fotografando patrizia

IL DIVANO DEI GIUSTI/2 - E IN CHIARO CHE VEDIAMO? RAI1 PASSA L’ULTIMO FILM DI STEVEN SPIELBERG, “THE FABELMANS”, SORTA DI AUTOBIOGRAFIA DI QUANDO ERA RAGAZZINO E AMAVA IL CINEMA. ROMANTICO, UN PO’ NOIOSO. FA MOLTO RIDERE “UNA FESTA ESAGERATA” DI VINCENZO SALEMME, NON ERA MALE “NELLA VALLE DI ELAH” CON UN GRANDISSIMO TOMMY LEE JONES EROE DELLA GUERRA IN VIETNAM, ALLE PRESE CON LA SCOMPARSA DEL FIGLIO MILITARE IN AFGHANISTAN – IN SECONDA SERATA C'E' IL PRIMO FILM EROTICO DI MONICA GUERRITORE, “FOTOGRAFANDO PATRIZIA”. MA LA PERLA TRASH DELLA NOTTATA È “IL GATTO DI BROOKLYN ASPIRANTE DETECTIVE”… VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

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E in chiaro che vediamo? Rai Uno alle 21, 30 passa l’ultimo film di Steven Spielberg, “The Fabelmans”, sorta di autobiografia di quando era ragazzino e amava il cinema. Romantico, un po’ noioso. Ma oggi, dopo la morte di David Lynch, quel finale dove Lynch interpreta il ruolo di John Ford che spiega al giovane Spielberg quanto cielo si deve mettere in un’inquadratura vale gran parte del cinema che si fa oggi. Le riprese con un orizzonte basso o con un orizzonte alto sono interessanti, spiega Lunch-Ford, quelle con un orizzonte medio sono di una noia mortale. Il problema con il film, scritto da Spielberg con un drammaturgo potente come Tony Kushner, è che spesso l’orizzonte sembra non puntare né in alto né in basso.

 

david lynch interpreta john ford in the fabelmans

E l’interesse per quel che stiamo seguendo, anche se le battute sono tutte di grande livello e gli attori pure, cala. Perché, anche se pochi al mondo possono vantare una messa in scena come quella di Spielberg, se una storia non ti prende del tutto, il film ne soffre. E la storia della famiglia Fabelmans/Spielberg, con il padre, Burt, cioè Paul Dano, ingegnere elettrico che lavora nello sviluppo dei computer prima a Phoenix, Arizona, per la General Electric poi a Los Angeles all’IBM, la mamma, Mitizi, Michelle Williams, pianista con troppi figli e un marito troppo assente che si innamora del suo miglior amico, Bennie, Seth Rogen, non ha grandi risvolti drammatici da offrire, per quanto Spielberg e Kushner tentino di agitare la situazione con inserimenti di altri personaggi, come le nonne, Jeannie Berlin (favolosa) e Robin Bartlett, il buffo zio Boris, Judd Hirsch, dispensatore di saggezza ebrea, o con dialoghi brillanti un po’ teatrali.

 

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E ancora meno, forse, ne ha la passione per il cinema del giovane protagonista Sammy, interpretato da Gabrielle Labelle, che inizierà a filmare i primi film amatoriali in 8mm o super8 aiutato con le sorelline come attrici. Direte che sono senza cuore. Ma tutti noi vecchi appassionati di cinema nati negli anni ’50 abbiamo girato cose in 8 mm e super8, abbiamo aspettato lo sviluppo della pellicola kodak frementi. Conosciamo perfettamente il tipo di innamoramento per il cinema. Ma siamo tutti soggetti ideali per farci un film? No. Ci sarebbe su Canale 27 alle 21, 20 “Ben Hur” kolossal biblico di 212 minuti diretto da William Wyler con Charlton Heston, Stephen Boyd, Jack Hawkins, Hugh Griffith, Haya Harareet. Tutto o quasi girato a Roma, a Cinecittà. 11 Oscar.

una festa esagerata 3

 

Un successo mondiale. Ci hanno lavorato centinaia di attori, tecnici, stuntmen che poi faranno fortuna nel nostro cinema. Da Giuliano Gemma a Lando Buzzanca. L’idea del remake del vecchio Ben Hur del muto nasce alla MGM nel 1952. Già si parla di Robert Taylor o di Stewart Granger protagonisti, come si parla di girarlo ovviamente a colori e in Cinemascope. Produttore per la MGM è da subito Sam Zimbalist, che aveva già prodotto a Roma Quo Vadis? A scriverlo viene chiamato Karl Tunberg e la regia viene in un primo tempo affidata a Sidney Franklin. Le riprese vengono spostate al 1956, poi al 1957, sempre con Franklin regista, ma si parla di Marlon Brando come protagonista. Si parla anche di girarlo in 65 mm. E si passa da un budget iniziale di 7 milioni di dollari a uno di 10. Presto raggiunse la cifra di 15 milioni di dollari.

 

 

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E William Wyler venne contattato al posto di Sidney Franklin già all’inizio del 1957. La sceneggiatura venne riscritta, secondo Gore Vidal, almeno dodici volte e Wyler entrò davvero nel film nell’autunno del 1957, anche se le riprese erano previste per la primavera del 1958. Wyler firmò un contratto da 350.000 dollari e l’8% degli incassi. Puntò da subito sulla corsa delle bighe come grande momento del film. Come protagonista si provò Cesare Danova, ma non funzionava. Intanto una serie di illustri scrittori si alternarono alla sceneggiatura, che prese una forma definitiva, sembra, solo quando entrò Christopher Fry, fortemente voluto da Wyler, mentre Zimbalist spinse per l’appoggio di Gore Vidal. Di sicuro Fry venne a Roma e passava tutta la settimana sul set a scrivere e riscrivere il copione. Molti gli attori che rifiutarono il ruolo del protagonista, da Burt Lancaster a Paul Newman, da Marlon Brando a Rock Hudson.

 

nella valle di elah

Alla fine si preferì Charlton Heston a Kirk Douglas, che entrò nel film nel gennaio del 1958 con un contratto di 250.000 dollari per 30 settimane. A parte il cast maggiore, venne aperto già a metà del 1957 un ufficio a Roma per la selezione di bel 50.000 generici italiani per i ruoli minori. Le riprese iniziarono il 18 maggio del 1958. Sei giorni a settimana, tra le 12 e le 14 ore al giorno. E domenica riunione tra Wyler, Fry e il produttore, Sam Zimbalist. Le riprese finirono il 7 gennaio del 1959 con la scena della crocefissione. Alfio Caltabiano racconta a Fabio Melelli di aver esordito come controfigura di Charlton Heston nella corsa delle bighe insieme al figlio di Yakima Canutt.

 

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“Il figlio di Canutt per lo più portava la biga mentre io facevo tutto il resto dell’azione; sono io che tiro il giavellotto nella sala delle armi per Heston quando sfida Messala. Nel film lavorava anche Sergio Leone che poi mi scelse per fare uno dei cinque fratelli ne Il colosso di Rodi.” Fa molto ridere “Una festa esagerata” di Vincenzo Salemme con Vincenzo Salemme, Massimiliano Gallo, Tosca D'Aquino, Iaia Forte, Nando Paone, Cine 34 alle 21, 05. Rai Movie passa il thrillerone “Fuori controllo” di Martin Campbell con Mel Gibson, Ray Winstone, Danny Huston, Bojana Novakovic, Shawn Roberts. Già più interessante e meno visto “Survivor” di James McTeigue con Milla Jovovich, Pierce Brosnan, Dylan McDermott, James D'Arcy, Angela Bassett, con un’impiegata del dipartimento di stato accusata di qualsiasi cosa che farà un atto eroico contro i terroristi a Times Square.

 

il gatto di brooklyn aspirante detective 3

Mediaset Italia 2 alle 21, 15 presenta l’horror australiano “Upgrade” di Leigh Whannell con Logan Marshall-Green, Betty Gabriel, Harrison Gilbertson, Christopher Kirby. Non era male “Nella valle di Elah”, scritto e diretto da Paul Haggis quando era il suo momento con un grandissimo Tommy Lee Jones eroe della guerra in Vietnam, alle prese con la scomparsa del figlio militare in Afghanistan, aiutato dal sergente Charlize Theron. Venne anche candidato all’Oscar. Cielo alle 21, 20 passa l’action presidenziale “Washington DC. La terra trema” di Geoff Meed con Jack Pearson, Sean Young, Kayla Fields, Terry Woodberry, Eric Roberts. Si cerca di salvare il presidente, cioè Eric Roberts, dopo un terribile terremoto.

 

 

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Sì. Vabbé… Su Canale Nove alle 21, 30 abbiamo “Ex. Amici come prima” diretto da Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, Alessandro Gassman, Enrico Brignano, Tosca D'Aquino, Teresa Mannino, Anna Foglietta. i Vanzina, scrivevo, si permettono una serie di battute e di osservazioni sulla realtà italiana che non troviamo proprio nelle commedie di autori più giovani, forse troppo abituati all’autocensura, ma neanche nei film dei nostri autori da festival. Quando Salemme scopre che la sua partner di una notte, Natasha Stefanenko, è il primo ministro dei Paesi Baltici se ne esce con un “Sono andato a letto con un premier… come una escort!”. Ma è notevole anche un conclusivo “In Italia le scopate di un premier non fanno proprio notizia”.

 

una festa esagerata 1

Magari il film non ha la grinta e la scarica di battute delle commedie di Brizzi o di Max Bruno, o la freschezza di regia di quelle di Genovese e Miniero, ma un passo più classico e un’eleganza maggiore di messa in scena. Non a caso, è vero che l’episodio più divertente è quello con Paolino Ruffini, che si ritrova a scopare a casa di Virginie Marsan (“Maremma Ikea, che bell’appartamento!”) e, non riuscendo a mettersi il preservativo, finisce per farsi aiutare da tutta la coattissima famiglia di lei. Trovata presa di peso dalle sitcom aggressive di oggi. Ma è vero pure che il film funziona di più quando alla battuta, alla trovata comica, si sostituisce una costruzione maggiore di racconto, come nel caso degli episodi di Salemme-Stefanenko o di Alessandro Gassman-Anna Foglietta, dove un marito prossimo al divorzio si ritrova inconsapevolmente tra le braccia dell’avvocatessa della moglie. Inoltre c’è anche una maggiore attenzione al funzionamento degli attori come squadra e non come singole personalità.

 

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Alla fine, magari si ride di meno rispetto a altri film, ma nella costruzione della commedia c’è più racconto e più sostanza. Rispuntano anche vecchie conoscenze come la pornostar Edelweiss (“E adesso sesso”) nel ruolo di una escort professionista che deve sollazzare un eurodeputato calabrese volgarissimo. Passiamo alla seconda serata con il primo film erotico di Monica Guerritore, “Fotografando Patrizia” di Salvatore Samperi con Lorenzo Lena, Gianfranco Manfredi, Saverio Vallone. La7D alle 23, 20 passa una versione moderna de “LA piscina” di Jacques Deray, cioè “Swimming Pool” diretto da François Ozon con Charlotte Rampling, Ludivine Sagnier, Charles Dance, Marc Fayolle, Jean-Marie Lamour. Su Iris alle 23, 40 avete “Cavalli selvaggi”, diretto da Robert Duvall con Robert Duvall, James Franco, Josh Hartnett, Luciana Duvall, Adriana Barraza, Jim Parrack. non proprio un western, ma un giallo di frontiera, tratto da un romanzo di Cormac McCarth

 

 

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Tv8 alle 0, 30 passa un recentissimo action-comedy, “Free Guy – Eroe per gioco” di Shawn Levy con Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh Ambudkar, Taika Waititi. Iris all’1, 50 propone la comemdia diretta da Norman Jewison “I soldi degli altri” con Danny DeVito, Gregory Peck, Penelope Ann Miller, Piper Laurie. Magari andrebbe visto un tardo film di Roman Polanski, “Quello che non so di lei” con Eva Green, Emmanuelle Seigner, Vincent Perez, Josée Dayan, Camille Chamoux. La perla trash della nottata è “Il gatto di Brooklyn aspirante detective” di Oscar Brazzi con Franco Franchi per la prima volta senza Ciccio, Luigi Pistilli, Annabella Incontrera, Gianni Agus, Camille Keaton, Cine 34 alle 2, 30.

the fabelmans 7

 

Il film soffre della mancanza di coppia comica, perché Luigi Pistilli non tenta neanche di prendere il posto di Ciccio, ma Franco si comporta esattamente come se fosse in coppia. Altre sofferenze sono un copione non particolamente brillante che passa da un inizio come film di mafia, una parte comica e il corpo centrale e finale horror parodistico, e una regia che non sembra adatta alle corde comiche di Franco Franchi. Si salvano, magari, Franco Franchi che fa il mostro di Frankenstein e il maggiordomo Salvatore Baccaro se ne esce con un “Mamma mia, quanto è brutto”. Ma il film non funziona quasi mai.

 

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Molte occasioni sono sciupate anche da un doppiaggio massiccio, che fa scomparire anche presenze come Alfonso Tomas, che fa un contadino minaccioso, o Gianni Agus. Non si capisce proprio l’operazione e dove Oscar Brazzi pensava portasse. Chiudo con “il selvaggio” di Laszlo Benedek con Marlon Brando, Mary Murphy, Lee Marvin, Robert Keith, Jay C. Flippen, Rai Movie alle 3, 30, un film che fece impazzire tutti i ragazzi del tempo pazzi per le moto.

 

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Cose da sapere? La moto di Marlon Brando era quella davvero sua. Lee Marvin era costantemente ubriaco e la rivalità con Brando seguitava anche fuori dal set.Il personaggio di Marvin, Chino, era ripreso da certo Willie Forkner detto "Wino Willy". Brando, che aveva fatto il film solo per il rispetto che aveva per il produttore, Stanley Kramer, adorava il motto del suo personaggio, “nessuno mi dice cosa fare” e lo fece suo. Il ciuffo del personaggio di Brando è lo stesso che ritroviamo nei personaggi di James Dean e di Elvis.

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