fedez bambole gonfiabili

ABBIATE FEDEZ - "LA NOTTE IN DISCOTECA? LA POLIZIA HA DATO LA SUA VERSIONE ALL’ANSA E LA VERSIONE ERA TROPPO BELLA PER ESSERE VERIFICATA. PERCHE’ NON C’E’ UNA FOTO, UN VIDEO, DI ME CHE DO FUORI DI MATTO? I GIORNALISTI NON SONO PIÙ ABITUATI AGLI ARTISTI CHE LE CANTANO CHIARE, E CHE LI ATTACCANO”

Antonio Dipollina per “la Repubblica”

 

fedez fedez

Un giorno, forse, se ne potrà discutere bevendo cose e dicendo «Ti ricordi Voglio averti account ”? E perché, quella che faceva “Un italiano su tre vive a casa coi genitori, peccato che gli altri due sono i genitori ”? E allora la cosa del fidanzato di Trenitalia che compra i test di gravidanza per ogni suo ritardo? Beh sì, quella è terribile — peraltro lui per puro gusto oltranzista la rivendica come la sua preferita: ma in un solo disco ( Pop-Hoolista , già il titolo, svariati dischi di platino) lui ha infilato almeno duecento, effettivi, mica per dire un numero alto, giochi di parole, calembours, gag demenziali da tramortirti e li ha cantati tutti, ed è ovvio che su duecento dieci sono terribili e poi via via a salire, fino a quelli che hai ascoltato per la prima volta quarant’anni fa (segno orribile di età avanzata: rimproverare a un giovane un gioco di parole che tu hai sentito negli anni Settanta, che colpa ne ha lui?).

 

fedez e mika fedez e mika

E infine, nella quantità, sparlando nel mucchio, anche una decina niente male e soprattutto la voglia di farli, i giochi di parole in canzoni che poi la tua gentecanta a memoria ai concerti. Che c’è di male, un giorno ne parleremo sereni bevendo cose, forse, un giorno. Oggi no, oggi Fedez e l’odore di polvere da sparo non possono andare ognuno per i fatti loro. Primo, non lo vuole lui.

 

Secondo, ormai è in un loop da cui non si esce, e se provi a uscirne arrivano nell’ordine Gasparri, Salvini, Libero , il Giornale e anche gente più raccomandabile a ricacciarlo dentro, lui, nel loop. Attenti al loop. E lui non ci sta attento nemmeno un po’. Va e si butta, risponde con la stessa pervicacia con cui conia la rima collagene/voragine («I testi sono tutti miei, l’ho fatto solo in questo disco di giocare a mille con le parole, è stato divertente»).

fedez perseguitatofedez perseguitato

 

Fedez, ovvero Federico Lucia (bella combinazione manzoniana, volendo), 25 anni da Buccinasco, periferia Milano, o lo ami o lo detesti. Balle. Qui si aspetta sempre il giorno in cui si potrà ricordare e riparlarne con serenità. O qualcosa del genere. Ma intanto, fuoco alle polveri. «Guardate che siete voi, i giornalisti, a non essere più abituati. Come a cosa? Agli artisti che le cantano chiare, che si schierano e che attaccano pure voi. Ha presente Guccini?». Abbastanza. Cosa sta per dire? « L’Avvelenata non era uno sfogo quasi violento contro un giornalista e contro il mondo intero attorno? Ma dove siamo? Ora un cittadino non può nemmeno cantare la sua, non lo fa più nessuno in effetti, il senso civile lo ritrovo in De Gregori, lo canta Fiorella Mannoia che in effetti è l’unica a schierarsi ancora tra quelli del circuito mainstream».

fedez fa i selfie coi fan al just cavallifedez fa i selfie coi fan al just cavalli

 

Senta, ma questa cosa dei cantautori, però… «Non mi attribuisco nessuna discendenza diretta, io vengo su ascoltando il punk italiano, gli Statuto, gli Skiantos, gente così, ma i cantautori li conosco tutti e molti mi apprezzano. Voi, voi non siete più abituati». E sarà pure, ma le entrate a gamba tesa su tutto e tutti…«Casomai rispondo colpo su colpo, a Gasparri e gli altri. Ne ho il diritto. E ogni volta è un travisamento e vogliamo parlare della famosa notte in discoteca?».

 

Saremmo qui, anche per quello, la presunta rissa al JustCavalli, una delle discoteche più trendy di Milano con tanto di intervento della polizia, vetri infranti, accuse e controaccuse. «Un incubo, io che tiro la bottiglia contro un vetro? Non c’è nemmeno il vetro in quel locale. Ma soprattutto: perché succede tutto quel casino e con centinaia di presenti non c’è una foto, un video, niente di niente di me che do fuori di matto?». Già, perché? «Perché la Polizia….».

fedez fa i selfie coi fan al just cavalli fedez fa i selfie coi fan al just cavalli

 

E qui inizia il perché bisogna fornire un insieme di parole che permetta a tutti quanti di restare a piede libero: «Nessuno ha verificato cosa è successo davvero. La questura ha dato la propria versione all’ Ansa creando, visto che il protagonista ero io, un ovvio caso mediatico. E soprattutto tutti hanno trovato normale che io fossi in una situazione così. Io che non esco mai, mai, le notti in discoteca, ma dove? Era un caso rarissimo e speciale, una festa di compleanno a cui tenevo.

 

La polizia l’ho chiamata io perché una ragazza si era fatta male, ho chiamato anche l’ambulanza, al tavolo vicino provocavano, “gente bene”, la conosciamo, mi hanno sputato addosso, ho fatto mettere un buttafuori trai tavoli. Poi è arrivata la polizia, mi hanno visto e per loro è cominciata la festa». E qui tocca fare una sintesi altrimenti non ne usciamo. La versione Fedez è che le vecchie polemiche con gli agenti (il sindacato Coisp, soprattutto) lo hanno messo nel mirino: appena c’è un pretesto, finisce sotto tiro. Espressioni forti, travisamenti certo, sui Black Bloc («Ho pubblicato dei video sia di Genova che altrove con i Black Bloc liberi di agire indisturbati e mi chiedevo semplicemente perché. Non l’hanno presa bene. La polizia, non i Black Bloc»).

fedez gianna nanninifedez gianna nannini

 

Ma anche parole chiare su Aldrovandi e gli altri, poi i social come polveriera accesa e via così. Prima opoi toccherà uscirne. Ma lei si sta sfogando o posso scrivere? «Scriva. Appena mi hanno visto, quella notte, hanno iniziato a prendermi in giro, ero intimidito, ho iniziato a riprendere tutto col mio smartphone, mi hanno intimato tu da qui non ti muovi tutta la notte, ero insistente ma non violento o offensivo. Ed ero lucidissimo, disposto a qualunque test. Se è successo tutto quello che si è scritto, perché non mi hanno arrestato? Non so nemmeno se sono stato denunciato. Ma verificare, poi, mai, la versione che è uscita era troppo bella per tutti voi. Niente. Ormai è una storia così».

fedez imita barbara dursofedez imita barbara durso

 

A dirla tutta, ma lo dica davvero, quanto le fa gioco per il suo show (tour in corso, valanga di tuttoesaurito), per il personaggio? «Zero. Come con i politici. Gasparri? Ma chi l’ha mai cercato? E lui se ne esce: uno che tratta così il suo corpo, ovvero i tatuaggi, chissà come tratta il resto… Ma si può? E questo è vicepresidente del Senato…». Beh, lei ha risposto che non si mette a fare la guerra coi maiali. «Ma quella è una citazione di Bernard Shaw: leggo daigiornali che Gasparri mi avrebbe querelato, nel caso mi toccherà portare il libro di Bernard Shaw in tribunale. Sarà divertente». Ricordiamo la citazione: “Non si fa la guerra coi maiali. Primo ti sporchi tutto. Secondo, ai maiali piace”.

 

fedez e rocco siffredifedez e rocco siffredi

Ecco, appunto. «Perché, invece Salvini? Non l’ho mai, dico mai nominato io per primo. Lui sale a Pontida e mi insulta, dice che non ha tempo da perdere con me e intanto mi nomina, lui. Ma chi ti vuole? E lì non resisto, prendo Twitter e rispondo. Oppure Porro, il conduttore di Virus , mi invita in trasmissione, io gli dico no, sembra finita lì, il giorno dopo mi attacca pesantemente su Twitter. Ma che gioco è?». Lo dica lei: «Io non sono un attivistanon lo sarò mai, non mi interessa: e quindi quello che dà fastidio è il concetto di cittadinanza attiva, a quella tengo». Oh, bene, ci siamo.

 

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Grillo e i suoi, adesione totale? «Mi piacciono: dentro non c’è un corrotto o un mafioso, le campagne elettorali se le pagano, Renzi ha i lobbysti che mettono centomila euro a testa. Dopodiché Grillo non mi appoggia né io appoggio lui, ma in quel gruppo c’è il meglio della politica italiana. E ci sono le alternative alle non-alternative di tutti gli altri». Perfetto, così si capisce. Ma di rap, musica, del sodalizio con JAx, dei dischi di platino e di X Factor quando se ne parla? «Io sono quello, faccio quelle cose, ho fatto una gavetta infinita, ho viaggiato sui treni di notte tornando dai concerti nascondendomi nei cessi perché non avevo i soldi per il biglietto. Cerco di crescere, imparo ma scelgo io chi mi deve insegnare le cose».

 

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Tipo? «Sto leggendo Edmondo Berselli, per esempio. Nella musica e nel mio gruppo mi rifaccio all’esperienza della Factory di Andy Wharhol, scopro cose e gestisco tutto con chi mi vuole bene». A X Factor magari si aspettavano da lei fuoco e fiamme, poi lei arriva, spalanca i tatuaggi, si esprime come si deve, è quasi perfettino e alla fine vince pure. A occhio Gasparri si è molto arrabbiato nell’occasione.

 

«Chissà, ma è bello pensarlo». Come è bello, quanto impossibile, pensare che questa potrebbe essere una storia in cui ognuno, Fedez coi suoi da una parte, noi babbioni, politici e no dall’altra, giocano ognuno la propria partita e vanno per la propria strada. Anche se lui, Federico Lucia, magari voleva solo fare i giochi di parole e starsene più o meno tranquillo... No, non funziona, non ci crede nessuno, non dev’essere così.

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