nicholas john roske aborto giudice

IN AMERICA O SI DISCUTE DI ARMI, O SI DISCUTE DI ABORTO, O SI DISCUTE DI ABORTO USANDO LE ARMI - ARIDAJE: UN UOMO SI È PRESENTATO CON UNA PISTOLA E UN COLTELLO A CASA DEL GIUDICE KAVANAUGH, MEMBRO DELLA CORTE SUPREMA E FERMO OPPOSITORE DELL'INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA, MA È STATO FERMATO IN TEMPO: "LO VOLEVO AMMAZZARE" - NEGLI STATES SI RESPIRA UN CLIMA INFAME DOPO CHE LO SCOOP DI "POLITICO" HA SVELATO CHE LA SENTENZA CHE NEL 1973 RESE L'ABORTO PROTETTO DALLA COSTITUZIONE POTREBBE ESSERE ANNULLATA...

Stefano Graziosi per “La Verità

 

il giudice anti aborto brett kavanaugh con donald trump

Si incattivisce il clima di violenza innescato dalla sinistra americana. Un uomo armato è stato arrestato mercoledì nei pressi dell'abitazione di Brett Kavanaugh, giudice della Corte Suprema nominato da Donald Trump nel 2018.

 

A finire in manette è stato il ventiseienne californiano Nicholas John Roske, che - stando a quanto confermato da lui stesso - aveva intenzione di «uccidere uno specifico giudice della Corte suprema».

 

nicholas john roske 2

L'uomo era arrivato davanti alla casa del togato ma, dopo aver visto due agenti di guardia, si è allontanato e ha chiamato lui stesso il 911. Al momento dell'arresto è stato trovato in possesso di un giubbotto tattico, un coltello e una pistola Glock 17.

 

Interrogato dalle forze dell'ordine, Roske ha detto di essere rimasto «turbato» dal fatto che, secondo quanto rivelato da uno scoop di Politico il mese scorso, la Corte suprema sembrerebbe in procinto di annullare Roe v Wade: la sentenza che nel 1973 rese l'aborto protetto dalla Costituzione.

 

nicholas john roske 3

Non solo: il potenziale assassino ha anche paradossalmente detto di voler uccidere un giudice contrario a norme più restrittive sul possesso di armi. Roske è quindi stato formalmente accusato di tentato omicidio e rischia una pena detentiva fino a 20 anni.

 

Prima che qualcuno cerchi di derubricare il tutto alle smanie di uno squilibrato, vale forse la pena sottolineare il clima infame che la sinistra americana ha creato a seguito dello scoop di Politico.

 

il giudice anti aborto brett kavanaugh 2

Innanzitutto alcune associazioni di attivisti pro aborto hanno organizzato manifestazioni di protesta davanti alle abitazioni private dei supremi giudici di nomina repubblicana. Particolarmente attivo, da questo punto di vista, è stato il gruppo Ruth Sent Us che, sulla propria pagina Facebook, ha postato locandine che definivano Kavanaugh un «bugiardo» e un «aggressore» (un riferimento alle accuse, mai provate di aggressione sessuale che gli vennero mosse, guarda caso, durante il processo di ratifica al senato nel 2018).

 

nicholas john roske 1

Non solo: Ruth Sent Us ha anche pubblicato sul Web gli indirizzi di casa dei togati di nomina repubblicana e non è affatto escluso che Roske sia risalito ai dati dell'abitazione di Kavanaugh tramite questo canale.

 

Ma il problema non è solo l'atteggiamento intimidatorio di certi attivisti (che si sono lasciati recentemente andare anche ad atti di vandalismo ai danni di chiese e centri di gravidanza pro life).

 

Il nodo è soprattutto di carattere politico e istituzionale. La Casa Bianca - doverosamente - ha condannato l'azione di Roske. Fatto sta che le critiche dell'amministrazione Biden nei confronti delle proteste fuori dalle abitazioni dei giudici sono finora state piuttosto tiepide: un atteggiamento in netto contrasto con gli strali che i dem e lo stesso Joe Biden sono costantemente pronti a riservare ai repubblicani e ai sostenitori di Trump.

 

il giudice anti aborto brett kavanaugh 1

Tra l'altro, subito dopo lo scoop di Politico, sia il presidente americano sia la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, hanno criticato duramente la Corte suprema: un comportamento che di istituzionale ha ben poco. Sia chiaro: Biden e la Pelosi possono pensare quello che vogliono in materia di aborto.

 

Quello che è grave è che il massimo rappresentante del potere esecutivo e la massima rappresentante di quello legislativo si siano permessi di intromettersi nel processo decisionale di un atto che spetta solo e soltanto al vertice del potere giudiziario, vale a dire la Corte suprema.

 

Quanto commesso è insomma da considerarsi un'inaccettabile violazione del principio di separazione dei poteri. Un fatto costituzionalmente grave, che certo ha contribuito a surriscaldare il clima generale. D'altronde, l'atteggiamento intimidatorio dei democratici nei confronti dei supremi togati non è nuovo.

 

arresto manifestante pro aborto a los angeles 9

Era il 4 marzo 2020, quando il capogruppo dell'asinello al senato, Chuck Schumer, arringò una folla davanti alla Corte suprema, lasciandosi andare a minacce proprio sull'aborto. «Voglio dirvi, giudice Kavanaugh e giudice Gorsuch, avete scatenato un turbine e ne pagherete il prezzo!», tuonò.

 

proteste pro aborto in america 6

Tuttavia gli aspetti vergognosi della faccenda non si fermano qui. Non solo il Dipartimento di Giustizia ha impiegato quasi dieci giorni per rafforzare le misure a favore dell'incolumità dei giudici, mentre le manifestazioni fuori dalle case proseguivano imperterrite. Ma c'è anche dell'altro.

 

proteste pro aborto in america 5

Lo scorso 9 maggio il Senato ha approvato in fretta un disegno di legge bipartisan per incrementare la sicurezza dei togati: una misura non a caso adottata poco dopo l'inizio delle incivili proteste fuori dalle loro abitazioni.

 

proteste pro aborto in america 4

Ebbene, dopo esattamente un mese quel disegno di legge resta ancora arenato alla Camera, dove i dem hanno la maggioranza con uno scarto di 12 seggi. Perché Nancy Pelosi non si dà una mossa e solo ieri si è decisa ad annunciare un voto per settimana prossima? Eppure si tratta di un tema urgente.

 

proteste pro aborto in america 3

Tanto più che la sentenza su Roe v Wade è attesa entro fine mese. Sarà mica che la Pelosi tutto sommato la sta tirando per le lunghe con l'obiettivo apposito di mettere i giudici sotto pressione? Sicuramente non sarà così, ma a qualche maligno il dubbio potrebbe anche venire.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…