giancarlo siani

IL WELFARE DELLA CAMORRA - DOPO 35 ANNI I CLAN CONTINUAVANO A PAGARE GLI STIPENDI AI KILLER DEL GIORNALISTA GIANCARLO SIANI - A EROGARE I PAGAMENTI SAREBBERO STATI VARI GRUPPI, A VOLTE ANCHE IN GUERRA TRA LORO. COME DIRE: TRA NOI CI SCANNIAMO, MA PER QUANTO RIGUARDA IL SUSSIDIO ALLE FAMIGLIE DEI NOSTRI SICARI NON DEVONO ESSERCI RIPERCUSSIONI…

Giordano Tedoldi per “Libero quotidiano”

 

LA MORTE DI GIANCARLO SIANI

Fa una certa impressione apprendere quanto emerge in Campania da un' indagine dei carabinieri, che ha portato a un' operazione antidroga contro la camorra a Marano di Napoli: i clan, a 35 anni dall' omicidio del giornalista Giancarlo Siani, continuavano a pagare lo stipendio mensile alle famiglie dei killer che per quel delitto stanno scontando l' ergastolo. Dall' inchiesta risulterebbe un' efficienza, nel sostegno alle famiglie degli assassini, davvero senza precedenti: a erogare i pagamenti infatti, negli anni, sarebbero stati vari clan, a volte anche in guerra tra loro.

 

Come dire: tra noi ci scanniamo, ma per quanto riguarda il sussidio alle famiglie dei nostri sicari non devono esserci ripercussioni.Il "welfare" della camorra non può perdere neanche un colpo.

saviano guida la mehari di giancarlo siani

 

Naturalmente sappiamo fin troppo bene che la camorra non sa assolutamente nulla di cosa sia uno stato sociale, essendo il suo campo quello della lotta eversiva allo Stato, e sua ambizione quella di sostituirsi a esso. Quello che può sembrare assistenzialismo o "welfare", sia pure a beneficio di due spietati assassini, in realtà non è che un mezzo, anche a trentacinque anni di distanza, per rinsaldare il vincolo criminale, per fare capire agli uomini che finiscono sotto la sua influenza, e alle loro famiglie, chi è che paga, e dunque chi è che comanda.

 

In breve, il pagamento mensile di uno stipendio alle famiglie dei killer è un atto di dominio, di potere, non assistenza sociale sia pure dal punto di vista del crimine. Chi prende quei soldi, appartiene alla camorra, come fosse stato loro venduto. Ed è questa esigenza, il dominio, che spiega perché a incaricarsi del pagamento, in 35 anni, sono stati diversi clan, talora anche in acerrima rivalità.

 

LA MORTE DI GIANCARLO SIANI

SUSSIDIO MENSILE E tuttavia qualche ulteriore riflessione su questo meccanismo di legame attraverso il puntuale, indefesso pagamento di un sussidio economico, si può svolgere. Abbiamo detto che la camorra, tutto quel che fa, lo fa per scalzare lo stato di diritto, per sbaragliarne quella che cconsidera la concorrenza. O lei oppure lo Stato, terza alternativa non si dà (questo almeno in linea di principio, lasciamo per adesso da parte le tante "zone grigie").

 

In questa ottica di alternativa, "o con noi o contro di noi", bisogna dire che lo strumento di un pagamento mensile che arriva sempre, per ottenere il quale non bisogna presentare una farragine di documenti, e che è assicurato vita natural durante senza, pare, che si debbano temere decurtazioni o rinvii da questa o quella riforma delle pensioni imposta dalle disastrate finanze dello stato di diritto, è un' arma formidabile che la camorra si è procurata. Un' arma molto più pericolosa delle pistole.

 

CAMORRA OMICIDI

Se lo Stato ha un welfare lento, pigro, complicato, che proprio per questo quasi scoraggia a usufruire dei suoi servizi; se le nostre pensioni subiscono continuamente innalzamenti dell' età alla quale si può accedervi e abbassamenti degli assegni corrisposti; se infine strumenti come il reddito di cittadinanza vanno, come si è visto, a beneficiare non pochi criminali "nullatenenti"; allora perché, penserà qualche cittadino campano o di altra regione che sventuratamente comprende aree che di fatto si trovano sotto il tallone della criminalità, perché non rivolgersi alla concorrenza? Se l' Italia nicchia, ci pensa la camorra.

 

Mentre lo Stato aspetta che un ultrasessantenne impari a usare internet per fare domanda per un qualche sussidio cui ha pienamente diritto, allegando tutti i documenti necessari, e solo dopo aver determinato un iter complicatissimo e una lunga attesa, quasi con degnazione lo aiuta, ecco che la camorra ti aiuta subito, e ben felice di farlo.

 

STATO DI DIRITTO Certo, in cambio vuole la tua anima, ma ci sono anime dannate fin dalla nascita, o per disperazione, che non hanno tempo da perdere, oppure non sono in condizioni di ribellarsi al dominio malavitoso. Per impotenza, paura, miseria, debolezza. Proprio a queste persone dovrebbe, invece, rivolgersi lo stato di diritto, i suoi strumenti di assistenza anche economica, il suo "welfare". Sottraendole così alla dannazione camorristica.

 

NAPOLI - GUERRA DI CAMORRA

Ma vi pare che l' Inps e le altre strutture del nostro stato di diritto, siano all' altezza di questa sfida? Quando registriamo le mille inefficienze e disservizi e errori di questi enti, ricordiamoci che non arrecano solo un danno a noi cittadini e ai nostri diritti, ma anche un ulteriore vantaggio agli enti pensionistici della camorra, che invece sono di un' efficienza spietata, agghiacciante.

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)