renzi lucio presta

SOLO ''BRUCIO'' PRESTA PUÒ METTERE IN RIGA IL BULLO FIORENTINO - IL FUMANTINO AGENTE HA MESSO SOTTO CONTRATTO IL SENATORE PD PER 4 PUNTATE SU FIRENZE, AFFIANCANDOLO AL SUO PIÙ NOTO CLIENTE, OVVERO ROBERTO BENIGNI - RAGAZZINO PESTIFERO, POI BALLERINO, INFINE IMPRESARIO IMPLACABILE: SI BUTTA IN TUTTE LE RISSE MA DIFENDE FINO ALLA MORTE I SUOI PROTETTI

 

Giancarlo Perna per la Verità

 

Ora che fa parte della scuderia dell' agente televisivo, Lucio Presta, Matteo Renzi deve sapere cosa lo attende.

Presta, che pure lo omaggia restandogli accanto nella disfatta, è uomo dalle regole ferree. Il senatore pd non si aspetti eccezioni.

RENZI E LUCIO PRESTA

 

Preso l' impegno delle 4 puntate su Firenze, come rivelato dalla nostra indiscrezione dei giorni scorsi, l' ex sindaco assumerà lo stile di casa Presta. Tra un set e l' altro, nessuna mondanità, a letto entro mezzanotte, niente discoteche o vernissage. Finché è sotto contratto, dovrà rigare dritto. Presumo che, con autorizzazione scritta, potrà partecipare alle sedute del Senato ma certo non fare la trottola a zonzo nel mondo per le sue conferenze remunerate.

 

L' altra cosa che sicuramente Lucio gli vieterà, è di esibirsi su una tv diversa da quella, ancora da individuare, che comprerà il programma su Firenze. Anche in questo, Presta è inflessibile. Tanto più che nelle puntate di cui Renzi sarà protagonista verrà affiancato da Roberto Benigni. Di lui, il manager è gelosissimo, essendo tra i primi acquisti della Arcobaleno tre, la sua agenzia, e una miniera di denaro per gli ingaggi che Robertaccio riesce a spuntare, grazie ai sapienti maneggi dell' impresario.

 

ROBERTO BENIGNI MATTEO RENZI

Sul monte complessivo, la quota di Presta oscilla, per sua stessa ammissione, tra 12 e 15 per cento. Dunque, su 4 milioni - a tanto, pare, ammontò il compenso Rai di Benigni per le due puntate sui 10 comandamenti di 4 anni fa - Lucio intasca da 5 a 600.000 svanziche. Anche di questo deve essere consapevole la mascotte Renzi seppure siano ignoti il quantum per l' esibizione e gli accordi percentuali con Presta. Vista l' amicizia, che risale agli esordi di Matteo alla provincia di Firenze, la fedeltà politica che Lucio gli dimostra e il rango di ex premier, non si esclude né la rinuncia dell' agente alla quota; né, per converso, un fifty-fifty.

 

L' ATTACCO DELLA BOLDRINI

ROBERTO BENIGNI MATTEO RENZI

Lo scopritore di talenti Presta, è l' ultimo renziano d' Italia. Mentre gli altri si sfilano da Matteo, lui lo lega in un rapporto professionale.

L' agente è un calabrese scolpito nel marmo, brusco e leale che non si lascia imporre le scelte da nessuno. Un pezzo d' uomo sull' 1.85, un po' abbottato (100 chili), barbetta da moschettiere e una certa somiglianza con l' attore Gigi Proietti. È perfettamente consapevole che il legame con Renzi non gli porta né vantaggi né fortuna.

 

GIANCARLO LEONE BENIGNI PRESTA

Tanto che un anno fa, sua moglie (la terza), la show girl, Paola Perego, ebbe una disavventura. In un programma che conduceva su Rai 1 elogiò la femminilità delle slave che accudivano i figli, tornavano snelle dopo avere fatto i bebè e perdonavano ai compagni le scappatelle. Da Laura Boldrini, sciaguratamente ancora presidente della Camera, fino all' ultima femminista fu un coro di improperi contro la povera Perego accusata di esaltare la sottomissione. La Rai si profuse in scuse e la conduttrice fu licenziata.

 

LA DIFESA DELLA PEREGO

Presta, ovviamente, si erse a difesa della consorte. Prima di adire le vie legali, fece però la vittima: «Sono stato colpito perché amico di Matteo Renzi». La tesi è inverosimile poiché Renzi della Rai è padrone, avendola inzeppata di fedelissimi che tuttora fanno dei Tg da rivoltare. Comunque Lucio la prese così, mostrando che la sua inclinazione per Matteo non era una ricerca di vantaggi ma un delicato sentimento.

perego presta

 

Poi Presta, per concludere con la storia, si prese le sue vendette. Fece riassumere la moglie con gli interessi, manovrò per cacciare il responsabile di Rai 1, Andrea Fabiano, tenne a lungo il broncio al capo in testa di Viale Mazzini, Monica Maggioni e fece trapelare il ritiro di molti dei suoi artisti, con danno dei palinsesti. In queste ferocie, non è da sottovalutare. Una volta chiesa a freddo la testa del direttore generale, Mauro Masi, e il poveretto traballò a lungo.

 

Il suo potere si fonda, oltre che sul temperamento di cui parleremo, sul valore della sua scuderia, sparsa tra Rai e Mediaset. Con Benigni, l' altra pepita d' oro è Paolo Bonolis. Loro sono le stelle fisse.

 

PAOLA PEREGO LUCIO PRESTA

Gli altri sono artisti minori, vanno e vengono, ma sempre di gran lustro: Amadeus, Antonella Clerici, Lorella Cuccarini, Gianni Morandi, Marco Liorni, Simona Ventura, Michele Santoro, Belén Rodríguez, Perego, ecc. Si dice che, per piazzarli tutti, Lucio operi così: se tu, Rai, vuoi Benigni, ti prendi anche - poniamo - Cuccarini e la paghi tot; se tu Mediaset sbavi per Bonolis ti becchi pure Belén, ecc.

 

RAGAZZINO PESTIFERO

Lucio, nell' atto stesso di venire al mondo - a Cosenza 58 anni fa -, perse la mamma che morì del parto. «So' costato caro», è il suo amaro commento. Fu ragazzino pestifero. Per domarlo, il padre lo ficcò in seminario a Paola ma fu cacciato per troppe parolacce. Allora lo sbatté a mille chilometri di distanza nel collegio dei salesiani della Spezia. Di qui, per vezzo, Presta si considera salesiano e ogni cosa che racconta di sé, la spiega dicendosi tale. Lo vedremo.

LUCIO PRESTA ANNUNCIA LA CHIUSURA DEL PROGRAMMA DELLA MOGLIE PAOLA PEREGO

 

Tornato a Cosenza, scappò subito di casa per risparmiarsi il destino del padre, piccolo imprenditore. Giunto a Roma, s' improvvisò danzatore dopo qualche lezione.

Cominciò in seconda fila, finché divenne primo ballerino di Renato Zero. Dopo 10 anni di questa vita, conobbe Vincenzo Ratti, grande agente di spettacolo, e lavorò con lui fino a entrare in società. Morto Ratti, si mise in proprio con Arcobaleno tre, diventando il Presta di oggi. Caratteristica di Lucio è proteggere con gli artigli i suoi artisti.

 

«IO NON HO PAURA»

Guai a chi ne sparla. Le liti di cui va famoso hanno questa origine, così come la fama un po' aspromontina. «Se un direttore vuole fare a pezzi uno dei miei», ha detto, «deve pensarci bene perché se lui oggi fa male a me io domani posso fare male a lui». Dal che si arguisce che chi tocca il pupillo, colpisce lui: «Io sono salesiano. Prima mi vendico poi perdono. È bene si ricordino che non è il caso di trattarmi male. Non vendo spazzole».

 

PEREGO PRESTA VENIER

Concluse: «Sono uno che, per lealtà, ammazza e si fa ammazzare».

Al linguaggio schietto, si è aggiunta da tempo la pistola. L' acquistò dopo avere subito due rapine a Roma dove vive e di sera l' ha con sé. «È il migliore deterrente che conosca», ha detto rispettando il congiuntivo con fredda determinazione, per concludere: «Ho un difetto pericoloso: Non ho paura».

 

RENZI È AVVISATO

Infatti, esaspera le sfide. Stranota la lite del 2005 con Massimo Giletti che aveva spettegolato in interviste su alcuni dei suoi assistiti. Incontrandolo per strada, Presta lo fermò e disse: «Gli uomini le cose le risolvono tra loro. I quaquaraquà in altra maniera» e, dopo avere alluso a una sua presunta omosessualità, stando a Giletti, gli sputò addosso. Dieci anni dopo, la Cassazione penale lo condannò a 15.000 euro, anticipo di un risarcimento civile presumibilmente più corposo.

 

GILETTI PRESTA 2

La disavventura, essendo un crapùn, non gli ha insegnato nulla. Tanto che nel 2017, al delicato Claudio Lippi che aveva osato dire di essersi trovato male a lavorare con Bonolis e Perego - ossia sensazioni sue - Lucio twittò a stretto giro: «Ne ho conosciuti di cog...ni ingrati ma questo li batte tutti». Renzi ora sa tutto. Uomo avvisato.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...