calabresi feltri mauro

IL MIO NEMICO AMATISSIMO – FELTRI: "EZIO MAURO DEVE RITORNARE A FARE IL DIRETTORE DI “REPUBBLICA”. NON SI CAPISCE PERCHÉ È STATO MESSO DA PARTE PER ESSERE SOSTITUITO DA UN MAESTRO DEL BRODINO CON I DADI, CIOÈ DA MARIO CALABRESI. MAURO NON HA NEPPURE 70 ANNI, LIBRI PUÒ SCRIVERNE LO STESSO. NON MI INTERESSA ABBIA GIOCATO UNA VITA IN UNA SQUADRA AVVERSARIA, UNO AMMIRA ANCHE I CAMPIONI CON UN'ALTRA MAGLIA"

VITTORIO FELTRI per Libero Quotidiano

vittorio feltri

 

Avevo messo in preventivo di scrivere su Ezio Mauro. La mia intenzione era di vergare un appello non so bene a chi, ma anche a lui medesimo, per il suo ritorno in campo.

Che ci fa a mezza pensione, come riserva della Repubblica, nel senso di panchinaro dell' omonimo quotidiano? Lo ha diretto per 20 anni, dal 1996 al 2016, e guidava la cavalleria pesante della opinione pubblica di sinistra con classe e pure con successo di copie.

 

Poi non si capisce perché è stato messo da parte, per essere sostituito da un maestro del brodino con i dadi, cioè da Mario Calabresi. A me dispiace poiché, sebbene capeggi una squadra pirata, se le navi ammiraglie della flotta italica vanno forte, migliorano il livello del campionato, giovano a tutti i vascelli.

 

Ahimè, di punto in bianco, l' editore di Repubblica, che non ricordo più quale De Benedetti sia, ma dev' essere quello sbagliato, decise che, per resistere alle tempeste elettroniche che hanno spazzato via molta carta, andava meglio un giornale frou frou, sempre a sinistra, però svolazzante quale foglia morta. I risultati - constato - sono stati scarsini.

 

EZIO MAURO

Da allora Ezio Mauro ha dispensato qualche raro editoriale, con encomiabili tirate anti-berlusconiane e anti-fasciste, roba che fa incazzare sul serio, tuttavia almeno è pioggia acida, e non acqua fresca. Soprattutto si è impegnato in poderose inchieste sul terreno riguardo a questi fatti di attualità: 1) La rivoluzione bolscevica del 1917, una vicenda che gli ha meritato una lunga gita in Russia col colbacco e, spero per lui, con uso di caviale. 2) Il rapimento e l' uccisione di Moro (1978), cui ha riservato una ricostruzione dal titolo: «Il condannato».

 

Che potrebbe funzionare perfino per la sua autobiografia professionale. Mi chiedevo: la prossima fatica l' avrebbe dedicata alla Rivoluzione francese o alla congiura contro Giulio Cesare, visto che Pompei è già stata occupata da Piero e Alberto Angela?

 

ezio mauro con matteo renzi e carlo de benedetti

IL VOLUMETTO Ed ecco che mi trovo tra le mani un volumetto a sua firma: L' uomo bianco, Feltrinelli, 138 pagine, 15 euro. Il volume è tutto sull' Italia di oggi. L'ho bevuto con soddisfazione come un uovo di giornata. Mi è andato anche di traverso l' albume, indigesto e appiccicoso: e mi riferisco al contorno ideologico del tuorlo, il quale invece è cronaca di alta qualità, con pochi pregiudizi e occhio felice.

 

La critica al libro, confesso, non è il mio intento principale. Mi interessa marcare un fatto: finalmente quest' uomo è tornato in trincea. Il problema è che uno così deve guidare una squadra, va fatto comandare. Non ha la forza di scrittura di Giorgio Bocca che pure quando teorizza sposta i massi; neppure ha il ritmo agile della penna, diventata prolissa con gli anni, di Giampaolo Pansa. Le madri di costoro li approvvigionarono di dita d' oro.

 

vittorio feltri (3)

Quella di Mauro - piemontese come i due maestri testé citati - gli ha dato piedi veloci e sguardo largo, prontezza nel valutare i fatti e capacità di fornire ai suoi redattori le domande giuste da porre alla realtà. Non a caso è un direttore che non viene da studi storici, come Spadolini o Mieli, bensì dalla strada, come il grande Di Bella. Nel mio piccolo mi colloco in questa scia (Montanelli non è mai stato cronista, è stato un magnifico scrittore, le sue cronache erano invenzioni). Mauro nasce correndo sui marciapiedi di Torino per la Gazzetta del Popolo. Lo immagino con il biglietto con scritto "Press" infilato nel nastro del cappello, come nei film sulla Chicago di Al Capone. Ha traghettato queste doti di curiosità e di prima linea dirigendo la Stampa e in seguito, appunto, Repubblica.

 

marco de benedetti

Ed eccomi al libro. È dedicato ai migranti. L' assunto è che non sono pericolosi i neri, ma l'«uomo bianco», inteso come una specie di fantasma, che si sta incarnando in strati sempre più vasti dell' Occidente e in particolare dell' Italia. L' opera è architettata così. I capitoli dispari sono la ricostruzione minuto per minuto del blitz criminale di Luca Traini, il quale il 3 febbraio di quest' anno, percorse Macerata con un' Alfa nera sparando a nove africani e ferendone sei, prima di arrendersi avvolto nel tricolore, con un cero con l' effigie di Mussolini, dicendo un' Ave Maria e un Padre Nostro per Pamela, la ragazza romana tossicodipendente squartata e infilata in due trolley «dai negri». Mauro si è documentato con cura maniacale.

 

Ha potuto sentire, tramite avvocato, conoscere la vita e i pensieri minuto per minuto di questo povero disgraziato che a un certo punto si è autonominato «uomo bianco», che si erge a purificare il mondo. Sono pagine senza alcun odio o animosità verso quel delinquente. Non lo chiama mai delinquente, ad esempio. Gli rimprovero di non avere scritto una sola riga su Pamela, sul delitto cioè dell' «uomo nero», per restare al paradigma dei colori.

DE BENEDETTI

 

KALASHNIKOV IDEOLOGICI Nei capitoli pari viceversa Mauro fornisce kalashnikov ideologici per sterminare il «sovranismo populista». I cui leader, egli sostiene, alimentano l' odio che poi attizza i tipi come Luca Traini.

 

Non gli viene neppure il dubbio che dipingendo come animali fuori dal recinto umano sia i capi sia il popolo che li segue, innaffi di giustificazioni etiche qualche fuori di testa nero, nel senso del colore della pelle, e l' antifascismo più militare che militante dei bombaroli anarchici appena visti all' opera in Trentino. Lo fa senza alzare i toni, diciamo che sono pistolettate con il silenziatore gradito a Mattarella, con formulazioni opportunamente meste ed eleganti. Insomma: ha cominciato calpestando i marciapiedi ma si vede che ha frequentato i filosofi torinesi Bobbio, i Vattimo, i giuristi alla Zagrebelsky e alla fine anche monumenti della sociologia come Zygmunt Bauman, l' analista della società liquida.

vittorio feltri (2)

 

Il giornalista di Dronero non nega che ci siano ragioni per la paura che afferra quelli che Trump ha chiamato «i dimenticati», e di cui è stato l' unico a ricordarsi, presto seguito dai leghisti nostrani. Ma sostiene che Donald e Salvini sono stati predatori di gente sola, approfittando del fatto che sono ormai senza cultura, poveri meschini ingannati quali gonzi dai furbacchioni populisti, che porteranno il mondo all' esplosione del conflitto razziale. Ho semplificato? Senz' altro.

 

Si capisce che per lui la soluzione sarebbe che tutti gli uomini e le donne, persino i proletari, gli assomigliassero: intrisi di umanesimo di sinistra, dove i diritti individuali siano la nuova bandiera dei progressisti, perché è soltanto da lì che viene anche la sicurezza. Si capisce benissimo che non crede in nessuna alba. L' ultima parola del libro è: crepuscolo. Non quello che precede l' aurora, bensì la notte.

 

L' INGANNO Provo immodestamente ad accendergli la luce. Mauro sostiene che questa oscurità dominante sia basata su una percezione fasulla della realtà, la quale genera mostri.

mario calabresi intervistato

 

Si immedesima con il mostro populista e gli fa dire: «Quel miscuglio di superiorità e di paura, quasi indistinguibili, che mi legittima ad aggredirti» (il tu è il nero, l' africano, lo straniero). Mauro in questo modo si espone a un salutare rovesciamento della sua frittata: tutto il suo linguaggio dei capitali pari, quello in cui parla il Mauro-intellettuale, è intriso «in quel miscuglio superiorità e di paura, quasi indistinguibili» che legittima lui e la élite di cui si fa portavoce a disprezzare come dotati di dis-valori sub-umani la gente delle periferie. Insomma, siamo alle solite. La sinistra ama tantissimo il popolo, solamente quando le obbedisce, mentre detesta la popolazione che si accorge di essere stata ingannata dalla mitologia della globalizzazione e della accoglienza.

fallaci feltri

 

Ciononostante Mauro, ripeto, non è solo così. Mauro è anche e soprattutto quello dei capitoli dispari, più inquieto, con l' occhio curioso e l' orecchio pronto ad ascoltare.

Allorché evita di credere di sapere tutto dell' altro quartiere, quello dove non abita più la sinistra. Da queste virtù si potrebbe ripartire - a destra, sinistra, centro, ma pure sopra e sotto - per provare a capirsi. Non invento niente, e mi si scuserà se invece di Zagrebelsky cito Goethe: «Apri anche l' altra imposta per fare entrare un poco più di luce».

ezio mauro cover

 

Permane il mio invito a Ezio Mauro. Che ritorni in trincea: quando si ricorda di avere gli occhi, è un fuoriclasse del giornalismo italiano.

 

Non ha neppure 70 anni, libri può scriverne lo stesso. Non mi interessa abbia giocato la vita in una squadra avversaria, uno frequenta lo stadio anche per ammirare i campioni con un' altra maglia.

ezio maurofeltriCalabresi enrico mentana mario calabresiezio mauro feltri

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...