alessandro araimo laura carafoli amadeus fabio fazio maurizio crozza

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT

AMADEUS - MEME BY SARX88

Perché l’operazione Discovery Italia porterà a una rivoluzione del mercato televisivo. Non solo perché il cavallo di viale Mazzini si è trasformato negli anni, attraverso la politica, in un pachiderma che sopravvive solo grazie al canone e ai partiti al governo, sempre a caccia di consensi per mantenere il potere; ma l’emittente europea del gruppo Warner Bros avrà forte ripercussioni anche sulle tivù private come Mediaset, Sky e La7.

 

La cosiddetta “tv lineare’’ modello Rai e Mediaset, dove la programmazione del canale televisivo segue un palinsesto predefinito organizzato unilateralmente dall'emittente, a differenza delle piattaforme come Netflix, in cui l'utente può organizzare autonomamente una propria programmazione personalizzata, sta in grande affanno in tutto il mondo.

ALESSANDRO ARAIMO - WARNER BROS DISCOVERY

 

Oggi il modello dei grandi gruppi televisivi prevede una emittente generalista “a gratis” (non-pay) e una piattaforma a pagamento (pay). Infatti nel 2025, una volta scaduti gli accordi in esclusiva con Sky, Discovery Italia apparecchierà ''Max'', la sua piattaforma streaming che attinge dalla ricchissima library cinematografica della Warner Bros e dalle serie di Hbo (una per tutte, “I Sopranos”, che cambiò la grammatica e i contenuti delle fiction televisive), ai quali si aggiunge il canale sportivo Eurosport.

 

Con l’arruolamento di Amadeus, un investimento all-inclusive di quatto anni con budget di 100 milioni di dollari per un programma di access prime time e due di prime time su Nove, Discovery rischia: perché “Ama” non è un personaggio-format alla stregua di Crozza e Fazio. Colui che Paolo Bassetti, a capo di Banijay Italia, recuperò dalla soffitta Rai in cui era finito, è un bravissimo conduttore ma senza un format forte che l’accompagni, sarà durissima far digitare il tasto 9 ai telespettatori. 

Laura Carafoli - Warner Bros Discovery

 

Colpisce che anche un broadcaster internazionale come Discovery sia caduto nell’anomalia italica di prendere prima il “talento” e poi andare alla ricerca di un programma. Nel mondo televisivo di oggi si parte prima dalle fondamenta (format) per finire col tetto (conduttore), dopodiché i grandi produttori, da Banijay a Fremantle, vendono chiavi in mano il pacchetto format+conduttore alle emittenti. 

 

NOVE DISCOVERY

In casa nostra avviene il contrario. Esempio: firmato il contratto con Amadeus, in questi giorni Discovery sta trattando con Benijay i diritti de "I soliti ignoti" e con Fremantle quelli di “X Factor”, in scadenza il prossimo anno, attualmente in mano a Sky. Oltre ai quiz e giochini, da ex dj Amadeus vuole condurre un programma musicale e l’idea è di diluire per 360 giorni il talent rockettaro.

 

Warner Bros Discovery

Ecco perché l’operazione Amadeus è molto lontana da ciò che invece è avvenuto, e con successo, quando Crozza scappò da La7 (entrò in scazzo cash col solito sparagnino Cairo) e Fazio tolse il disturbo dalla Rai (il cui rinnovo del contratto non arrivò mai su pressione della Fiamma Magica di Palazzo Chigi, che l’ha sempre detestato).

 

PAOLO BASSETTI

Come azienda commerciale che mira solo ai dividendi, con Fazio e Crozza i dirigenti di Discovery hanno scoperto che in Italia c’è spazio per arricchire di zeri il proprio bilancio. A partire dalla torta pubblicitaria, destinata a triplicare nel 2025. E le ripercussioni, finché il tetto pubblicitario della Rai non verrà innalzato (a partire dal 2025) per coprire il buco di oltre 400 milioni in seguito al taglio di 20 euro su 90 del canone, rimbalzeranno soprattutto sui dividendi del Biscione berlusconiano e de La7 .

fabio fazio laura carafoli luciana littizzetto

 

Altro capitolo che rende Discovery un antagonista commerciale da temere è poi racchiuso nella snellezza della struttura e organico: a differenza della Rai e in parte di Mediaset, non ha burocrazia, non ha studi di registrazione, quindi non è costretta a farli lavorare 360 giorni l’anno con i conseguenti altissimi costi del personale. 

 

La Nove ha pochi costi strutturali e pochissime risorse umane, poste al comando dell’ad Alessandro Araimo e del capo dei contenuti Laura Carafoli, i quali non avendo obblighi, né di assunzioni politiche né di far lavorare le strutture interne come la tv pubblica (sarebbe mejo dire ‘’tv politica’’) che ha sul groppone oltre 12 mila dipendenti, eccoli liberi di fare un Canale5 più giovane e un’Italia1 più moderna. (Anche Mediaset con i suoi 4 mila dipendenti è ormai fuori mercato).  

 

Andrea Scrosati - ceo europeo del gruppo Fremantle

I grandi produttori di contenuti, poi, non hanno tanta voglia di lavorare con Mamma Rai, e in parte Mediaset, per un motivo semplice: non hanno granché da guadagnare con una emittente che utilizza i propri studi e autori come viale Mazzini e Cologno Monzese. 

 

Molto più proficuo, mettere insieme il pacchetto format+conduttore e consegnare il programma all’emittente. Cosa che assicura anche il mantenimento di un livello artistico del format (chissà quanto piacere ha fatto ai proprietari dei diritti de “L’Isola dei famosi” vedere alla conduzione Vladimir Luxuria…)

 

E quando Benijay di Paolo Bassetti si trovò la Rai dei Meloni che voleva imporre come conduttore de ‘’L’Eredità” Pino Insegno, rispose con un secco “no, grazie”: i diritti erano scaduti e poteva vendere il format ad altri. Cosa che riportò il direttore generale Giampaolo Rossi a rinculare e ad accettare Liorni alla conduzione.

fratelli di crozza

 

Il prossimo 9 giugno i capoccioni di Discovery Italia si troveranno davanti alla decisione se fare o meno uno spazio informativo. Nel caso in cui prevarrà il sì, sarà un telegiornale molto leggero, una specie di Ansa illustrata. Se poi decideranno di darla in appalto, riciccia l’opzione Mentana.    

enrico mentana

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”