dago

DAGO FA 72! - LUCA BEATRICE CELEBRA ‘’IL DOTTOR FRANKENSTEIN DELL’INFORMAZIONE”, DA CRITICO MUSICALE A “QUELLI DELLA NOTTE”, DALLE NOTTI ROMANE AL BAR DELLA PACE ALLA PRODUZIONE DI LIBRI EXTRAVAGANTI (“IL MEGLIO DI NOVELLA 2000” CON ARBORE, “COME VIVERE BENE E SENZA I COMUNISTI”, “SBUCCIANDO PISELLI” CON ZERI) – ‘’QUANDO BRIAN ENO ESORDÌ A ROMA DA ARTISTA VISIVO, DAGO DIEDE IN SUO ONORE UN GRAN PARTY CON GENTE DA TUTTA ITALIA E IL GURU DEL MINIMALISMO, FELICE E MERAVIGLIATO, SEMBRAVA PERSINO FUORI POSTO TRA TANTO ECCESSO VISIVO E SONORO, CULMINATO CON LE CANZONI NAPOLETANE DI MARIA NAZIONALE, CHE È UN PO’ COME PROPORRE GIGI D’ALESSIO A BOB DYLAN”

LUCA BEATRICE

Luca Beatrice per www.mowmag.com

 

Roberto D’Agostino compie 72 anni, poche settimane dopo il ventennale della sua creatura Dagospia, il magazine on line che ha cambiato la storia del giornalismo italiano e a cui tutti dobbiamo qualcosa, a cominciare dallo stile di scrittura veloce, trasversale, pungente, caustico. 

 

 

Oggi però festeggiamo l’autore, non la sua creatura, celebriamo il dottor Frankenstein dell’informazione in rete e non il mostro (anzi i mostri) inconsapevolmente prodotto. All’inizio è un nome e non ancora un volto che comincia a girare per radio e sulle riviste in qualità di critico musicale. 

roberto d'agostino 5

 

È questo un dato non trascurabile, perché tanti della generazione precedente la mia hanno suonato da dj e hanno scritto di pop e rock, portandosi dietro la passione e la competenza per un linguaggio che, negli anni 70, ti permetteva di capire tante sfumature del mondo. Leggevo i suoi articoli su “Popster”, una rivista che sarà anche stata mainstream ma intanto ci scriveva Pier Vittorio Tondelli, e seguivo i suoi primi servizi tv su Mister Fantasy dell’indispensabile Carlo Massarini.

 

the dago show su raiplay 8

Il grande pubblico della tv ha conosciuto Dago tra gli ospiti fissi dell’allegra compagnia di Renzo Arbore. Un ragazzo altissimo e magro, vestito di abiti colorati - gli anni 80 ci liberarono dalla tirannia del grigio e del blu così come spazzarono via il minimalismo dal design dando spazio al kitsch più estremo e alla creatività senza limiti- che si autodefiniva tuttologo, ovvero uno che ha (o si costruisce) un’opinione su qualsiasi argomento, la espone con presunta competenza e altrettanto bluff e gli altri ci credono. 

 

dago e achille bonito oliva

Anche questa tendenza va interpretata sulla scia dell’estetica nel decennio più meraviglioso del secondo novecento: la specializzazione non è più un valore, molto meglio improvvisare, cambiare l’ordine delle cose e allora un critico d’arte parli pure di politica e un politico scriva un libro sulle discoteche, uno psichiatra può intrattenersi sulla vita di coppia e un filosofo indossare i panni meno impegnativi del divulgatore. 

 

Gli anni 80 mettono alla berlina gli intellettualismi che ci avevano ammorbati nel post Sessantotto. Nel salotto di Quelli della notte, Dago cita insistentemente L’insostenibile leggerezza dell’essere, il romanzo di Milan Kundera numero uno del catalogo Adelphi nel 1985. 

Dago e Zeri, 1990

 

Roberto sceglie uno scrittore poco popolare e lo eleva a simbolo del postmoderno, in anticipo rispetto alla fine delle ideologie, così come postmoderne saranno le operazioni editoriali - più o meno incisive - che seguono agli anni del successo in tv: Come vivere bene e senza i comunisti (1986, definitiva spaccatura a sinistra, dopo la morte di Enrico Berlinguer, il nuovo è rappresentato dal PSI di Bettino Craxi e sappiamo quanto l’abbiamo pagata la mancata terza via), Il meglio di Novella 2000 (ovvero l’archetipo del rotocalco scandalistico), Sbucciando piselli scritto nel 1990 con Federico Zeri, in antitesi all’antipatia per Vittorio Sgarbi dopo gli storici ceffoni in tv.

DAGO E ZERI

 

Quando, trentenne, negli anni 90 vado a vivere a Roma spesso incontro Roberto D’Agostino alle inaugurazioni delle mostre, in giro per il centro, seduto al Caffè della Pace. Dagospia non è ancora nato e lui sta compiendo un’ulteriore mutazione genetica che invade di tatuaggi il suo corpo sempre più magro, decorato di anelli, monili, orecchini, il pizzetto si allunga, i capelli seppur radi raccolti in un codino. 

 

jovanotti libro con prefazione dago bnailjpgdago e guido 1985 ges (1)

Il postmoderno ha lasciato spazio al dark, al new gothic, veste sempre di nero accompagnato talora da giacchette animalier, ci vuole un fisico bestiale e tanto, troppo, coraggio. Come un consumato performer, Roberto D’Agostino porta in giro sé stesso in qualità di opera d’arte dinamica e mutevole.

 

DAGO AL GRAND HOTEL DI RIMINI, CON TURBANTE , 1985

Non ricordo quando di preciso Roberto e io cominciamo a frequentarci con una certa irregolarità, anche se non vivo più a Roma. Entrare a casa sua, una delle più belle della Capitale, in cui dai terrazzi c’è una vista mozzafiato che non esiste in natura, significa entrare nell’universo di Dago, il collezionista di opere d’arte e il raccoglitore di paccottiglia kitsch mescolate le une alle altre senza gerarchia né ordine di importanza, in fondo un Damien Hirst vale una statua di Mao da mercatino cinese, una foto di La Chapelle un manifesto pubblicitario e un Helmut Newton un sex toy di modesto design: siamo noi a stabilirne l’importanza attraverso il nostro grado di affettività. 

DAGO

roberto d'agostino 6

 

Dago dice di rompersi le scatole ad andare alle feste - sostiene lo invitino poco per colpa di Dagospia, ma non ci credo - però quando le organizzano loro, lui e la moglie Anna, la contraddizione viene elevata a principio di natura poetica. 

 

Quando Brian Eno esordì a Roma da artista visivo, Dago diede in suo onore un gran party con gente da tutta Italia e il guru del minimalismo, felice e meravigliato, sembrava persino fuori posto tra tanto eccesso visivo e sonoro, culminato con le canzoni napoletane di Maria Nazionale, che è un po’ come proporre Gigi D’Alessio a Bob Dylan.

maria nazionale (2)

 

Dago mi ha invitato spesso nei suoi programmi, soprattutto la recente serie Dago in the Sky su Sky Arte. Si è sempre preoccupato di anticipare il presente, intuire i cambiamenti, sperimentare i linguaggi prima che diventino merce comune. Personalmente evito di incontrare e conoscere i miei miti con la certezza che ne rimarrei deluso.

 

dago family

Ho scritto la biografia di Renato Zero senza scambiare mai due parole con lui, non mi interessa andare a cena con i calciatori della Juventus anche se (a stadio aperto) impazzisco per loro. Roberto, invece, l’ho inseguito pensando, e mi auguro che ciò non suoni presuntuoso da parte mia, di far parte bene o male della stessa tribù, ex ragazzi degli anni 80 mai usciti di là eppure protagonisti dell’ultima rivoluzione culturale del Paese.

 

rizza trani dago 85_n

 

Senza nostalgia, si prende ciò che serve, lo si rielabora e si affronta un’altra sfida. Per oggi Dagospia la lasciamo in disparte e festeggiamo Roberto, cui auguro un mondo di bene.

ANNI '90: CINDY CRAWFORD E DAGOroberto d'agostinoANNI '90: CINDY CRAWFORD E DAGODAGO roberto d'agostino 10ANNI '90: CINDY CRAWFORD E DAGODAGO mqdefault dago h dago davanti a un'opera di cattelan chez sandrettodago e renato zero 1dagoicondago

dago intervistato da diaco a 'io e te di notte' 6

DAGO foto di Settimio Benedusi DAGO dago ofur4mwyeojbxym2lo= DAGO E SANDRA MONTELEONI roberto d'agostino e la cubistaroberto d'agostino 9roberto d'agostino 7brian eno light musicroberto d'agostino 1Marco Trani Roberto Dagostino e Claudio Rizza 1985, quelli della notte roberto d'agostino e renzo arbore 1985

the dago show su raiplay 9the dago show su raiplay 6dagospia and friends a oxfordDAGO '85Arbore e Dago, presentazione de "Il peggio di Novella 2000" - 1986De Crescenzo Arbore e Dago - anni '80dago e anna 2dagodago con la redazione e gli studenti all'ingresso della dining hall dell'oriel college di oxfordPAZZAGLIA - DAGO - AMBASCIATORE USA MAXWELL RAAB - RENATO CAROSONE - NINO MANFREDI - RENZO ARBORE - DE CRESCENZO BY MARCELLINO RADOGNATATTOO DAGODago con Donatella Pecci Blunt - anni 80DAGO E MAURIZIO MARTINADAGO E MAURIZIO MARTINAdago e marina di guardo da chiambrettiDago e StalloneArbasino e Dagodago intervistato da diaco a 'io e te di notte' 12dago intervistato da diaco a 'io e te di notte' 9DAGO LUCIANO DE CRESCENZO BY MARCELLINO RADOGNADago con un'amica e Marcelle Padovani Dago Busi Guerritore - mutande pazzeINTERVISTA A DAGO SU HUFFINGTON POSTthe dago show su raiplay 5Dago in the sky - Luca Beatrice

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...