bataclan athmane touami

TERRORISMO ALLE CIME DI RAPA – IL FALSARIO ALGERINO DELL’ISIS FERMATO A BARI STAVA PER USCIRE DI CARCERE ED ERA PRONTO A RIATTIVARE LA SUA RETE DI JIHADISTI E RIPRENDERE LA GUERRA CONTRO L’OCCIDENTE - QUASI SICURAMENTE, AVEVA GIÀ UN PASSAPORTO FALSO, VISTO CHE ERA STATO LUI A FORNIRE I DOCUMENTI DI COPERTURA AGLI ATTENTATORI DEL BATACLAN...

Fabio Amendolara per "La Verità"

 

Athmane Touami

L'uomo dell'Isis in Italia, il falsario che ha fornito i documenti alla cellula terroristica della strage del Bataclan e supporto logistico per gli attacchi allo Stade de France, stava per uscire dal carcere di Bari, dove era detenuto, ed era pronto a riprendere la guerra contro l'Occidente, riattivando la sua rete del terrore.

 

Una rete che in passato è stata composta anche dai big del terrorismo che negli anni hanno colpito le città francesi: Amedy Coulibaly, coinvolto il 9 gennaio 2015 nel sequestro di persona e nell'omicidio di alcuni clienti in un supermercato kosher di Parigi, Chérif Kouachi, alias Abou Essen, uno degli autori dell'attentato a Charlie Hebdo avvenuto il 7 gennaio 2015 a Parigi, Akrouh Chakib e Abaaoud Abdel Hamid, due degli autori degli attentati commessi a Parigi il 13 novembre 2015.

una delle 129 vittime dell attacco

 

Ieri mattina gli investigatori della Digos gli hanno notificato un fermo di indiziato di delitto ordinato dal procuratore aggiunto della Procura antiterrorismo di Bari Francesco Giannella e dal pm Federico Perrone Capano. Athmane Touami, alias Tomi Mahraz, algerino, classe 1985, è «gravemente indiziato», si legge nei documenti dell'accusa, del reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale.

 

BATACLAN

Tramite i suoi fratelli Mehdi e Lyes e un certo Fofa Marsial, indicato come collegato ad Ahmed Ben Sami, jihadista arrestato in Spagna ed esponente della Jund Al Khilafah (nata come appendice di Al Qaida nel Maghreb islamico, nel 2014 ha aderito allo Stato islamico), stava valutando di espatriare.

 

Probabilmente aveva anche già un passaporto falso, visto che era stato lui a fornire i documenti di copertura agli attentatori del Bataclan. Nel luglio 2015, pochi mesi prima degli attentati terroristici di Parigi del novembre 2015, l'algerino fu arrestato a bordo del treno Parigi-Milano in possesso di carte di identità false rilasciate dalla rete belga denominata Catalogue.

 

commemorazione bataclan

Pochi giorni dopo gli attentati, poi, durante una perquisizione a casa di Medhi Touami, fratello di Athmane, a Parigi, la polizia trovò una borsa, ritenuta di proprietà di Athmane, contenente alcuni documenti falsi e altri rubati. Secondo la Procura antiterrorismo di Bari il ruolo dei fratelli Touami era proprio quello di «esperti in grado di fornire supporto logistico e luoghi di appoggio, mettendo a disposizione merce di provenienza delittuosa» al servizio «delle organizzazioni terroristiche».

 

Ma, spiegano i magistrati, non erano dei mercenari. Avevano «sviluppato un processo di radicalizzazione religiosa, anche per effetto dei frequenti e prolungati contatti con soggetti organizzatori di filiere jihadiste e militanti in associazioni terroristiche internazionali». Ma anche con indottrinatori islamisti. Athmane, infatti, è risultato in contatto con l'imam Rajab Zaki della moschea di Finsbury Park, considerato un'icona dai Fratelli musulmani inglesi e i cui «sermoni», annotano i magistrati, «l'indagato non manca di raccomandare ai diversi interlocutori telefonici».

video isis e minacce all occidente

 

Con un certo Zino, per esempio, in una conversazione intercettata ammette che «Finsbury Park gli mancava più del suo quartiere». Poi gli chiede di mandare i suoi saluti all'imam Rajab e, «se avesse avuto la possibilità», sottolineano gli investigatori, «di telefonargli mentre era alla presenza dell'imam, in modo da poterlo salutare di persona».

 

commemorazione bataclan

Una conversazione condivisa con le varie organizzazioni europee d'intelligence, per le quali Athmane sarebbe un «islamista radicale in grado di recarsi in Siria e in Iraq al fine di fornire supporto logistico, nonché coinvolto negli attentati terroristici avvenuti a Parigi nel 2015». E questa è una delle ragioni che ha spinto la Procura a emettere il decreto di fermo (altrimenti sarebbe uscito il 19 giugno 2021).

 

L'altra, che è emersa nel corso delle intercettazioni disposte nel carcere di Bari, sono i suoi contatti con «personaggi contigui a organizzazioni terroristiche, frequentati anche dal fratello Mehdi»: Nigro, Said, Amin, Khala e Mouloudia.

 

vigili del fuoco aiutano un ferito del bataclan

Dopo una segnalazione dell'autorità giudiziaria belga, gli investigatori della Digos captano una conversazione con un tale Misho durante la quale Athmane fa riferimento ad alcuni dei nomi della sua rete. I due interlocutori, conversando in algerino, citano personaggi che entrambi conoscono, accomunati dalla circostanza di aver avuto problemi con la giustizia in vari Paesi europei (Danimarca, Spagna, Italia, Francia).

 

 Parlando di Amin, per esempio, Misho dice di averlo incontrato l'ultima volta in Belgio. E Athmane risponde: «L'ho chiamato due volte... è una brava persona». Ma parlano anche degli altri componenti della cellula di Athmane. Misho dice: «Fortunatamente hai lasciato la Spagna... quelli sono stati presi tutti... giuro che ti stavo pensando [] Lambasia e il suo socio ancora non sono stati presi... ci sono ancora Paesi che li stanno cercando».

una vittima del bataclan

 

Athmane replicava: «Ti accusano proprio di quella cosa e iniziano a indagare riguardo ai Paesi che ti cercano». E, secondo gli inquirenti, l'espressione, volutamente vaga, «quella cosa», altro non stava a indicare se non il terrorismo internazionale.

vittime del ristorante la bell equipepoliziotti prima dell irruzione al bataclanla band statunitense torna al bataclantifosi tedeschi e francesi in attesa di essere evacuatiun agente aiuta a evacuare i sopravvissuti tra cui un uomo ferito alla testauna donna viene evacuata dal bataclanun sopravvissuto attacco isisvideo isis samy amimour

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...