GEORGE ''GLUTEY'' IN FUGA DALL'EUROPA - L'ATTORE CON LA MOGLIE E I DUE GEMELLINI HA DECISO DI MOLLARE LA SUA MEGA-VILLA INGLESE: TROPPI RISCHI DI TERRORISMO PER UN MILIONARIO COSÌ IN VISTA - TORNA A LOS ANGELES PER PREPARARE LA SUA DISCESA IN CAMPO, GIÀ ANNUNCIATA DA ''VANITY FAIR'': PUNTA A FARE IL GOVERNATORE, IL SENATORE O ADDIRITTURA IL PRESIDENTE? I DEMOCRATICI AZZERATI CERCANO UN NOME POP CHE POSSA SFIDARE TRUMP

 

Gianluca Veneziani per ''Libero Quotidiano''

la villa di clooney a sonning on thames nel berkshirela villa di clooney a sonning on thames nel berkshiregeorge e amal clooneygeorge e amal clooney

 

L' unica spiegazione possibile è che si tratti di due gemelli separati alla nascita. Uno, George, stramaledice Trump definendolo «xenofobo» e accusandolo di avere reso l' America e il mondo intero meno sicuri. L' altro, Clooney, si accorge invece che la tanto decantata Europa dove ha preso casa non è un posto così tranquillo e pensa bene di tornarsene negli Usa, a casa di quel Donald che l'«altro», cioè George, proprio non sopporta.

george clooney con la culla dei gemellinigeorge clooney con la culla dei gemellini

 

Il neo-papà George Clooney, stando al magazine americano Life & Style, starebbe pensando di abbandonare la sua residenza milionaria nella campagna inglese del Berkshire, e far ritorno a Los Angeles insieme alla moglie Amal e ai neonati gemellini Ella e Alexander. Le ragioni di questo Coming back to America sarebbero legate all' emergenza terrorismo in Gran Bretagna e alle preoccupazioni dell' attore per l' aumento dei migranti musulmani nel Paese.

 

george clooney amal e gemellinigeorge clooney amal e gemellini

«A Clooney non pare proprio che continuando a vivere lì Amal e i loro due gemelli possano dirsi al sicuro», ha rivelato al magazine una fonte vicina all' attore. Già dopo che la moglie aveva scoperto di essere incinta - continua la fonte - Clooney aveva assunto alcuni ex agenti dei Servizi segreti per «valutare tutte le sue proprietà e giudicare il livello di sicurezza», e investito ben 12,5 milioni di sterline per blindare la villa con una squadra di bodyguard e un sistema sofisticatissimo di videosorveglianza.

 

la famiglia clooney in movimentola famiglia clooney in movimento

Queste ansie sarebbero aumentate dopo che Amal, avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani, si sarebbe esposta in prima persona, invitando i governi stranieri a perseguire i terroristi, e diventando così ella stessa un potenziale obiettivo. Da ultimo, la situazione tesa in Gran Bretagna, vittima quest' anno di tre attentati di matrice islamica, ha ulteriormente diminuito la serenità di Clooney. Da qui la decisione di trasferirsi al più presto negli Usa, dove - stando al rapporto degli 007 da lui arruolati - Studio City, la residenza californiana dell' attore, risulterebbe tra tutte la «dimora più sicura».

amal clooney scende dall aereoamal clooney scende dall aereo

 

Ma tornare in America per rischiare meno è un bel cortocircuito per uno che - durante e dopo la campagna elettorale - si era più volte esposto contro la deriva securitaria voluta da Trump. In un' intervista al Guardian Clooney aveva giudicato Donald «un opportunista, che adesso si presenta come un fascista xenofobo» e liquidato la sua candidatura come «una follia»; ancora, intervistato da Chi, aveva sentenziato sul futuro degli Usa: «È un vero problema, perché quando il presidente degli Stati Uniti fallisce, il mondo è in pericolo.

george e amal clooney 7george e amal clooney 7

 

Quando lo hanno eletto, ero così depresso che ho passato un mese senza guardare la tv». Di recente Clooney aveva detto la sua anche sul tema delle frontiere aperte ai rifugiati, elogiando la cancelliera Merkel per la sua politica dell' accoglienza. Poi però la marcia indietro, con tanto di resipiscenza.

 

Succede così quando, da divo chiamato a esprimere un parere sulle sorti del pianeta, ti ritrovi a essere semplicemente un padre preoccupato del futuro dei tuoi figli. Allora i grandi ideali sbandierati, i nobili principi enunciati (integrazione, convivenza, rispetto delle differenze) crollano in un colpo, davanti al rischio che i tuoi cari, per colpa di quei principi, possano rimetterci la pelle.

VILLA DI GEORGE CLOONEYVILLA DI GEORGE CLOONEY

 

È il destino di tutte le utopie che promettono paradisi ma poi generano inferni: continuano a sembrarti buone fintantoché riguardano gli altri, un po' meno quando incidono nella tua vita. Banalmente il bel George deve aver capito che, per garantire l' incolumità, il diritto alla vita, alla libertà e alla felicità dei suoi (e dei nostri) figli, serve molto di più la realpolitik di Trump che il buonismo europeo. E che oggi, per paradosso, è più sicuro vivere nella metropoli Los Angeles, città piena di contraddizioni e criminalità, che in un bucolico rifugio nel cuore del Vecchio Continente.

 

Il ritorno in patria di Clooney suona dunque come un ritorno alla ragione.

lavori in corso a casa clooneylavori in corso a casa clooney

E si pone sulla scia delle promesse mancate di tutti quegli altri divi di Hollywood, da Whoopi Goldberg a Samuel L. Jackson, che avevano giurato di fuggire dall' America qualora avesse vinto in Trump e che in America, invece, ci erano rimasti eccome.

 

la villa di george e amal clooneyla villa di george e amal clooney

Ennesima riprova che la realtà sa essere più forte dell' ideologia (I maligni sospettano tuttavia che il ritorno di Clooney negli Usa sia dettato da ragioni molto più ciniche: a Los Angeles può stare a stretto contatto con la Hollywood che gli dà pane e popolarità. Dall' altra parte dell' oceano rischia di limitarsi a fare pubblicità del caffè).

la casa di george e amal nel berkshirela casa di george e amal nel berkshiregeorge clooney e amal alamuddingeorge clooney e amal alamuddingeorge clooneygeorge clooneyil cantiere a casa clooneyil cantiere a casa clooneyuno dei salotti della villa nello berkshireuno dei salotti della villa nello berkshire

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?