UN WATER POTREBBE FARE CHIAREZZA SUL DISASTRO AEREO (DIMENTICATO) DI MONTAGNA LONGA - È STATO RITROVATO SUI MONTI CINISI UN WC CHE POTREBBE APPARTENERE AL VELIVOLO CHE, NEL 1972, SI SCHIANTÒ IN PROVINCIA DI PALERMO: NELL'INCIDENTE MORIRONO 115 PERSONE - SECONDO L'INCHIESTA SI TRATTO' DI UN ERRORE DEI PILOTI, MA NEGLI ANNI E' STATO IPOTIZZATO CHE A FAR CADERE L'AEREO DECOLLATO DA ROMA FOSSE STATA UNA BOMBA (ALCUNI TESTIMONI VIDERO IL VELIVOLO IN FIAMME PRIMA DELLO SCHIANTO) - A BORDO C’ERANO FIGURE DI RILIEVO: IL PROCURATORE IGNAZIO ALCAMO, IL COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI PALERMO ANTONIO FONTANELLI, IL REGISTA FRANCO INDOVINA, CHE STAVA RACCOGLIENDO MATERIALI PER UN FILM SU ENRICO MATTEI, LA GIORNALISTA ANGELA FAIS - LA PISTA CHE PORTA A COSA NOSTRA, L'ESTREMA DESTRA EVERSIVA E IL "GOLPE BORGHESE"
Dagosintesi
WATER TROVATO SUI MONTI CINISI
C’è un mistero che aleggia tra i monti di Cinisi, in provincia di Palermo. Un mistero che ruota attorno a un oggetto tanto comune quanto fuori posto: un wc, trovato a circa 800 metri di altitudine, in mezzo alla natura. Un sanitario che, secondo alcuni, potrebbe provenire da un aereo.
A imbattersi per ultimo in questo singolare reperto è stato Saverio Leone, dentista e guida escursionistica di Cinisi, che accompagna gruppi di appassionati alla scoperta del territorio. Durante una passeggiata recente, il gruppo ha trovato quel wc consunto dal tempo, con alle spalle la croce che ricorda le 115 vittime del disastro aereo di Montagna Longa, e di fronte la costa con l’aeroporto di Punta Raisi.
Il 5 maggio 1972, il volo Alitalia AZ112, partito da Roma Fiumicino e diretto a Palermo, si schiantò contro la montagna durante la discesa, alle 22:23. I 115 occupanti – 108 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio – morirono sul colpo. Fu la più grave tragedia dell’aviazione civile italiana fino al disastro di Linate nel 2001. I soccorsi giunsero solo dopo la mezzanotte: davanti agli occhi dei primi arrivati si presentò una scena apocalittica, con rottami sparsi sui due versanti della montagna e corpi carbonizzati o mutilati.
Molti dei passeggeri tornavano a Palermo per le elezioni di quella domenica – le prime anticipate nella storia repubblicana – in cui il MSI avrebbe raddoppiato i voti. A bordo c’erano figure di rilievo: il procuratore Ignazio Alcamo, che aveva proposto il confino per Ninetta Bagarella, futura moglie di Totò Riina; il comandante della Guardia di Finanza di Palermo Antonio Fontanelli; il regista Franco Indovina, che stava raccogliendo materiali per un film su Enrico Mattei; la giornalista Angela Fais; il medico Letterio Maggiore, già dottore di Salvatore Giuliano; e persino Cestmír Vycpálek Jr., figlio dell’allora allenatore della Juventus e cugino di Zdenek Zeman.
L’inchiesta ufficiale, voluta dal ministro dei Trasporti Oscar Luigi Scalfaro, concluse in due settimane che la causa fosse un errore umano dei piloti. Ma la tesi non convinse i familiari, né l’Anpac, l’associazione dei piloti civili. Alcuni testimoni dissero di aver visto l’aereo in fiamme prima dell’impatto. Un’inchiesta giudiziaria portò a vari rinvii a giudizio, ma tra il 1982 e il 1984 tutti gli imputati vennero assolti.
Nel 1997 Maria Eleonora Fais, sorella di una delle vittime, riportò alla luce un rapporto del vicecapo della polizia di Trapani Giuseppe Peri, redatto nel 1977: ipotizzava un attentato legato agli anni della strategia della tensione, con intrecci tra Cosa Nostra e l’estrema destra eversiva, forse collegati al golpe Borghese e agli attentati di Capodanno del 1971. In tempi più recenti, una perizia del professor Rosario Ardito Marretta arrivò a supporre la detonazione di un ordigno grande quanto un pacchetto di sigarette a bordo del DC-8, ipotesi poi respinta dal Tribunale di Catania.
Oggi, a 53 anni dal disastro, il ritrovamento del wc – a soli 300 metri dalla croce commemorativa – riaccende l’interesse. Potrebbe essere l’unico frammento rimasto integro del velivolo. Solo una perizia potrà chiarirne l’origine, ma se appartenesse davvero all’aereo, rappresenterebbe un reperto storico di valore inestimabile. Anche perché del DC-8 non rimane più traccia: i rottami, denunciano i familiari, scomparvero nel nulla.
Il Fatto Quotidiano ha rintracciato un testimone diretto, Vincenzo Maniaci, pastore di Cinisi. All’epoca quattordicenne, visse per anni tra i rottami della Montagna Longa e usò persino la coda del DC-8 come riparo durante gli inverni. Secondo lui, i resti dell’aereo rimasero lì fino al 1975, quando vennero caricati su camion “del ferro vecchio”. Maniaci sostiene che il wc provenisse proprio da quell’aereo e che, dopo essere rimasto sul posto per anni, fu portato via e poi riportato sul crinale una ventina d’anni fa, ridipinto di bianco e arancione e cementato su una roccia come un bizzarro monumento.
“Apprendo con stupore del ritrovamento di un reperto che potrebbe provenire dal DC-8”, ha dichiarato a ilfattoquotidiano.it Ernesto Valvo, che nella tragedia perse il padre. “Spero che venga recuperato e custodito dalle autorità, perché del resto dell’aereo non vi è più traccia e persino la scatola nera è sparita.”
Quel wc, assurdo simbolo di un disastro e di un mistero mai chiarito, potrebbe essere oggi l’unico testimone rimasto del volo AZ112, e forse l’ultima possibilità di far luce su una tragedia che, mezzo secolo dopo, continua a interrogare la Sicilia.



