IL CINEMA DEI GIUSTI - TORNANO GLI ZOMBI, VELOCI E FASTIDIOSI COME ZECCHE: È IL MEGAKOLOSSAL “WORLD WAR Z”

Marco Giusti per Dagospia

Rieccoli gli zombacci! Stavolta sono parecchio fastidiosi, velocissimi, ti rompono pure il vetro della macchina a capocciate, possono fare una scala umana come formiche e arrivare a altezze enormi! E, ovviamente, mordono. Peggio dei vecchi quadri del PD buonanima e dei nuovi onorevoli grillini più fedeli a Casaleggio...

In questo megakolossal zombesco da 125 milioni di dollari prodotto dalla Paramount, l'attesissimo "World War Z", diretto da Marc Forster, il regista di "Monster Ball" e "Quantum of Solace", e interpretato e coprodotto da Brad Pitt col capello fluente, il nostro eroe non salva solo l'umanità dalla piaga zombesca. Salva anche un film dalla difficilissima gestazione e lavorazione, che ha avuto mille rifacimenti in sceneggiatura e negli effetti speciali.

Tanto che la critica che in molti hanno fatto, cioè che sembra un film costruito a grosse sequenze, pronto a chiudere e a ripartire per ogni situazione conclusa è più che giusta, ma alla fine ci racconta di un film che è stato anche costruito un po' così, cioè a situazioni diverse non sempre raccordate tra loro. Tanto che il vecchio Brad, che corre per tutto il film per salvare umanità e famigliola dal pericolo zombi, è il vero collante delle tante e terribili situazioni zombesche che vediamo sparse per il mondo.

Ma il gioco ha funzionato, grazie ai 66 milioni incassati nella prima settimana di uscita americana, al punto che è già in lavorazione una parte due e, sembra, una parte tre che chiuderebbe l'idea iniziale di una trilogia. Rispetto ai soliti zombi, oltre a essere velocissimi e fin troppo aggressivi (come in "Zombi 3" di Lucio Fulci), questi si chiamano "Zeke", e infatti sono appiccicosi come zecche (l'aveva detto Niccolò Ammaniti che gli zombi so' de sinistra e romanisti mentre i vampiri pariolini e laziali, no?), hanno gli occhi un po' sbarrati, diventano mostri in tempi brevi, ma soprattutto si uniscono fra di loro come formiche e dilagano in tutto il mondo come fossero un virus impossibile da controllare.

Il bravo Brad Pitt, che scopre l'arrivo della piaga zombesca in quel di Philadelphia (ma è ricostruita a Glasgow), mentre stava in mezzo al traffico con la famigliola, cioè la moglie Mireille Enos e due figliolette, non fa altro che correre per evitare di essere morso. Finisce poi su una nave di sopravvissuti e, visto che è il solito agente speciale di missioni impossibili, in cambio di un luogo sicuro per la famiglia, accetta l'incarico di cercare di capire da cosa nasca la piaga e come debellarla.

Deve salvare il pianeta Terra, insomma, visto che la piaga si è propagata velocemente e anche il Vaticano a traslocato a Dublino (perché poi?). Finisce così in Corea, dove si è verificato il primo caso, e dove incontra un professore pazzo, interpretato da David Morse, e da questo incontro si potrebbe intuire una sottotraccia politica come nei film di Romero. Brad, che ha detto a quella sciagurata della moglie chiamami quando vuoi, riceve una telefonata proprio mentre stava attraversando un campo di zombi mezzo addormentati.

Scopre così che il rumore li sveglia (sai che scoperta...), ma mette a repentaglio tutta l'operazione. Finisce poi a Gerusalemme, dove i saggi ebrei hanno trovato il modo di difendere la città dietro a grandi mura. Ma gli zombie, o gli zeke, formano degli sciami umani in grado di scalare le mura e entrare rapidamente nella città dove faranno a polpette israeliani e arabi senza grandi distinzioni. Brad lo aveva detto che il rumore scatenava gli zombie, ma gli arabi capoccioni dentro la città hanno fatto una terribile caciara che ha scatenato l'orda famelica.

Salvo per un pelo accanto alla soldatessa Segen, una certa Lucy Aharish, alla quale lo stesso Brad ha dovuto amputare una mano per salvarle la vita, si ritrova con la ragazza pallida come un cencio su un aeroplano russo. Non ha il tempo di una pennica in volo, che dal cesso esce uno zombie pronto a fare una strage di passeggeri. Brad e altri valorosi cercano di bloccare l'entrata degli zombie della classe economica con un montarozzo di trolley, ma non c'è tanto da fare.

Brad dovrà buttare una bombetta per evacuare i passeggeri tutti mezzi morsicchiati e zombiezzati. A questo punto l'aereo atterra chi sa dove in mezzo a un bosco, ma chi vuole sapere cosa capiterà dopo e che ruolo ha il nostro Pierfrancesco Favino, ovviamente piccolissimo, dovrà vedere il film. E' vero che siamo alle prese, ancora, con un film di zombie, un mischione fra "Walking Dead" e i primi Romero, ma è vero pure che gli effetti sono spettacolari e la fotografia di Robert Richardson, direttore della fotografia degli ultimi film di Martin Scorsese e Quentin Tarantino, grandissima.

Film dalla gestione lunga e travagliatissima, nasce da un bestseller di Max Brooks, figlio di Mel, "A Oral History of the Zombi War", uscito nel 2006 e sequel del suo già notevole "The Zombie Survival Guide" del 2003, ma il libro in questione era una sorta di diario di aneddoti di una guerra combattuta sulla terra per dieci anni contro gli zombie, di difficile traduzione cinematografica.

La sceneggiatura viene così affidata a J. Michael Straczinsky per la regia di Marc Forster, che risolve come far diventare protagonista della vicenda il personaggio di Brad Pitt, Gerry Lane, ma il film viene poi riscritto da Matthew Michael Carnaham ("Leoni per agnelli", "State of Play"), più specializzato in filmoni politici. L'idea, forse non brillantissima, è quella di farne una specie di trilogia zombesca alla "Bourne Identity".

Iniziato a girare nel 2011 prima a Malta e poi a Glasgow per una uscita nel Natale 2012, il film viene bloccato, si vede che qualcosa non funzionava, e riscritto per una nuova serie di riprese di ben sette settimane, prima da Damon Lindelof (sceneggiatore del nuovo "Star Trek") e poi da Drew Goddard, con l'idea di lanciarlo, appunto a giugno 2013. Nelle sale italiane dal 27 giugno.

 

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