pacciani lotti vanni mostro di firenze

E SE IL “MOSTRO” FOSSE ANCORA LÌ FUORI? - NUOVI STUDI SUI CADAVERI DELLE VITTIME DEL MOSTRO DI FIRENZE POTREBBERO SCAGIONARE PACCIANI, LOTTI E VANNI - I DOCUMENTI SPARITI E IL SOSPETTO CHE IL KILLER FOSSE VICINO AGLI AMBIENTI INVESTIGATIVI

Simona Pletto per “Libero Quotidiano”

 

pietro pacciani

Tutto da rifare. Le nuove tecnologie in mano alla scienza per la rivalutazione dei tempi di maturazione di larve e uova fotografate all' epoca sui cadaveri dell' ultimo duplice omicidio, rimescolano le carte sul caso del "mostro di Firenze", una delle inchieste più complesse e lunghe della storia italiana, il primo caso nazionale di omicidi seriali.

 

Al centro dell'attenzione, un killer che dal 1968 al 1985 ha seminato morte e terrore tra le coppiette in cerca di intimità nelle campagne toscane e che, per rimbalzo, ha creato una psicosi da mostro. Otto i delitti attribuiti al maniaco, oltre duecento i nominativi di indagati su cui si è scavato, decine di scrittori e giornalisti in cerca di verità, squadre di inquirenti, FBI inclusa, create ad hoc per seguire le tracce del criminale seriale, aprendo piste ogni volta diverse, fino a ipotizzare che dietro a quei delitti vi fosse una setta satanica e mandanti di secondo o terzo livello. Ipotesi mai riscontrata.

pietro pacciani circondato dai carabinieri

 

Quello che è certo oggi, dopo numerosi fascicoli aperti in diverse procure, è che per quegli efferati crimini finirono in carcere a vita perché identificati come gli autori di quattro duplici omicidi, i cosiddetti "compagni di merende": Mario Vanni e Giancarlo Lotti (unico reo confesso e accusatore dei presunti complici), mentre il terzo, Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale, è stato condannato in primo grado a più ergastoli e poi assolto in Appello.

È morto nel 1998 prima di essere sottoposto ad un nuovo processo.

 

mario vanni

L'inchiesta mai chiusa, aveva un unico denominatore: il modus operandi del killer. I delitti avvenuti nelle medesime circostanze. Luoghi appartati e notti di novilunio, quasi sempre d'estate, nel fine settimana o in giorni prefestivi. È sempre stata usata la stessa arma, una pistola Beretta calibro 22 Long Rifle, in commercio dal 1959 e mai trovata tranne nel duplice omicidio del 1985, in cui le vittime erano in una tenda da campeggio (dopo l'ordine partito in Procura a Firenze, di inviare auto civetta di finti fidanzati), tutte le altre coppie erano all' interno di autoveicoli.

 

mario vanni

La scorsa estate la Procura ha riaperto il caso del mostro, ed ha iscritto nel registro degli indagati l'ex legionario 87enne Giampiero Vigilanti, originario di Vicchio e residente a Prato, insieme al suo ex medico personale Francesco Caccamo, nato in Tunisia 86 anni fa, anch' egli migrato da Vicchio a Firenze a fine anni '90, ora chiamato in causa proprio dall'ex legionario durante le indagini dei Ros. Per la Procura i due sarebbero coinvolti in concorso negli otto duplici omicidi. Perché due nuovi indagati? Alcuni omicidi delle coppiette sono avvenuti in luoghi in cui Vigilanti viveva.

Giancarlo Lotti

 

Anche Caccamo sarebbe vissuto in Mugello. Vigilanti conobbe Pacciani, che lo cita nel suo memoriale, e viveva a Calenzano quando il 22 ottobre dell' 81 furono uccisi Stefano Baldi e Susanna Cambi. Non solo: guidava un' auto rossa che spesso salta fuori negli atti del processo, secondo le voci dei testimoni e dei "compagni di merende".

 

I SOSPETTI

Oltre a maneggiare armi, Vigilanti poteva conoscere i luoghi in cui il 14 settembre '74 morirono Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini a Borgo San Lorenzo, o a Vicchio dove vennero brutalmente uccisi anche Claudio Stefanacci e Pia Rontini. Ma lui, raggiunto nella sua casa di via dell'Anile a Prato, si dichiara estraneo alla serie di delitti. «Io con quegli omicidi non c' entro».

 

GIANCARLO LOTTI

Ripete mostrandosi sereno. «Sono anni che ogni tanto mi vengono a prendere i carabinieri per interrogarmi. Ma non ho fatto nulla». Vigilanti fu perquisito anche nel 1994 dopo una lite con un vicino e fu trovato in possesso di 176 proiettili calibro 22 marca Winchester, gli stessi utilizzati per i delitti seriali, ma anche quella volta fu scagionato.

 

A sollevare sospetti, una denuncia di furto presentata da Vigilanti nel 2013 relativa a quattro pistole da lui regolarmente detenute, tra cui una Beretta calibro 22. «Quelle pistole me le hanno rubate e ho fatto denuncia, ma i magistrati le avevano già viste». In Procura a Firenze l'ex legionario si è avvalso della facoltà di non rispondere.

 

IL CASO DEL MOSTRO DI FIRENZE - GIAMPIERO VIGILANTI

«Aspettiamo fiduciosi l'archiviazione». Commenta il suo legale Diego Capano. Si conosce poco o nulla dell'altro indagato, il medico e odontotecnico che operava in via Scandicci 11 a Firenze. A dare un forte impulso all'inchiesta è stato anche l'autore-scrittore Paolo Cochi, che nel suo libro Mostro di Firenze - Al di là di ogni ragionevole dubbio, ha messo in discussione le dichiarazioni di Lotti, unico accusatore dei "compagni di merende". «Il libro è un lunghissimo lavoro di inchiesta e di ricerca - confida Cochi - , svolto sugli atti di indagine e sui documenti processuali.

 

Francesco Narducci

Evidenzia che non vi furono elementi di prova a sostegno di alcune condanne. Nessun fattore scientifico, tanto meno di attendibilità testimoniale». Lotti dichiarò di essere stato presente, a Scopeti, all'ultimo delitto dei due fidanzati Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, avvenuto per mano di Pacciani e Vanni, con indiscutibile certezza - disse - domenica 8 ottobre 1985.

 

LA SCOPERTA

Questa la data riportata su tutti i giornali, fedeli alla valutazione fatta all' epoca dal medico legale Mauro Maurri. Al suo fianco c' era il giovane braccio destro Giovanni Marello, medico legale e docente all' Università di Firenze, esecutore dal 1974 all' 84 delle autopsie sui corpi delle vittime del mostro e anche sul cadavere di Pacciani, la cui morte sollevò dubbi sui farmaci sospetti somministrati.

 

Francesco Narducci

«Pacciani è morto per cause naturali, per insufficienza cardiaca». Rivela il professor Marello. E sui cadaveri dei fidanzati francesi uccisi confida: «Purtroppo all'epoca in Italia non avevamo gli strumenti per affrontare analisi scientifiche all' altezza di un serial killer. Oggi, dalla visione delle foto, si può affermare che le larve trovate sui cadaveri dei ragazzi francesi, anticipano la data della morte al sabato e non alla domenica».

 

Così la pensano altri cinque esperti sottoposti al test fotografico delle larve. E sempre Marello: «Per me l' autore poteva essere anche una persona sola che si avvicinava all' auto di notte, puntava la lampada sulle vittime abbagliandole e sparando a mezzo metro di distanza prima all'uomo poi alla donna che veniva trascinata fuori dall' auto per compiere le escissioni al pube e poi al seno sinistro.

 

Francesco Narducci

Nel 1974 iniziò a tratteggiare le parti intime col coltello, poi in un crescendo di violenza ha iniziato le escissioni anatomiche. Fra le tante cose strane ci sono anche alcuni verbali delle autopsie scritti da noi medici che non sono più reperibili all'Istituto di medicina legale».

 

Un pezzetto di seno venne inviato in una lettera lunedì 10 settembre 1985 all' allora unico magistrato donna Silvia della Monica, che poco dopo lasciò le indagini. Il mostro voleva far trovare i due cadaveri prima che gli inquirenti li scoprissero e per questo nascose la donna in tenda e il ragazzo tra le foglie del bosco.

 

I FAMILIARI

«Io l'avevo detto che prima o poi l'avrebbe fatto», dice Silvia Della Monica, divenuta senatrice e da pochi mesi in forza alla Corte d'Appello di Roma. Un caso di veggenza o il magistrato aveva capito che il maniaco era vicino agli ambienti investigativi? Ad ogni modo l' identikit tracciato all' epoca non aveva nulla a che fare con Pacciani e compagni di merende, tre amici guardoni incapaci di mettere in scacco gli inquirenti.

i delitti del mostro di firenze

 

Raggiungiamo in Francia i parenti di Jean-Michel Kraveichvili. «So che hanno riaperto l'inchiesta e che ci sono due indagati - dice Salvatore Maugeri, portavoce delle sorelle Kraveichvili -. Sarebbe ora che si iniziasse a fare le indagini come andrebbero fatte.

Pacciani e compagni? Erano innocenti e noi aspettiamo da decenni che venga scoperto il vero colpevole».

 

Tra gli avvocati che hanno avuto a cuore il caso, c' è il difensore di Mario Vanni, Nino Filastò. «Per la verità occorrerebbe basarsi su dati scientifici. E fino ad oggi, a parte le larve, mi pare non ve ne siano». Eppure non è mai troppo tardi per far luce su un giallo che ha sconvolto l' Italia.

gli omicidi del mostro di firenze

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…