni sono sotto osservazione. Per Mauro Floriani, il marito dell'onorevole Alessandra Mussolini che ha ammesso i rapporti con Azzurra «ma ero certo che avesse almeno 19 anni», i magistrati erano orientati a sollecitare il rito immediato e adesso bisognerà vedere se anche lui cercherà di scendere a patti con l'accusa.

Ancora sospesa pure la posizione di Nicola Bruno, il legale figlio del parlamentare di Forza Italia Donato Bruno, che dovrebbe essere interrogato proprio in questi giorni. E poi ci sono funzionari, professionisti semplici impiegati la cui identità non è stata ancora svelata. Tutti individuati grazie alle intercettazioni telefoniche e all'analisi dei tabulati. Tutti poi pedinati, controllati e finiti nella lista dei carabinieri del Nucleo investigativo di Roma soltanto nel momento in cui le verifiche hanno dato esito positivo.

I dati a disposizione degli investigatori sono centinaia, ma in alcuni casi si tratta di contatti casuali che non hanno avuto seguito perché gli uomini non si sono presentati all'appuntamento oppure perché hanno rinunciato dopo aver visto di persona le due ragazze.

«Cercavo altro», avrebbe detto qualcuno dopo essersi accorto di avere a che fare con minorenni. Ma c'è anche chi è rimasto, chi è tornato svariate volte. E adesso vorrebbe «liberarsi» di questa vicenda, probabilmente anche per evitare di dover confessare a mogli, fidanzate, parenti e amici di essere stato coinvolto nella «rete» dei clienti.

Il conto fatto dai pubblici ministeri per chi chiede di siglare l'accordo parte da una pena di un anno di reclusione che scende a 8 mesi considerando la concessione delle attenuanti dovute a chi non ha precedenti penali. Un ulteriore sconto di un terzo deriva dal patteggiamento, si arriva così a 5 mesi e 10 giorni.

Ed è proprio su questo calcolo che si può scegliere l'alternativa. Se si opta per il pagamento della pena pecuniaria si devono calcolare 250 euro al giorno e dunque moltiplicando per 160 giorni di condanna inflitta si raggiungono i 40 mila euro. Se invece si sceglie di non pagare, si ha la possibilità di accedere alla «libertà controllata».

È la legge 689 del 1981 a fissare le cinque condizioni da rispettare: divieto di allontanarsi dal Comune di residenza; obbligo di firma in commissariato o presso la stazione dei carabinieri; divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni ed esplosivi, anche se è stata concessa la relativa autorizzazione di polizia; sospensione della patente di guida; ritiro del passaporto e di tutti gli altri documenti validi per l'espatrio.

Le trattative sono in corso, la volontà espressa da alcuni clienti è quella di chiudere prima possibile. Nei prossimi giorni i pubblici ministeri presenteranno la richiesta di rinvio a giudizio per gli «sfruttatori» e per la mamma di Aurora, accusata di aver saputo che cosa faceva la figlia e di non aver impedito, ma anzi di averla sollecitata a continuare visto che la ragazzina guadagnava molti soldi. Una circostanza che rende tutta questa vicenda ancor più agghiacciante.


2. BABY SQUILLO DEI PARIOLI, LA PROCURA:«NESSUN ASSENSO AI PATTEGGIAMENTI»
Da www.ilmessaggero.it

Nessun assenso ai patteggiamenti per i clienti delle minorenni che si prostituivano in un appartamento nel quartiere Parioli è arrivato dalla Procura di Roma. È quanto precisato oggi a piazzale Clodio.

«Quella del patteggiamento - spiegano dalla Prcoura - rito alternativo al processo pubblico al quale almeno una decina di clienti indagati intenderebbero fare ricorso, è una prospettiva prevista dal codice penale anche per casi come quello della prostituzione minorile. Tale eventualità dovrà essere valutata attentamente, caso per caso, dagli inquirenti. Fondamentale per i pm sarà accertare se i clienti in questione sapessero che le due ragazzine erano minorenni».

Polemiche sulla possibilità di eventuali patteggiamenti per i clienti delle baby squillo dei Parioli erano emerse dall'osservatorio sui diritti dei minori. «Con il patteggiamento e un'ammenda di poche migliaia di euro quanti hanno beneficiato di prestazioni sessuali da bambine di 14 anni se la cavano. Tutto ciò è inammissibile».

Hanno dichiarato in una nota Antonio Marziale e Antonino Napoli, presidente e vicepresidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, in relazione allo scandalo delle baby squillo dei Parioli. «Non esiste prezzo che possa equipararsi al danno subito dalle minorenni - sottolineano - ed è perfettamente inutile che lo Stato italiano continui a firmare convenzioni internazionali contro l'abuso all'infanzia quando la propria legislazione è più dalla parte dei rei che delle vittime».

Marziale e Napoli si dicono «desiderosi di sapere quale innovazione in materia di contrasto alla pedofilia intende adottare il governo Renzi, che non può limitarsi a visitare i plessi scolastici quando proprio i bambini sono la parte più debole e indifesa di un Paese incapace di badare alla loro tutela se non, soltanto, attraverso fiumi d'inchiostro perfettamente inutili ma efficaci per dimostrare al mondo che l'Italia sia una sorta di paradiso terrestre per i bambini, quando invece gode del primato nella classifica mondiale del turismo sessuale».

I responsabili dell'Osservatorio, si rivolgono al Capo dello Stato: «Vorremmo sapere, dal supremo garante dei diritti dei cittadini anche minorenni, a chi e a cosa serva l'articolo 444 comma 1 bis del codice di procedura penale, che esclude dal patteggiamento quanti compiono atti sessuali con minorenni, se in sede di applicazione non viene applicato. In mancanza di una risposta, siamo pronti a restituire i nostri certificati elettorali, assicurando che non saremo in pochi».

 

 

 

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