il vernacoliere mario cardinali

ABBONATEVI AL VERNACOLIERE! – LA RIVISTA SATIRICA LIVORNESE RISCHIA DI CHIUDERE: SERVONO CINQUEMILA NUOVI ABBONATI PER MANTENERE IN VITA LA MITICA TESTATA E LE SUE LOCANDINE MICIDIALI – L’APPELLO DI MARIO CARDINALI: “FRUGATEVI CONTRIBUENDO CON 27 EURO ALLA NOSTRA LIBERTÀ DI CONTRIBUIRE ANCHE ALLA LIBERTÀ VOSTRA. DI SATIRICAMENTE RIDERE"

 

mario cardinali

 

L’APPELLO DI MARIO CARDINALI

https://www.vernacoliere.com/appello-sentitamente-urgentecinquemila-nuovi-abbonamentiper-far-sopravvivere-il-vernacoliere/

 

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

locandine il vernacoliere 9

 

Nel 1995, il Premio Satira Politica di Forte dei Marmi allestì un esilarante pubblico processo alla satira in via d' estinzione. In platea c' era accovacciato il Mario Cardinali, piccolo e aguzzo, un Longanesi più in carne; e scuoteva il testone. Era, il Cardinali, dalla fondazione nel '61, il direttore - Richelieu del Vernacoliere. E, lì, ci dava convintamente dei bischeri con quel sorriso al filo di rasoio che solo i livornesi sanno manovrare.

 

Finì che noi - giornalisti, scrittori, impresari - tutti pubblici accusatori, soggiogati dalla forza d' urto delle battute e delle vignette, fummo costretti ad ammettere che la satira, finché ci fosse stato il potere, mai sarebbe defunta. Dopo 25 anni tutti i giornali satirici di allora - Boxer, L' Eco della Carogna, il Nuovo Male, gli ultimi brandelli di Cuore - sono scomparsi. Era rimasto solo Il Vernacoliere del Cardinali. Il quale, con un mensile bombarolo nato a Livorno e a diffusione toscana, riusciva sempre a fare il contropelo ai Palazzi.

IL VERNACOLIERE E L IPOTESI DI UN NUOVO LOCKDOWN

 

Ora anche l' ultimo fogliaccio, l' estremo baluardo di libertà, rischia la chiusura. «Cari lettori, cari amici, il Vernacoliere sta sempre più lottando per la sua sopravvivenza», scrive il Mario che non ho mai sentito così triste. «Un po' la crisi economica generale, un po' la crisi particolare dell' editoria cartacea, un po' infine il Covid, fatto è che le edicole sono sempre meno frequentate e sempre più sbarrate. E il Vernacoliere, da sempre libero da sussidi e finanziamenti per amor di libertà, spoglio anche di pubblicità per precisa scelta editoriale da quasi quarant' anni, vive e sopravvive di sole vendite in edicola e per abbonamento».

locandine vernacoliere 10

 

L' APPELLO

Sicché la soluzione è una sola: quella che, dal Manifesto in su, adottano tutti i giornali di qualità con lettori militanti: «Cinquemila nuovi abbonati per garantirci una base economica che ci permetta di mantenere ancora in vita la nostra testata, dopo sessant' anni di esistenza, dai tempi del Livornocronaca nato settimanale di controinformazione nel 1961 e poi divenuto il Vernacoliere mensile satirico nel 1982.

 

«Abbonamenti all' edizione cartacea, precisiamo, poiché la pirateria informatica con la produzione gratuita dei nostri pdf ci ha costretto a chiudere gli abbonamenti on line». Cinquemila abbonati o si chiude. Sicché il Mario fa la sua preghierina ai lettori che con lui quotidianamente si congratulano sul profilo Facebook (gratuito) della rivista. «Frugatevi - come si dice a Livorno - contribuendo, con i 27 euro d' un abbonamento annuale, alla nostra libertà di contribuire anche alla libertà vostra. Libertà di satiricamente ridere».

mario cardinali con le locandine del vernacoliere

 

Ora, perché la satira in Italia è sul punto di defungere (resiste solo quella televisiva, Crozza e pochi altri)? «Be' questo fatto che le cazzate le dicono più i politici che noi satirici, ha depotenziato la satira stessa», cerca di spiegare il Mario. «Faccia causa a Grillo per i soldi persi in questi anni» è il consiglio che dà Sergio Staino, che motiva così: «La cattiveria da lui portata in politica sta uccidendo la satira: in un clima in cui si impara solo a inveire e non a sorridere con intelligenza, un giornale che fa di questo la sua ragione di esistere non può vivere». Ed è senz' altro un rispettabile punto di vista. Ma forse sono anche gli italiani che non riescono più a ridere.

copertina il vernacoliere novembre 2020

 

Un po' la politica spettrale, ma soprattutto il virus hanno attutito le nostre coscienze; e le hanno assuefatte al senso del ridicolo. Il Vernacoliere è il dito nell' occhio al conformismo, ma così perde efficacia. Resta micidiale per le sue locandine in dialetto, che da sempre si stagliano nelle edicole delle stazioni. Locandine grevi quanto geniali. Solo negli ultimi mesi ce ne sono state: sul lockdown, «Un grido nel Paese: Conte lasciaci trombà. Chiudere tutto ma le gambe no»; sulla pandemia: «Moglie contagia tre ganzi, e loro contagiano le 'su mogli, che su' vorta contagiavano nove ganzi.

 

A rischio un fottio di becchi»; su Italia Viva, «L' urlo di Renzi: hanno trombato anche la Boschi. "Beati loro' ha commentato Zingaretti. Matteo l' ha presa male e s' è scisso dal Pd»; sulla crisi economica, «Sbrocco licenziamenti. Ir governo promette due culi all' operai così ce lo pigliano meglio». È la forza delle pasquinate mixata alla furia iconoclasta della comicità toscana.

 

mario cardinali vernacoliere 2

Ma del Vernacoliere fantasiosissimi erano anche i refrain. La "topa", per esempio. Il culto goliardico del sesso femminile era per il Cardinali e soci una categoria kantiana, così come "i pisani", emblema della stupidità umana come lo sono i belgi per i francesi. E se scorrete i titoli dei libri tratti dalle loro performance rimanete abbagliati: Ambrogio ha trombato la contessa, Politicanti, politiconi e altrettante rotture di coglioni (Ponte alle Grazie), L' Italia del Vernacoliere. È tutta un' altra storia e I comandamenti del Vernacoliere. Trombare meno, trombare tutti (Piemme), e Quando a Rambo ni ciondolava l' uccello, Berlusconi cià rotto i coglioni e Era meglio un Papa pisano (Mario Cardinali Editore). Ogni titolo è un morso, una stilettata nella carne di qualsiasi potere. Se muore anche Il Vernacoliere morirà il nostro ultimo sorriso.

locandine vernacoliere 4mario cardinali vernacoliereVERNACOLIERE LECCACULO 2locandine vernacoliere 8mario cardinali il vernacoliere 2renzi vernacolieremario cardinali il vernacoliereLECCACULO VERNACOLIERE 9VERNACOLIERE LECCACULO 1mario cardinali 2locandine il vernacoliere 5mario cardinali vernacoliere 3il vernacoliere conte lasciaci tromba copertina novembre 2020locandine il vernacoliere 3locandine il vernacoliere 2locandine il vernacoliere 1locandine il vernacoliere 4locandine il vernacoliere 10locandine il vernacoliere 6locandine il vernacoliere 7locandine il vernacoliere 11locandine il vernacoliere 13locandine il vernacoliere 16locandine il vernacoliere 12mario cardinali1locandine il vernacoliere 17locandine il vernacoliere 15locandine il vernacoliere 14locandine il vernacoliere 19locandine il vernacoliere 18locandine il vernacoliere 20mario cardinali locandine il vernacoliere 8mario cardinalilettera dela madonna al vernacoliere contro salvinilocandine vernacoliere 6mario cardinali vernacoliere 1mario cardinali vernacoliere 5il vernacoliere novembre 2020locandine vernacoliere 1locandine vernacoliere 3locandine vernacoliere 9locandine vernacoliere 7locandine vernacoliere 2locandine vernacolierelocandine vernacoliere 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…