SENZA MALIZIA - IL RICORDO DI LAURA ANTONELLI BY LANDO BUZZANCA: “NON LA VOLEVO COME PARTNER NEL “MERLO MASCHIO” POI IL REGISTA MI DISSE: “DEVI VEDERLA NUDA”. AVEMMO ANCHE UN FLIRT. FORSE NON ERA UNA GRANDE ATTRICE, MA CE LA METTEVA TUTTA”

1. LE ULTIME PAROLE DI LAURA

Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

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I più anziani ancora se la ricordano passeggiare sul lungomare con il compagno di allora, Jean-Paul Belmondo. «Era una diva, bellissima. Si vedeva ogni tanto, poi spariva». Laura Antonelli, al secolo Antonaz, istriana di Pola (oggi in Croazia), si rifugiava nella sua villa vicino Cerveteri, ma Ladispoli — solo a pochi chilometri sulla costa laziale — le è sempre rimasta nel cuore, al punto da diventare un anonimo ritiro negli anni più difficili dall’attrice, icona sexy degli anni Settanta. 
 

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E da venerdì — dopo i funerali nella chiesa di Santa Maria del Rosario celebrati dal suo amico sacerdote Alberto Mazzola — la protagonista de «Il merlo maschio» e di «Malizia» riposerà proprio nel cimitero cittadino: lo aveva lasciato scritto nel biglietto (e in un testamento senza valore legale) trovato ieri dai carabinieri nel suo appartamento di via Napoli, vicino alla stazione. «Avvertite il parroco, mio fratello Claudio, Lino Banfi e Claudia Koll», c’era scritto a penna con i numeri di telefono accanto. Erano le 8 quando la fidata domestica — moglie di un poliziotto — ha scoperto il corpo di Laura Antonelli, 73 anni, morta da ore, stroncata forse da un infarto (sarà l’autopsia a stabilirlo) dopo una domenica passata da sola. Come sempre. 
 

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Non si esclude che di notte la «divina creatura» — dal film di Peppino Patroni Griffi che l’aveva vista protagonista — si sia alzata per prendere un bicchiere d’acqua. L’ultimo gesto prima di crollare sul tavolino del salotto. 
 

«Ormai era irriconoscibile, provata anche dal punto di vista psicologico», racconta Roberto Ussia, assessore ai Servizi sociali: dal 2009 Lucia Palazzo, un’assistente sociale, si occupava di lei. Adesso è distrutta dal dolore. «Erano diventate molto amiche», rivela l’assessore.

 

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A Ladispoli l’attrice era arrivata 12 anni fa dopo aver venduto la villa di Cerveteri e con i soldi rimasti il fratello (che oggi giungerà dal Canada) le aveva fatto comprare il bilocale di via Napoli: piano terra, tapparelle sempre abbassate, Radio Maria accesa di continuo (anche ieri), vecchie foto alle pareti, con un paio di immagini di Pola. Niente premi, nessun ricordo della sua vita sul set. Ironia della sorte dopo l’ennesima truffa era titolare solo della nuda proprietà. 
 

«Ce l’aveva con quel mondo, ce l’aveva con tutti», dicono nel palazzo. Tre anni fa un’ex badante è stata rinviata a giudizio per averla truffata. Un altro duro colpo per la fragile psicologia dell’attrice che non usciva più di casa, stravolta da 14 processi che l'hanno vista imputata (arrestata per droga nel ‘91, condannata, assolta e risarcita) e vittima. Il rilancio sulle scene, «Malizia 2000», era stato un flop con la polemica per il volto sfigurato dal collagene.

 

Da allora la situazione è inesorabilmente peggiorata. «Vorrei essere dimenticata, la vita terrena non mi interessa più», aveva scritto. «L’ho cercata nel 2011 — ricorda Claudia Koll — siamo diventate subito amiche, anche lei come me aveva incontrato la fede. Soffriva per il mal di schiena, le feci avere un letto adeguato, ma avrei voluto fare di più». 
 

 

lando buzzancalando buzzanca

Il comune di Ladispoli, tutore della diva, vorrebbe dedicarle invece «un luogo di cultura». Ieri al centralino sono arrivate molte chiamate di uffici stampa di attori e attrici, ma nessuno di loro è venuto di persona: «Volevano solo sapere l’ora del funerale», spiega laconico un impiegato.

 

2. BUZZANCA: DECISI DI ALLONTANARMI PERCHE’ FREQUENTAVA BRUTTE PERSONE

Emilia Costantin per il “Corriere della Sera”

 

«E pensare che all’inizio non la volevo neanche come partner». Lando Buzzanca rievoca quel Merlo maschio (1971), grazie al quale Laura Antonelli ebbe la prima svolta di notorietà. 
 

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Perché non la voleva a fianco? 
«Doveva esserci un’altra attrice, una francese che all’ultimo momento si ritirò dall’impegno perché si era sposata. Pasquale Festa Campanile, regista del film, mi disse che aveva trovato una possibile sostituta e voleva farmela conoscere. Quando vidi Laura, francamente non mi colpì e, in separata sede, sussurrai al regista: “Ma chi è questa? Ma dove l’hai presa?”». 
 

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E lui? 
«Mi rispose: “Devi vederla nuda”». 
Una battuta triviale da «merli maschi». 
«Sì, un po’ da merli maschi, lo ammetto...». 
 

E la Antonelli assunse il ruolo di Costanza Vivaldi, moglie del violoncellista Niccolò da lei interpretato. 
«Il personaggio le andò a pennello, si impegnò con grande serietà. Era una affidabile e per nulla superficiale, straordinaria come compagna di lavoro. Certo, non era Virna Lisi, forse non era una grande attrice, ma ce la metteva tutta». 
 

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All’inizio non la voleva neanche conoscere, poi si dovette ricredere. Tra voi nacque anche un’amicizia? 
«Qualcosa di più di un’amicizia: un flirt... Era una donna affascinante, difficile resisterle, ma durò pochissimo». 
 

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Perché lei era sposato. 
«Certo e avevo una moglie altrettanto femmina e molto gelosa». 
Però, dopo il successo del «Merlo maschio», tornaste a lavorare insieme. 
«Laura fece di tutto per tornare sul set con me, anche se il nostro flirt era finito da tempo. Fu al mio fianco l’anno dopo, in All’onorevole piacciono le donne ». 
Si era innamorata di lei? 
«Laura aveva preso una cotta, niente di più. Ma non avevo intenzione di continuare la storia». 
 

È un po’ duro nelle sue affermazioni. 
«Sono sincero, non duro. Non bisogna essere ipocriti e, anche in circostanze dolorose come questa, non bisogna rinunciare a dire la verità». 
Negli anni successivi avete mantenuto un rapporto di amicizia? 
«No. Quando iniziò ad avere rapporti con certi uomini, che addirittura la trascinarono in guai giudiziari, ho deciso di tagliare i ponti. Purtroppo Laura è passata dal grande successo all’eccesso opposto, nel degrado, nella polvere». 
 

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Per quale motivo secondo lei? 
«Era una donna fragile, un’insicura e tale insicurezza l’ha portata a compiere passi sbagliati». 
La Antonelli ha pagato sulla sua pelle. 
«È vero. Aggiungo che, quando seppi che stava male, avrei voluto aiutarla, ma non sapevo come. Peccato, perché era dolcissima e quando mi è arrivata la notizia della sua morte confesso che ho pianto». 
 

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