1. MANCAVA AL DELIRIO-OSCAR SOLO LA PARACULISSIMA PUBBLICITÀ ISTANTANEA DELLA FIAT 500 (DEFINITA “LA PICCOLA GRANDE BELLEZZA” DA SORRENTINO NEL RUOLO DI TESTIMONIAL) 2. LE CAPACITÀ RECITATIVE DEL REGISTA PARTENOPEO E PARTE-OSCARIZZATO NON APPAIONO ECCELSE, PER TROVARE DI PEGGIO BISOGNEREBBE RIPESCARE LO SPOT DI FRANCESCO MOSER SUL DETERSIVO (“C’ERANO PATACCHE GROSSE COME MEDAGLIE”) 3. I “DENGHIÙ” HOLLYWOODIANI DI SORRENTINO, POI, SONO DIVENTATI UN TORMENTONE NEI SOCIAL NETWORK, CON INFINITE VARIAZIONI SUL TEMA: ‘’POI VOLEVO RINGRAZIARE L'ODORE DELLE CASE DEI VECCHI. E LA FESSA. SOPRATTUTTO LA FESSA, FESSA, FESSA!”. 4. C’È CHI IRONIZZA: IL PROBLEMA DI SORRENTINO NON È CHE SI CREDE FELLINI QUANTO CHE SI CREDE PURE FLAIANO, LA BUTTA IN FRASI A EFFETTO, SENZA AVERE LO STESSO TALENTO” 5. GRASSO: “BISOGNAVA TROVARE UN MODO PER USCIRE DAL GORGO DI CHIACCHIERE GENERATO DA ‘’LA GRANDE BELLEZZA’’: GRAZIE ALLE IENE CI SIAMO FATTI UNA BELLA RISATA”

Antonio Armano per ‘Il Fatto Quotidiano'

‘'Poi volevo ringraziare l'odore delle case dei vecchi. E la fessa. Soprattutto la fessa, fessa, fessa!". I "denghiù" hollywoodiani di Paolo Sorrentino sono diventati un tormentone nei social network, con infinite variazioni sul tema (dicesi meme). Quello che avete appena letto è preso dalla pagina Facebook "Sorrentino Ringrazia", e usa una delle citazioni più note del film: "A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: ‘La fessa'. Io, invece, rispondevo: ‘L'odore delle case dei vecchi'. La domanda era: ‘Che cosa ti piace di più veramente nella vita?'.

Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella". C'è chi ironizza dicendo che il problema di Sorrentino non è che si crede solo Fellini quanto che si crede pure Flaiano, cioè la butta in frasi a effetto, ma senza avere lo stesso talento. Problema! Se vinci un Oscar e il film con cui lo vinci passa su Canale 5 ed è il più visto da dieci anni a questa parte, la parola problema non è azzeccata. Dobbiamo aggiungere, ai colpi messi a segno, anche la paraculissima pubblicità istantanea della Fiat 500 (definita "La piccola grande bellezza" dal regista nel ruolo di testimonial).

Le capacità recitative non appaiono eccelse, per trovare di peggio bisognerebbe ripescare lo spot di Francesco Moser sul detersivo ("C'erano patacche grosse come medaglie"). Avranno chiesto a Tony Servillo, ma lui si sarà rifiutato. Si dice che l'idea sia stata di Lapo, che quanto a comunicazione ne capisce molto più del fratello John Elkann, reduce dalla infelice sparata sui giovani italiani che "non trovano lavoro perché stanno bene a casa".

Le capacità recitative di Sorrentino risultano poco convincenti pure nella reazione allo scherzo de Le Iene Pio e Amedeo. A Los Angeles l'hanno attirato in trappola facendolo chiamare da un falso agente di Di Caprio: Leo vuole complimentarsi per l'Oscar e chiede un incontro all'hotel Roosevelt per parlare di lavoro. Sorrentino ci casca e, di fronte alle Iene che gli chiedono un po' di sana autoironia napoletana, cerca di togliersi dall'imbarazzo del silenzio succhiando mentine e facendo il dito medio mentre sgomma via dal parcheggio col Suv (mica la 500).

Ma se c'era qualcuno cui fare uno scherzo quello casomai è DiCaprio, che si è preso l'ennesima sòla assistendo al trionfo altrui. E infatti di meme ce n'è anche per lui. Questo il più cinico: va a finire che faranno un film sul bravo attore di The Wolf of Wall Street, morto senza mai vincere l'Oscar, e l'attore che lo interpreta vincerà l'Oscar. Mah.

Due vittime. È questo il bilancio di una tragica rissa, la decima della serie a Roma, scoppiata al Prenestino tra alcune coppie che in trattoria discutevano su La grande bellezza. All'aggettivo "kierkegaardiano" uno dei commensali ha tirato fuori la P38 e c'è scappato il morto, anzi due. Il commissario di polizia del Prenestino VII ha dichiarato:

"Chiediamo maggiore tatto, in primis da parte dei media, e che non si ripeta più un uso tanto spropositato di aggettivi". Naturalmente si tratta di una bufala, e non per niente l'ha creata il blog Il Menzogniero, parodia del Messaggero , ma non manca chi l'ha presa per vera. Come tale Adriana Bellucci: "Non credo che il problema sia La grande bellezza di Sorrentino (che a me è piaciuto), l'uomo deve guardarsi bene dentro e cercare di capire perché sta impazzendo". Considerate le polemiche sul film, che si trascinano dall'uscita, la bufala è quasi credibile.

Nei giorni in cui Odessa, unico porto sul Mar Nero rimasto agli ucraini, è tornata alla ribalta della cronaca, La corazzata Potëmkin, il celebre film girato sulla scalinata di quella città e l'ancor più celebre commento fantozziano, poteva restare nell'ombra?

La grande bellezza è una cagata pazzesca è il video che gira sui social network e dove al classico film di Ejzen›tein si è sostituito quello di Sorrentino. Seguono: "Novantadue minuti di applausi". E probabilmente tra i dieci milioni di italiani che hanno visto il film in tivù chissà quanti l'avranno pensata come Fantozzi, convinti di trovarsi davanti a un prodotto ben più commerciale e veloce.

Il giorno dopo, poi, tutti a dire che era lento e deludente, o bellissimo, signora mia: siamo un popolo di allenatori e ora anche di critici cinematografici da Facebook, il vero bar sport italiano. Speriamo che si torni presto a mettere foto di gattini, di piedi e i meme di Renzi, commentava qualcuno.

Ma se solo un tormentone può scacciare un altro tormentone, bisogna ringraziare Sorrentino di avere spodestato Renzi.

Qui si passa per forza a quello che ormai si chiama "generatore di ringraziamenti". Vale a dire lo schema reso famoso dal discorso del denghiù che secondo il sito Jacopocolo.com   si presta a infinite variazioni rispetto ai destinatari (Fellini, Talking Heads, Maradona eccetera): "Grazie alle mie fonti di ispirazione: Eddy Murphy, Marco Materazzi, Cher e i magneti con le frasi simpatiche". Era meglio se Sorrentino ringraziava davvero la fessa e l'odore delle case dei vecchi. Sarebbe stato geniale.

2. ‘LA GRANDE BUFALA' DELLE IENE A HOLLYWOOD
Aldo Grasso per ‘Il Corriere della Sera'

Bisognava trovare un modo per uscire dal gorgo di chiacchiere generato da La grande bellezza: i film-metafora provocano per loro natura un fiume di parole. Grazie a Pio e Amedeo ci siamo fatti una bella risata e il capitolo, per ora, si chiude.

Dunque la nostre due «iene» sono andate a Los Angeles per intervistare Paolo Sorrentino. Lo hanno chiamato al telefono una volta, due, tre... Niente da fare: hanno persino provato a disturbarlo nel cuore della notte: Sorrentino ha risposto ma è stato perentorio nel negarsi: «Ragazzi siete fuori di testa».

Pio e Amedeo sono Pio D'Antini e Amedeo Grieco, foggiani, anche se il loro inno personale è «Fuggi da Foggia». Vengono dalla grande scuola di Telenorba (Rai e Mediaset dovrebbero fare un monumento a questa televisione per quanto vi hanno attinto) e si sono affermati con «Le Iene» (Italia 1, mercoledì, ore 21.10).

Eravamo a Los Angeles, Pio e Amedeo vessavano con telefonate il vincitore del premio Oscar, Sorrentino non rispondeva. Cosa si fa in questi casi? A Hollywood e dintorni c'è sempre un foggiano. I due lo convincono a chiamare il manager di Sorrentino fingendo di essere l'assistente di Leonardo DiCaprio. L'occasione è troppo ghiotta: Sorrentino si presenta all'appuntamento fissato alle 16 del pomeriggio al Roosevelt Hotel, ma al posto del grande Leo ci sono Pio e Amedeo.

L'episodio si chiama «La grande bufala», inutile aggiungere che Sorrentino ci rimane molto male, si trattiene per quanto può, e alla fine, con un gesto inequivocabile, manda a quel paese i nostri due inviati.

Vale più questo episodio che tanti discorsi, è la chiusa che mancava al film e l'ideale conclusione de La grande bellezza . Con un sorriso, con un capovolgimento, come se lo scherzo l'avesse combinato Jep Gambardella: «La civiltà è un sorriso che mescola con discrezione ironia e rispetto» (N.G. Dávila).

 

 

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