come un gatto in tangenziale 2 – ritorno a coccia di morto antonio albanese paola cortellesi

IL CINEMA DEI GIUSTI - E’ UN SEQUEL INTELLIGENTE “COME UN GATTO IN TANGENZIALE – RITORNO A COCCIA DI MORTO”, PERCHÉ CERCA UNA SUA STRADA CON UNA STORIA ORIGINALE. COSÌ PERÒ SI PERDE GLI ELEMENTI PIÙ FACILI, LE SCOPE SICURE. COCCIA DI MORTO SI VEDE SOLTANTO NEL FINALE, MALGRADO CI SIA NEL TITOLO - OVVIO CHE SI RIDE. FORSE UN PO’ MENO RISPETTO AL PRIMO, E INFATTI A MEREGHETTI È PIACIUTO. INOLTRE, MOLTE BATTUTE DELLA CORTELLESI VANNO A SEGNO. “BEL COLORE”, DICE RIFERITA A NON SO CHE STANZA, “CE L’AVEVA ANCHE MI ZIA… NELLA CAMERA ARDENTE” - VIDEO

 

 

 

Marco Giusti per Dagospia

paola cortellesi come un gatto in tangenziale – ritorno a coccia di morto

 

“Me se stanno a rincagnà i piedi… capirai in mezzo a tutta sta fanga”. Lo sapevamo che prima o poi, Covid o non Covid, vaccinati o meno, sarebbe arrivato il sequel di “Come un gatto in tangenziale” col magico duo formato dalla Monica di Paola Cortellesi, coatta di Bastogi, e dal Giovanni di Antonio Albanese, uomo di potere di area piddina (ora franceschiniana ci pare) che si scontrano ma in fondo si amano e con tutti, ma proprio tutti i personaggi del film precedente, a cominciare dalle fondamentali gemelle romane Alessandra e Valentina Giudicessa nel ruolo delle zie ladrone della Cortellesi (“Avoja!”), da Sonia Bergamasco come ex-moglie di Giovanni e Claudio Amendola come ex-marito coatissimo di Monica.

come un gatto in tangenziale 2 – ritorno a coccia di morto

 

E’ un sequel intelligente questo “Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto”, ancora diretto da Riccardo Milani, ancora sceneggiato dallo stesso Milani, con Giulia Calenda (sorella dell’ora candidato a sindaco di Roma Carlo, prima era ministro), Furio Andreotti e Paola Cortellesi.

 

come un gatto in tangenziale 2 – ritorno a coccia di morto 3

Intelligente perché non sfrutta la via più facile, il vediamo cosa succede subito dopo ai tanti personaggi che ritroviamo puntualmente nel film, ma cerca una sua strada con una storia originale. Così facendo però, si perde gli elementi più facili, le scope sicure. Coccia di Morto si vede soltanto nel finale, malgrado ci sia nel titolo. Bastogi, grande ambientazione del primo film, è del tutto marginale qui.

luca argentero prete in come un gatto in tangenziale 2 – ritorno a coccia di morto

 

La storia d’amore tra i due protagonisti, Cortellesi-Albanese, è già finita, non poteva andare avanti, così Giovanni si è messo con una giovane e rampante Sarah Felderbaum (“Te la sei presa giovane la freschetta”), che pensa solo agli sponsor dello spazio culturale tipo Nuvola di Fuksas, che ha progettato il fidanzato, e Monica si ritrova in galera, a Rebibbia, per coprire il solito colpo gobbo delle gemelle ladrone.

 

Tutto l’intreccio sta quindi nella ricostruzione del rapporto agrodolce fra i due protagonisti con Giovanni/Albanese che deve mandare avanti il suo progetto culturale e Monica/Cortellesi che cerca di rigar dritto, una volta fatta uscire da Rebibbia, in un centro d’accoglienza tenuto da tale Don Davide, prete bello (“è pio… è molto pio”) interpretato da Luca Argentero.

 

come un gatto in tangenziale 2 – ritorno a coccia di morto

Diciamo subito, però, che le due new entries sembrano bonus della produzione Cattleya, che le due nuove ambientazioni sono un po’ anonime e non si capisce bene perché attaccate, mentre il divertente, per noi spettatori, sta tutto nel ritrovare, sparsi qua e là, i personaggi del vecchio film, riappare pure Franca Leosini!, e nella raffica di nuove battute della Cortellesi che provocano il politicamente corretto ma rigidissimo Albanese, stavolta molto più impicciato di prima.

 

Così, alla battuta di Monica, che risolve l’arrivo di un marito violento in comunità con una capocciata, “Li omini nun cambiano. Nemmeno le donne. Solo che li omini menano più forte”, Giovanni non può che rispondere: “Questa filosofia de menà per prima cosa va rivista”. O al tormentone salvinian-meloniano “Io con la cultura nun ce faccio… con la cultura nun se magna”, Giovanni risponde con dotta spiega veltronian-franceschiniana.

come un gatto in tangenziale ritorno a coccia di morto

 

Si ride? Ovvio che si ride. Forse un po’ meno rispetto al primo film, e infatti a Mereghetti è piaciuto. Perché? Perché si perde parecchio tempo nella costruzione della storia, ma le due ambientazioni, lo spazio culturale e la parrocchia, non valgono Bastogi e nella prima parte del film la storia annaspa.

 

come un gatto in tangenziale 2 – ritorno a coccia di morto

Va detto però che il rapporto fra i due protagonisti è ancora perfetto, le apparizioni dei tanti attori sono ben dosate, al solito Sonia Bergamasco padre di Don Davide ruba la scena a tutti, e ci sembra di intuire la possibilità di una storia fra i due ex che varrebbe la pena di uno spin-off. Inoltre, molte battute della Cortellesi vanno a segno, soprattutto quelle puramente descrittive. “Bel colore”, dice riferita non so che stanza dello spazio di Giovanni, “ce l’aveva anche mi zia… nella camera ardente”. Ma, avremmo voluto più Bastogi, più Coccia de Morto, più gemelle. Non so chi lo vedrà in sala a ferragosto con 40 gradi e il green pass.

come un gatto in tangenziale ritorno a coccia di morto 1

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