antonio scurati premio strega

DIETRO LO STREGA - NON HA VINTO SCURATI, CON IL SUO “M” EDITO DA BOMPIANI (GRUPPO GIUNTI), MA HA PERSO IL GRUPPO MONDADORI-EINAUDI, CHE SI È PRATICAMENTE SUICIDATO METTENDO IN GARA BEN TRE AUTORI: BENEDETTA CIBRARIO, MARCO MISSIROLI E NADIA TERRANOVA. LA SOMMA FINALE DEI VOTI DEI TRE AUTORI È STATA 265. SCURATI HA VINTO, PERCHÉ NE HA PRESI 228. MA DA DOMANI, IN CASA EINAUDI-MONDADORI SI FARANNO I CONTI

Ermenegildo Foglietti per Dagospia

 

ANTONIO SCURATI VINCE IL PREMIO STREGA 2019

Il giorno dopo la sera del premio Strega il nervosismo è tutto della Mondadori, perché in realtà non ha vinto Antonio Scurati, con il suo “M” pubblicato da Bompiani, casa editrice controllata dal gruppo Giunti, ma ha perso il gruppo Mondadori, che si è praticamente suicidato. Mondadori ed Einaudi sono la stessa casa editrice, hanno dirigenti diversi, Einaudi sta a Torino e Mondadori a Milano, ma il cuore strategico, commerciale di Einaudi è a Segrate.

 

Le decisioni commerciali per Einaudi sono le stesse che per Mondadori. Da alcuni anni c’è una concertazione. Mondadori perde lo Strega quando è deciso che lo vince Einaudi, e lo vince quando Einaudi fa un passo indietro. Ma i voti sono tutti i loro. E bastano a farli vincere sempre, se volessero, o se avessero buon senso. Al punto che ormai qualcuno afferma che lo Strega è un premio aziendale della Mondadori.

 

strega

Vero, falso? Negli ultimi anni Einaudi ha vinto sempre. Gian Arturo Ferrari, deus ex machina delle strategie mondadoriane da 30 anni oggi è defilato, fuori dai giochi, e questo si sente. Mondadori ha lasciato lo scettro dello Strega a Einaudi che è più glamour, di sinistra, e ha pur sempre l’allure dei Calvino, dei Pavese, della Morante o della Ginzburg.

Ma quest’anno è stato fatto un pasticcio senza precedenti.

 

Benedetta Cibrario

I libri del gruppo in cinquina erano ben tre: Mondadori con Benedetta Cibrario (“Il rumore del mondo”) e due Einaudi: Marco Missiroli (“Fedeltà”) e Nadia Terranova (“Addio fantasmi”). La somma finale dei voti dei tre autori del gruppo ieri sera è stata 265. Scurati ha vinto, perché ne ha presi 228.

 

Questo è accaduto per due megalomanie. La prima della casa editrice Einaudi che già da un anno aveva deciso il vincitore. Al punto che tutto il mondo letterario era praticamente sicuro della vittoria. Missiroli era un solido autore Feltrinelli. Einaudi lo ha convinto a cambiare editore, con la promessa del premio Strega, ma lo ha convinto anche con un lauto anticipo: che però pagano a Segrate, visto che Einaudi è controllata al 100% da Mondadori.

MARCO MISSIROLI

 

La seconda ragione è un puro caso di megalomania autoriale: Nadia Terranova, autrice di Stile Libero Einaudi, si mette in testa di partecipare allo Strega, e lo vuole a ogni costo. Convinta che il suo sia il libro del secolo. Una sorta di "N" (che sta per Nadia) anziché la "M" del Mussolini di  Scurati. Da Einaudi  sono sconcertati, non sanno come gestirla. Il libro era debole, come lo era quello di Claudia Durastanti (“La straniera”) in cinquina per La nave di Teseo, ma le ragazze fanno tanto tanto letteratura, sono di  moda ormai, e si atteggiano molto a Virginia Woolf nel gruppo di Bloomsbury. Più che autrici sono marketing letterario.

Nadia Terranova

 

Scrittrice è anche Benedetta Cibrario, ma è un’altra storia completamente. “Il rumore del mondo” è un romanzone di 600 pagine ambientato nel Piemonte dell’Ottocento, un libro forte che avrebbe potuto battere Scurati (e per l’ennesima volta) se a Segrate non avessero fatto questo pasticcio clamoroso. Così Marco Missiroli è arrivato addirittura terzo. Buttando via un’occasione, perché Missiroli nel passato è stato uno scrittore apprezzato.

 

Ma questo libro in concorso è stato stroncato praticamente da tutti i critici italiani. Dovevano proteggerlo. Aspettare un suo altro titolo e fargli davvero vincere lo Strega quando sarebbe stato il momento. Ma la bulimia fa brutti scherzi. E hanno perso tutti per questo motivo. Alla fine Scurati si porta a casa un agognato primo posto. E deve ringraziare la Terranova, che ha fatto saltare il banco andando a prendere meno di 50 voti.

 

paolo repetti valeria licastro

Ma da domani, in casa Einaudi-Mondadori si faranno i conti. E persino nella sede della potente agente Monica Malatesta, che ha in scuderia sia Missiroli che la Terranova. La Malatesta che aveva puntato tutto sul suo autore Missiroli ora si ritrova un terzo posto causato paradossalmente da un’altra sua autrice. E si è ritrovata una sconfitta sonora, un mesto terzo posto, proprio per le manovre della Terranova. E anche lì sarà una resa dei conti.

 

 

2 - SCRITTORI, CRITICI E FIGURANTI BENVENUTI AL PALIO DELLA NARRATIVA

Guido Ceronetti con Maria Bellonci in occasione del Premio Strega. Roma, 4 luglio 1974

Valerio Magrelli per “la Repubblica”

 

Difficile spiegare cos' è lo Strega. Iniziamo dal posto: basta il ninfeo illuminato a giustificare la visita. Quanto alla storia, malgrado concorrenti altrettanto prestigiosi in tutta la Penisola (dal Viareggio al Campiello, dal Nonino al Mondello), lo Strega resta il premio più ambito. Tanti i motivi: lo slancio post-bellico dei fondatori, i nomi dei primi, leggendari partecipanti, il coinvolgimento dell' intera società letteraria italiana, l' ossessivo e giustificato interesse editoriale.

NINFEO DI VALLE GIULIA PREMIO STREGA jpeg

 

Nei giorni scorsi Maurizio Bettini ha rievocato su "Repubblica" il Palio di Siena. Ecco, lo Strega rappresenta il Palio narrativo di Roma. Del resto, come negli stemmi delle contrade, vari animali araldici compaiono anche su quelli di alcuni editori: la cicogna di e/o, il corvo di Corbaccio, la fenice di Guanda o lo struzzo di Einaudi. Il tutto, senza trascurare un adeguato proverbio, secondo cui a caval "votato" non si guarda in bocca Questo ci porta a parlare dei libri vincitori. Fu sempre vera gloria?

premio strega luglio

 

Ovviamente no, ed è normale. Ci sono anni in cui escono due o tre capolavori, e stagioni di opere mediocri. Altra questione: c'è "mafia" allo Strega? Certo, come in ogni Palio o, per cambiare analogia, come in ogni conclave, dove spesso chi entra papa esce cardinale.

 

STREGA AL PREMIO STREGA

Infine abbiamo il fenomeno di costume, il lato più scadente e divertente di una festa dove si incontrano scrittori, critici e gente che magari non ha mai aperto un libro in vita sua. Figurine che furono ritratte da un poeta quale Valentino Zeichen, come pure, molto prima di lui, dal grande Marziale. Sono rimaste uguali da sempre, forse perché Roma stessa è una strega, una Circe, che a volte si diverte a trasformare certi abitanti in bestie, cioè in creature del tutto illetterate, ma che amano fingere di leggere romanzi.

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