FROCI A TUTTA BIRRA - I BIG SPONSOR DELLE PARATE DI SAN PATRIZIO IN TUTTO IL MONDO, “GUINNESS” IN TESTA, HANNO DISERTATO GLI EVENTI PER PROTESTA CONTRO LA DECISIONE DEGLI ORGANIZZATORI DI VIETARE LA PARTECIPAZIONE DEL CORTEO GAY

Federico Rampini per "la Repubblica"

Che razza di San Patrizio è, senza la "rossa" birra Guinness? La festa del santo patrono degli irlandesi ieri è stata guastata dai boicottaggi di protesta contro l'esclusione dei gay. A New York e anche a Boston, i due sindaci delle due metropoli più irlandesi d'America hanno deciso di non presenziare la sfilata.

Ma per molti partecipanti la defezione più irritante è stata quella dei grandi sponsor. Avevano dato forfait per prime le marche Sam Adams e Heineken, ieri nel giorno stesso della festa si è unita al boicottaggio perfino la più celebre birra di Dublino, la Guinness.

Nei 253 anni di storia della sfilata newyorchese, un affronto simile non c'era mai stato. Ma ormai neppure una marca di birra dall'immagine "macho" può permettersi di andare controcorrente rispetto all'evoluzione dei costumi in America. Nell'opinione
pubblica i giudizi sull'omosessualità e sui diritti delle coppie gay sono cambiati nettamente negli ultimi anni, e ormai ben 17 Stati Usa consentono i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

«Guinness - si legge nel comunicato dell'azienda - ha una tradizione di sostegno delle diversità e ha sempre difeso la parità dei diritti. Speravamo che la politica di esclusione sarebbe stata abbandonata nella sfilata di quest'anno. Poiché non è accaduto, Guinness ha deciso di ritirare la propria partecipazione».

Saint Patrick's Day ha visto affluire lo stesso la consueta folla con abiti e copricapi verdi lungo la Quinta Strada e nei numerosi pub irlandesi con il simbolo del quadrifoglio. Circa un milione di persone solo nelle vie di Manhattan, secondo le stime della polizia: una partecipazione elevata malgrado il freddo pungente che continua ad affliggere New York. Ma più di ogni altro anno, ha suscitato controversie la regola stabilita dagli organizzatori contro la partecipazione "dichiarata" dei gay (cioè con bandiere, striscioni, o magliette che rivendichino il proprio orientamento sessuale).

Bill de Blasio non ha avuto dubbi, già la scorsa settimana aveva annunciato che non avrebbe preso parte alla sfilata. Il sindaco democratico, in carica dal primo gennaio, è sempre stato difensore dei diritti dei gay. Sua moglie Chirlane McCray, femminista afroamericana e militante dei diritti civili, da ragazza era stata lesbica e lo aveva raccontato in un libro.

A prestare man forte a de Blasio, dimostrando che l'evoluzione dei costumi avviene anche lontano da qui, ci ha pensato la premier irlandese Enda Kenny in visita a New York proprio ieri. Anche lei ha voluto dissociarsi dalla politica di esclusione degli organizzatori della parata. E così nel giorno di San Patrizio la premier irlandese è andata a prendere il breakfast a Gracie Mansion, la residenza ufficiale del sindaco, e non si è neppure affacciata nella "marea verde" che dilagava lungo la Quinta Strada.

A Boston, una città dove l'influenza degli immigrati irlandesi è perfino più forte (è la roccaforte della dinastia Kennedy), il sindaco Marty Walsh non ha avuto esitazioni: come de Blasio anche lui ha disertato Saint Patrick's Day per protestare contro la messa al bando delle organizzazioni gay.

Sul versante opposto, a difendere la scelta degli organizzatori è sceso in campo Rupert Murdoch. Il magnate della stampa, ultraconservatore, è il proprietario del network televisivo Fox News, l'editore del Wall Street Journal e di uno dei due tabloid della Grande Mela, il New York Post.

Murdoch, come usa fare spesso per esternare le sue opinioni politiche, ha espresso su Twitter l'indignazione per il boicottaggio da parte della Guinness: «Dove finirà tutto questo? La Guinness si ritira da una sfilata di ispirazione religiosa, perché intimidita da organizzazioni gay che vorrebbero impadronirsi di questa manifestazione. Spero che tutti gli irlandesi ora boicottino la birra».

Poco probabile. Dalla parte di Murdoch, ma con più cautela, si è messo il cardinale di New York, Timothy Dolan, che è anche l'arcivescovo della cattedrale di San Patrizio affacciata proprio sulla Quinta Avenue. Senza intervenire esplicitamente nelle polemiche il cardinale ha elogiato «la diversità di questa grande manifestazione cittadina». Nonostante le recenti aperture di papa Francesco, Dolan è rimasto un bastione dell'opposizione cattolica ai matrimoni gay in America.

 

PARATA PER LA FESTA DI SAN PATRIZIO PARATA PER LA FESTA DI SAN PATRIZIO PARATA PER LA FESTA DI SAN PATRIZIO PARATA PER LA FESTA DI SAN PATRIZIO PARATA PER LA FESTA DI SAN PATRIZIO

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